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06.02.2017 - 10:160
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Claudio Zali vs Carlo Luigi Caimi, il Consiglio della magistratura archivia la segnalazione del ministro contro l'ex deputato, oggi giudice supplente, per un post su Facebook. "Non ha trasmodato nell'esercizio dei suoi diritti e non si è reso autore di il

La clamorosa iniziativa risale a inizio dicembre, quando il direttore del Dipartimento del territorio segnalò l’ex parlamentare, che oggi ricopre la carica di giudice supplente al Tribunale d'appello. Il caso era legato a un post su Facebook nel quale Caimi affermava che la nuova legge sugli appalti sarebbe caduta al primo ricorso

BELLINZONA – Con sentenza datata 31 gennaio il Consiglio della magistratura ha deciso di non dar seguito alla segnalazione del ministro leghista Claudio Zali nei confronti dell’ex deputato del PPD Carlo Luigi Caimi.

La clamorosa iniziativa risale a inizio dicembre, quando il direttore del Dipartimento del territorio segnalò l’ex parlamentare, che oggi ricopre la carica di giudice supplente al Tribunale d'appello. Il caso era legato a un post su Facebook nel quale Caimi affermava che la nuova legge sugli appalti sarebbe caduta al primo ricorso.

Secondo Zali si trattava di "un'interferenza nel processo legislativo”, in quanto “i giudici devono scrivere le sentenze quando richiesto, non le devono sputare su Facebook o sui giornali". Se no, aveva sostenuto, "è un po' come quando i pensionati vanno sui cantieri, per sostenere che quando lavoravano loro le cose venivano fatte meglio. Con la differenza però che il pensionato in questione forse si è dimenticato che ha lasciato il parlamento perché nel frattempo è diventato giudice supplente del Tribunale d'appello. I giudici devono fare silenzio".

Ora la sentenza: “Il Consiglio della magistratura, “chiamato a statuire nell'ambito della segnalazione del 1° dicembre 2016 presentata dal Consigliere di Stato Claudio Zali, in relazione a esternazioni apparse il 30 novembre 2016 sui (social)media riconducibili al giudice supplente del Tribunale d'appello Carlo Luigi Caimi, ha pronunciato:
1. Alla segnalazione non è dato alcun seguito disciplinare.
2. Non si prelevano spese di procedura”.

"In sintesi – si legge nei ‘considerandi’ del Consiglio della magistratura - si può ritenere che il magistrato supplente segnalato non ha trasmodato nell'esercizio dei suoi diritti e non si è reso autore di illeciti disciplinari".

Il PPD si era dichiarato sconcertato dall’iniziativa del ministro e in una nota stampa aveva scritto: “Zali, stop alle intimidazioni”. Da parte sua, Caimi aveva replicato citando in un post sempre su Facebook l’illuminista Anders Chydenius, parlamentare del governo svedese: “È di tutta evidenza che la libertà di stampa e di scrittura è uno dei baluardi più forti di una libera organizzazione dello Stato». Senza la libertà di stampa «l’educazione e la buona condotta sarebbero distrutte… nei pensieri, nei discorsi e nei comportamenti prevarrebbe la grossolanità e la penombra oscurerebbe l’intero cielo della nostra libertà in pochi anni”.

emmebi







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