"L'esposto della Human Life International, associazione statunitense ultra cattolica, al medico cantonale rappresenta un chiaro attacco a chi ha fatto della trasparenza un dato di fatto"
LUGANO - ProCrea si difende dalle critiche formulate dalla Human Life International. Lo fa con la seguente nota stampa.
“In seguito alla notizia odierna della lettera-esposto presentata dalla sezione svizzera della Human Life International, associazione statunitense ultra cattolica, al medico cantonale rappresenta un chiaro attacco a chi ha fatto della trasparenza un dato di fatto. ProCrea è controllata regolarmente dal medico cantonale che applica in modo corretto e severo le leggi in vigore. Procrea fa parte di FIVNAT e mette a disposizione tutti di dati richiesti a fini statistici.
L’attacco di HLI svizzera è un evidente una strumentalizzazione palese volta ad influenzare la votazione del prossimo 5 giugno proprio sulla diagnosi preimpianto. ProCrea ha sempre agito nel pieno rispetto della legge, operando alla luce del sole e non nascondendosi dietro deduzioni che, partendo dall’assenza di prove e dati certi, approdano inevitabilmente a conclusioni frettolose, errate e pertanto diffamatorie.
Una precisazione di terminologia è doverosa: non siamo davanti ad embrioni, ma a zigoti. Una differenza sostanziale quanto evidente per chi si occupa di Medicina della riproduzione. Prima dell’annidamento dell’ovulo nella parete uterina, si parla di ovulo fecondato o di zigote. Lo stadio seguente è quello dell’embrione (fino a 8 o 10 settimane dopo la fecondazione). Al di là, si parla di un feto. La legge svizzera impone la conservazione degli ovuli fecondati (zigoti) fino ad un tempo massimo di 5 anni. Oltre, viene richiesta la distruzione, fatto salvi casi eccezionali che ProCrea ha sempre sottoposto al vaglio del medico cantonale.
ProCrea si pone nei confronti delle coppie che sono alla ricerca di un figlio mettendo a disposizione le migliori tecniche e le più recenti possibilità diagnostiche per tutelare la salute della donna e non sottoporla ripetutamente a tentativi di procreazione assistita. Il ricorso alla diagnosi pre-impianto che analizza i globuli polari è una strada legittima e possibile per agevolare il successo di un trattamento di procreazione assistita evitando alla donna iter dolorosi e complessi.
Nelle situazioni che lo richiedono, offriamo la possibilità di fare ricorso all’ovodonazione. Questo avviene in Italia, dove questa pratica è consentita, per garantire la qualità dei nostri professionisti e non costringere le coppie svizzere a rivolgersi a strutture lontane, nell’Est Europa o in Spagna per esempio.
Non accettiamo lezioni di finta moralità da chi fa delle sue credenze uno strumento politico e che discrimina fasce di popolazione come quelle che desiderano avere un figlio sano o gli omosessuali. Riteniamo che ogni forma di estremismo sia sinonimo di una cecità che conduce, anche a fronte di un’assenza di argomentazioni, ad attacchi fuori luogo nei confronti delle quali risponderemo in modo adeguato nelle sedi legali opportune”.