Il deputato PLR, esponente dell'ala radicale, replica alle accuse del PS secondo il quale il PLR si sente orfano del DECS: "Capisco che le critiche non piacciano, ma è lecito farle"
BELLINZONA - Quasi un ritorno al passato, quando PS e PLR non si risparmiavano nel lanciarsi accuse e contro accuse. Quella che abbiamo definito la guerra fredda tra socialisti e liberali-radicali ha subito un'accelerata: oggetto del contendere la scuola e l'operato del Dipartimento educazione guidato da Manuele Bertoli, dopo oltre sessant'anni di guida PLR. Nella velenosa newsletter dall'eloquente titolo "Orfani inconsolabili" il PS non le manda a dire e scrive: "I liberali radicali non riescono a farsi una ragione di averne perduto la guida dopo oltre 60 anni. E dunque un giorno sì e l’altro pure cercano di mettere i bastoni fra le ruote del DECS ostacolandone le riforme con argomenti spesso pretestuosi. Basti ad esempio citare l’articolo di "Opinione Liberale" in cui si accusava Bertoli di non aver correttamente implementato la civica a scuola... quando l’iniziativa dei Giovani liberali in favore della civica è di oltre 13 anni fa e se quindi non è stata ben applicata occorre ringraziare la gestione liberale radicale del Dipartimento".
E ancora: "Ultimo fulgido esempio di questa politique politicienne lontana dai veri bisogni della popolazione (e della scuola) è il lungo intervento sul "Corriere del Ticino" del 12 giugno dei quattro membri del PLR della commissione scolastica che cercano in maniera piuttosto goffa ma molto acrobatica di negare che una classe con meno allievi funziona meglio e trasmette più facilmente il sapere".
Ce n'è abbastanza per chiedere una replica. E il deputato Franco Celio, docente ed esponente dell'ala radicale non si tira indietro: "Quella del PS mi sembra una reazione da lesa maestà. Loro ci hanno criticato per cinquant'anni e adesso che sono loro al DECS, come ho già avuto modo di dire in parlamento, fanno gli stessi errori".
"Hanno sempre l'aria di quelli che pensano che solo loro sanno come fare. Che le critiche non piacciano può essere comprensibile, ritenere che non siano democratiche mi sembra insostenibile" rincara Celio che aggiunge: "Ognuno fa il suo mestiere, Dipartimento e il Gran Consiglio. Mi sembra che al PS non sia andato giù il fatto che la proposta di avere meno allievi per classe non sia passata come una lettera alla posta. Ripeto: ognuno fa il suo lavoro, mi sembra tuttavia che criticare sia lecito. Quella del PS mi sembra più una forma di revanscismo".
E a proposito dello stato di salute dei rapporti tra l'ala radicale e i socialisti, che con l'associazione Incontro Democratico aveva trovato un apparente solido punto d'incontro, Franco Celio ci mette un po'di ghiaccio in più: "Premesso che il concetto di ala radicale del PLR è più un'astrazione che aveva senso solo in chiave polemica più che nella realtà dei fatti, i rapporti con i socialisti non sono né migliorati né peggiorati. Diciamo che ci sono sensibilità comuni, come ad esempio sul tema del voto per corrispondenza, e altre diverse come nel caso della scuola".
ItaCa