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23.06.2014 - 14:070
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Credito di un milione "salva Expo", Boris Bignasca ricorre al Tribunale amministrativo contro la decisione del Governo

Secondo il presidente dei Giovani leghisti il Consiglio di Stato ha commesso un abuso di diritto. E l'utilizzo dei fondi Swisslos è arbitraria

LUGANO - Boris Bignasca, per sé e in nome della Lega dei ticinesi, così recita il documento, ha presentato ricorso al Tribunale amministrativo contro "la decisione 18 giugno 2014 del Consiglio di Stato resa nota tramite comunicato stampa il 18 giugno 2014 riguardante la partecipazione del Cantone Ticino a Expo 2015 che stanzierà una garanzia finanziaria di fr. 1'000'000.— a carico della riserva del Fondo Swisslos". Un ricorso preannunciato, ma ora la parola passa ai giudici.

Secondo il presidente dei Giovani Leghisti, "è evidente che tramite la decisione impugnata il Consiglio di Stato cerca di coprire con il sussidio Swisslos importi di spesa che sono inclusi nel decreto legislativo soggetto a referendum (la Lega ha raccolto 12'000 firme contro il credito votato dal Gran Consiglio, ndr).

Questo agire viola innanzitutto il principio dell’abuso di diritto. Infatti il Consiglio di Stato, dopo aver emesso un messaggio all’indirizzo del Parlamento, e convenuto per lo meno implicitamente con la competenza parlamentare, ora cerca di rimangiarsi le cose. Contraddittorio questo agire non può essere tutelato in alcun modo. Avendo deciso per la procedura parlamentare, già ha negato con la promulgazione del messaggio la possibilità di una copertura per lo meno parziale dei costi con il fondo Swisslos. Questo dimostra l’abuso di diritto, che va sanzionato con l’accoglimento del ricorso".

Ben più grave, si legge sempre nel ricordo al Tribunale cantonale, "è però la lesione del diritto di voto dei cittadini compiuta tramite la decisione impugnata. La garanzia di fr. 1'000'000.— va a coprire spese che sarebbero state garantite con il credito erogato tramite il decreto legislativo soggetto a referendum. Con questo agire il Popolo ticinese è defraudato del suo potere di decidere liberamente se erogare il credito a Expo 2015 o no. Come presumibilmente sarà il caso, il Popolo ha il diritto di non erogare un centesimo ad Expo 2015. Il Governo in questo modo usa solo stratagemmi per disattivare completamente la volontà popolare. A maggior ragione questo agire non può essere tutelato perché in sede di dibattito parlamentare l’emendamento “di compromesso” è stato respinto a larga maggioranza".

Si sa da almeno 10 anni che Expo 2015 avrebbe avuto luogo, si legge ancora nel ricorso: "Non c’è alcuna straordinarietà o eccezionalità. Del resto lo stesso delegato Expo Luigi Pedrazzini è in carica dalla sua partenza dal Consiglio di Stato, ossia dal 2011. Non solo, lo Stato, quando intende investire, dovrebbe essere cosciente del fatto che possa essere impugnato lo strumento referendario contro possibile ed ipotizzabile decreto legislativo. Ma v’è di più: ammesso e non concesso vi siano impegni del Cantone, ad ogni buon conto non si sottoscrivono impegni senza le necessarie basi finanziarie. Come ogni buon padre di famiglia, l’amministratore statale deve, prima di impegnarsi, chiedersi, verificare e accertarsi che vi siano i necessari fondi".

Infine, le Lega contesta l'utilizzo del fondo Swisslos, retto dal regolamento promulgato il 7 novembre 2012. "Ben si vede che il finanziamento di Expo 2015 non rientra negli scopi di Swisslos. Premesso che le basi si fondano su di un concordato intercantonale, spetta ai Cantoni stabilire determinando i criteri secondo i quali l’autorità di ripartizione sostiene finanziariamente progetti di utilità pubblica o di beneficenza (...). Il finanziamento di Expo 2015 con Swisslos si appalesa a tutti gli effetti arbitrario, non essendo adempiuta la benché minima condizione. Il ricorso va quindi accolto senza dubbio".

A titolo prudenziale, infine, "i ricorrenti presenteranno anche un ricorso al Tribunale federale contro la decisione del Consiglio di Stato entro il termine del 17 luglio 2014".

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