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Politica e Potere
26.01.2017 - 17:070
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

L'Associazione svizzera dei comuni sostiene la Riforma III delle imprese in votazione il 12 febbraio: "Se verrà bocciata i cantoni rimarranno senza strumenti di politica tributaria e senza un sostegno finanziario da parte della Confederazione, cosa che av

"L'Associazione dei Comuni Svizzeri è del parere che i vantaggi siano nettamente prevalenti. Il comitato è stato quindi unanime nell'esprimersi a favore della RI Imprese III"

BERNA - In un'ottica di politica dello Stato, la Riforma III dell'imposizione delle imprese (RI Imprese) è necessaria. Se la riforma fallisce, i cantoni rimangono senza strumenti di politica tributaria e senza sostegno finanziario da parte della Confederazione. Ciò metterebbe in una situazione difficile anche le città e i comuni. Con queste considerazioni l'Associazione dei Comuni Svizzeri auspica dunque che la riforma in votazione il 12 febbraio venga approvata.

"La RI Imprese III è molto complessa. Sono molte le tesi sul tappeto che offuscano una chiara visione di ciò che è sostanziale - si legge nella nota dell'Associazione -. Il nocciolo della questione si riassume in tre punti: l'abrogazione delle speciali normative non più accettabili a livello internazionale, il mantenimento della concorrenzialità e la certezza di introiti fiscali. La riforma è indubbiamente una prova difficile, ma necessaria ai fini di una politica di Stato. Ed è soprattutto sostenibile, perché grazie alla riforma tributaria i cantoni percepiranno dalla Confederazione 1,1 miliardi di franchi in più all'anno.

È nei cantoni e non nella Berna federale che si deve decidere in merito all'attuazione della riforma tributaria e all'utilizzo dei mezzi finanziari. L'Associazione dei Comuni Svizzeri (ACS) ha sempre chiesto che città e comuni possano beneficiare dei maggiori introiti fiscali e che i cantoni coinvolgano saldamente città e comuni nell'applicazione della RI Imprese III. Per le organizzazioni comunali si tratta di assicurare, nelle discussioni con i governi cantonali, che il pacchetto di interventi e le misure di compensazione vengano sviluppati in un'ottica comunale. Questi aspetti sono attualmente oggetto di un intenso dibattito, per esempio, nel Canton Zurigo e nel Canton Soletta. Gli obiettivi della riforma tributaria possono essere conseguiti solo attraverso un coinvolgimento attivo di città e comuni, e tenendo conto dei loro interessi.

Un fallimento della riforma tributaria non porterebbe ad alcuna soluzione, bensì metterebbe cantoni, città e comuni in una spiacevole situazione. In caso di rigetto della riforma, i cantoni rimarranno senza strumenti di politica tributaria e senza un sostegno finanziario da parte della Confederazione, fatto che verrebbe dolorosamente percepito anche a livello comunale. Non si intravede un piano B in grado di ottenere la maggioranza e che possa essere rapidamente messo in atto, il che si traduce in un irresponsabile scherzare col fuoco.

La riforma è una risposta intelligente a un difficile compito di politica statale, un equilibrato compromesso di fattura svizzera. Il SÌ è raccomandato dal Consiglio federale, dai cantoni e dalla maggioranza dei consiglieri nazionali e agli Stati. L'Associazione dei Comuni Svizzeri è anch'essa del parere che i vantaggi siano nettamente prevalenti. Il comitato dell'ACS è stato quindi unanime nell'esprimersi a favore della RI Imprese III".
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