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12.01.2017 - 12:170
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Sul caso del giovane torinese assunto dal Centro cantonale di dialettologia scatta l'interrogazione. La firma il deputato Massimiliano Robbiani. Intanto ecco come sono andate le cose e perché si è deciso di puntare su di lui. Si tratta di un ricercatore s

Il giovane figura nell’organico del Centro come collaboratore scientifico al 60%. Si tratta di un ricercatore dal profilo raro. Un profilo che il Centro di dialettologia ha cercato ma non ha trovato tra i neolaureati ticinesi

BELLINZONA - Il caso del giovane torinese assunto lo scorso anno al Centro di dialettologia e di etnografia della Svizzera italiana ha suscitato parecchio interesse tra i nostri lettori. Sappiamo infatti che oggi la sensibilità della politica e dell’opinione pubblica è molto alta sui temi del mercato del lavoro, specialmente quando si tratta di impieghi pubblici.

Prova ne è l’interrogazione presentata poco fa dal deputato leghista Massimiliano Robbiani, che scrive: “È strano che non si riesca a trovare un ticinese neanche per un istituto il cui compito sarebbe proprio quello di preservare alcune peculiarità del territorio”. Robbiani pone alcune domande al Governo:

1. Corrisponde al vero che il DECS ha assunto un collaboratore per il Centro di dialettologia proveniente da Torino?
2. Se si, nel nostro Cantone non esiste nessuno con un profilo adeguato per poter svolgere questa funzione?
3. Come mai proprio il DECS, che dovrebbe essere il primo a dare l’esempio, assumendo personale indigeno dopo il voto popolare “Prima i nostri”, continua a cercare collaboratori oltre confine?
4. Di cosa si occupa precisamente questo collaboratore? Qual è la % di impiego?

Per completezza di informazione, dopo l’articolo pubblicato nella tarda serata di ieri (leggi qui), abbiamo dunque cercato di contestualizzare meglio il caso. Il giovane figura nell’organico del Centro come collaboratore scientifico al 60%. Si tratta di un ricercatore dal profilo raro, specializzato in onomastica. L’onomastica è la disciplina che studia i nomi propri, le loro origini e i processi di denominazione nell'ambito di una o più lingue o dialetti.

Un profilo che il Centro di dialettologia ha cercato ma non ha trovato tra i neolaureati ticinesi. E qui si inserisce anche una riflessione sulla formazione universitaria svizzera, che oggi è carente su alcune specializzazioni di cui il Centro ha bisogno per proseguire le sue attività di ricerca.
Da qui la scelta di puntare su un giovane di nazionalità italiana, che nel frattempo ha ottenuto un permesso di domicilio in Ticino.

Questa assunzione è avvenuta inoltre nell’ambito di un progetto di ricerca sovvenzionato dalla Confederazione: nessun costo a carico del Cantone, dunque. Il giovane torinese ha competenze anche in ambito informatico e, stando alle informazioni raccolte, ha consentito al Centro di dialettologia di aprirsi verso alcune realtà universitarie italiane.

emmebi

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