Secondo il Wall Street Journal il caso è esploso a seguito di una lettera anonima. Il WEF ha confermato l’apertura di un’indagine su Klaus Schwab, che domenica si è dimesso dalla presidenza, sottolineando che le accuse non sono ancora state provate
DAVOS – Il World Economic Forum è scosso da un terremoto interno che ha visto protagonista il suo fondatore, Klaus Schwab. L’economista tedesco di 87 anni, figura simbolo del WEF sin dalla sua creazione, ha annunciato domenica scorsa le dimissioni immediate dalla presidenza del Consiglio di fondazione dell’organizzazione, nel mezzo di un’inchiesta interna avviata per far luce su gravi accuse di cattiva condotta finanziaria ed etica.
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, il caso è esploso a seguito di una lettera anonima, definita dal WEF una "whistleblower letter", nella quale si denunciano comportamenti sospetti da parte di Schwab e della moglie. Tra le accuse più gravi, quella secondo cui Schwab avrebbe chiesto a dipendenti del Forum di prelevare ingenti somme in contanti da sportelli bancomat per pagare massaggi privati in hotel. Sua moglie, invece, sarebbe accusata di aver organizzato incontri fittizi a spese dell'organizzazione per giustificare viaggi di lusso.
La famiglia Schwab ha respinto ogni accusa, definendole “false e infondate”. Un portavoce ha precisato al WSJ che tutte le spese personali sono sempre state rimborsate e che si valuteranno azioni legali contro gli autori della lettera anonima.
Ieri, con un comunicato stringato, il Forum ha confermato le dimissioni del fondatore, motivate con il raggiungimento dell’88esimo anno d’età, ma senza ulteriori spiegazioni. "Con l’ingresso nel mio 88esimo anno, ho deciso di dimettermi dalla carica di presidente e di membro del Consiglio di amministrazione, con effetto immediato", si legge nella dichiarazione diffusa dal WEF.
L’organizzazione ha subito attivato una procedura d’urgenza, nominando Peter Brabeck-Letmathe, già presidente di Nestlé e Formula 1, alla presidenza ad interim. Lo stesso Brabeck aveva già comunicato all’inizio del mese l’intenzione di Schwab di ritirarsi, in attesa di un successore.
Il WEF ha confermato l’apertura di un’indagine indipendente, sottolineando che le accuse – pur prese molto sul serio – non sono ancora state provate. L’inchiesta sarà condotta da consulenti legali esterni, con il pieno sostegno unanime del consiglio dei fiduciari, come indicato in una nota ufficiale: "Questa decisione è stata presa in linea con le responsabilità fiduciarie del Forum".
Già lo scorso anno erano emersi sospetti su una cultura aziendale tossica all’interno del WEF, con segnalazioni di molestie sessuali non indagate e discriminazioni verso dipendenti neri e donne. Tuttavia, quell’inchiesta interna non aveva rilevato violazioni di legge né comportamenti illeciti da parte di Schwab.
Le nuove rivelazioni gettano ora un’ombra inquietante sull’eredità dell’uomo che per oltre mezzo secolo ha incarnato la visione globale del WEF e trasformato Davos in un crocevia del potere economico e politico internazionale. Il Forum, almeno per il momento, mantiene il riserbo in attesa delle conclusioni dell’indagine.