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07.11.2013 - 11:480
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

La rivoluzione del Governo: un Ticino a 23 comuni entro il 2020

Presentato il Piano Cantonale delle aggregazioni che propone di ridisegnare completamente in sette anni la geografia comunale del nostro Cantone

BELLINZONA - L'obbiettivo è di quelli super ambiziosi: in sette anni riformare completamente la geografia comunale del cantone. Un Ticino con soli 23 comuni, entro, per l'appunto, il 2020. Un obbiettivo ambizioso e che, certo, non mancherà di suscitare discussioni e polemiche, come è normale e giusto che sia, considerata la portata della riforma. Un obbiettivo messo nero su bianco dal Consiglio di Stato nel  Piano cantonale delle aggregazioni (PCA), presentato questa mattina dai ministri Norman Gobbi e Paolo Beltraminelli. 

Si tratta, si legge nella nota stampa governativa, di "una visione che si basa sugli obiettivi strategici cantonali  che mira a consolidare le fondamenta per una crescita equilibrata di tutte le regioni del Cantone. Una crescita che vuole essere armonica e vuole tenere in considerazione nell’adeguamento della dimensione e del funzionamento dei Comuni, lo sviluppo territoriale, lo sviluppo economico, la politica perequativa, senza tralasciare le varie politiche settoriali quali gli ambiti socio-sanitari, dell’istruzione e del tempo libero. In realtà il PCA non costituisce il fine bensì il mezzo per riequilibrare, su nuove basi organizzative, i rapporti fra Cantone e Comuni. Un riequilibrio la cui prospettiva mira alla revisione dei compiti, delle competenze e quindi dei flussi finanziari tra i due livelli istituzionali, che porterà in ultima analisi alla riforma dell’Amministrazione cantonale e alla ridefinizione del ruolo del nuovo Comune ticinese, contraddistinto da una maggiore autonomia".

"L’obiettivo finale - sostiene il Governo - è soprattutto quello di ritrovare quegli equilibri su cui si basa lo spirito federale che per decenni ha contraddistinto le nostre Istituzioni, ma che proprio a causa dell’eccesiva frammentazione dei Comuni, senza una tangibile riforma di questa natura, arrischia di essere messo irrimediabilmente a repentaglio".

Sette anni sembrano tanti, ma sono pochissimi, se pensate all'obbiettivo. E allora meglio non perdere tempo e, già da domani, e per un periodo di quattro mesi, i Municipi, le Associazioni dei Comuni, i Partiti politici e varie associazioni della società civile saranno consultati. La procedura di consultazione sarà suddivisa in due momenti: una prima fase (che si concluderà il 10 marzo 2014) prevede la presentazione del “Rapporto sugli indirizzi” rispettivamente degli “Scenari di aggregazione”; ne seguirà una seconda, con la quale il Governo indicherà le “Modalità di attuazione” del Piano. Il Piano consolidato sarà infine sottoposto al Gran Consiglio per la sua adozione.

Il Consiglio di Stato è assolutamente convinto che il progetto costituisce la base operativa per la costituzione di 23 comuni funzionali e funzionanti, finanziariamente solidi, territorialmente coerenti nonché maggiormente autonomi e progettuali. "Sono queste condizioni irrinunciabili - spiega il Governo - affinché il Canton Ticino possa affrontare le proprie sfide attuali e future, sia interne che esterne, con maggior determinazione, nell’interesse di tutti suoi cittadini".

Il Piano risponde alla necessità di reagire concretamente ai cambiamenti in atto a tutti i livelli avendo quale punto di riferimento la visione di Città-Ticino. "Se è vero che vi sono dinamiche che difficilmente possiamo modificare - si conclude la nota governativa - è altrettanto vero che dobbiamo essere attori protagonisti del nostro futuro. Obiettivo che il Consiglio di Stato si prefigge di raggiungere con la partecipazione di tutti".

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