Scintille su alcune attinenze e sulla valutazioni di integrazione dei richiedenti. Nel mirino dei socialisti i commissari della Cantonale Baggi e Mombelli
GIUBIASCO – Giubiasco è da sempre un Comune ad alta concentrazione “poliziesca”. Fin dai tempi in cui sindaco era Mauro Dell’Ambrogio, ex comandante della Cantonale. Poi c’è stato Giorgio Galusero, ex capo dell’antidroga, ora deputato, e oggi in Municipio siede il commissario Alberto Marietta, capo della Sezione ricerche e controlli. E in Consiglio comunale ci sono il capo della Scientifica Emilio Scossa Baggi e il commissario Marco Mombelli. Per non dire che il sindaco, Andrea Bersani, è il legale della Federazione agenti di polizia…
Orbene, proprio il ruolo parallelo di commissario di polizia e di commissario delle delle Petizioni dei consiglieri pipidini Baggi e Mombelli è stato al centro lunedì sera di un acceso caso in Consiglio comunale. In discussione c’erano una trentina di attinenze comunali che hanno scatenato scintille e anche l’ira del sindaco, come riferisce LaRegione.
Naturalizzazioni e valutazione del grado di integrazione di chi aspira alla cittadinanza sono sempre temi delicati. A Giubiasco i casi più controversi erano tre (una famiglia turca, una libanese e una donna brasiliana), per uno dei quali la votazione andrà ripetuta in quanto lunedì sera è finita in pareggio. Gli attriti sono emersi tra i consiglieri della Commissione petizioni. Nel rapporto di minoranza i socialisti Giacomo Buletti ed Ettore Draghi hanno richiamato le regole sulla protezione e divulgazione dei dati, che devono valere come nel caso del segreto istruttorio. Insomma, hanno accusato Baggi e Mombelli di far planare sospetti infondati e informazioni inesatte influenzando così il parere del plenum. Ma Scossa-Baggi e Mombelli hanno fermamente respinto le illazioni, negando di aver mai approfittato del loro ruolo professionale per raccogliere e diffondere informazioni. “Valutiamo seriamente il grado d’integrazione dei candidati sulla base di elementi oggettivi”, hanno detto.
Il sindaco Bersani li ha però redarguiti evidenziando che a volte i rapporti della commissione sono “lacunosi nell’esplicitare per quali motivi i candidati alla naturalizzazione non sarebbero integrati, al contrario di quanto sostiene il Municipio. Poche righe di motivazioni in cui non si spiega nulla sulla presunta non integrazione”. Attenti, ha aggiunto, “perché una domanda respinta sulla base di motivazioni insufficienti può essere considerata arbitraria dal tribunale in caso di ricorso”.
A quel punto il clima s’è arroventato: Mombelli e Scossa-Baggi hanno ribadito la correttezza delle valutazioni loro e della maggioranza della commissione, tra cui figurano anche i commissari del PLR.