POLITICA E POTERE
Misure urgenti e black list, bordate dai Verdi: “Berna dimentica il Ticino, ma la responsabilità è del Consiglio di Stato”
Dura nota degli ecologisti all’indomani del ‘non ora’ alle misure anti-dumping, mentre si apprende che la Svizzera è ancora nelle liste nere italiane: “Ennesima umiliazione frutto anche dell’inazione del governo cantonale, sempre pronto a genuflettersi”

BELLINZONA – All’indomani della decisione di congelare le proposte di rafforzamento delle misure collaterali all’Accordo sulla libera circolazione delle persone, anche i Verdi si uniscono al coro di voci che criticano l’agire, o meglio, il non agire del Consiglio federale, denunciandone l’ipocrisia. Gli ecologisti puntano però anche il dito contro l’altro attore in gioco: il Consiglio di Stato, responsabile con la sua “inazione e il suo servilismo” di questa “inqualificabile decisione”. Ecco, a seguire, la nota dei Verdi.

“La politica supina del Consiglio di Stato ha indebolito la nostra posizione. E i risultati si vedono”

È scandaloso che Berna rimandi alle calende greche le misure urgenti per il Ticino, con la scusa dell’elaborazione di una legge di implementazione del 9 febbraio (implementazione che il governo federale medesimo sta facendo di tutto per sabotare). Ma è altrettanto inaccettabile l’atteggiamento tenuto per mesi dal Consiglio di Stato.

Se nel corso di questi ultimi anni il nostro governo cantonale avesse tenuto la schiena dritta, facendo sentire con forza le nostre ragioni, avremmo ora un risultato diverso. La reazione stizzita del DFE e del Consiglio di Stato è tanto inutile quanto tardiva. Un ben altro atteggiamento si sarebbe dovuto tenere.

Mentre i nostri consiglieri di stato ci chiedevano di “mangiare la minestra o saltare la finestra”, o intonavano il ritornello del “sa po mia” il segnale che il governo inviava a Berna era che il Ticino non era tanto convinto di chiedere quelle medesime misure che oggi rivendica.

Ora apprendiamo che la Svizzera non è stata tolta dalle black list italiane. Chiediamo al governo ticinese di rivedere immediatamente la propria posizione sull’accordo truffa per la tassazione dei frontalieri.

Questa ennesima umiliazione è frutto dell’insensibilità del governo federale e dell’incapacità e inazione del governo cantonale, sempre pronto a genuflettersi di fronte ai consiglieri federali in visita e dimentico, invece, delle richieste della popolazione che vuole essere protetta dagli effetti nefasti della libera circolazione.

I Verdi denunciano quindi la decisione del 1 aprile del Consiglio Federale come il frutto anche di un governo lontano dal popolo e in definitiva complice. I Verdi confermano che in caso di presenza al governo chiederanno l’immediato blocco dei ristorni.

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