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Analisi
21.07.2016 - 12:550

Tassa di collegamento, il Ticino è nel caos. I comuni fanno i calcoli. Ci si chiede chi la debba pagare: aziende o dipendenti? Negozi o clienti? E c'è già chi intima aumenti di affitto. Qui ci vorrebbe un'app tipo Pokemon Go: caccia al posteggio da tassar

Che l’introduzione di questa tassa avrebbe generato più problemi che soluzioni era chiaro come il sole. Ecco tutti gli effetti collaterali...

di Marco Bazzi

La tanto discussa e vituperata tassa di collegamento, altrimenti detta balzello sui posteggi, sta creando in Ticino un caos degno della caccia ai Pokemon che sta facendo impazzire il mondo. Chissà che qualcuno non s’inventi all’uopo un’applicazione che lavori sulla “realtà aumentata” per identificare con uno smartphone da rabdomante i posteggi da tassare…

Che l’introduzione di questa tassa avrebbe generato più problemi che soluzioni era chiaro come il sole. Ma il popolo, seppur per una manciata di voti, ha deciso di pagarla, senza probabilmente rendersi conto di tutte le conseguenze che avrebbe generato. Come la recente sorpresa giunta dal fisco federale: la tassa è soggetta al prelievo dell’IVA (leggi l’articolo correlato).

Ma ‘sta tassa chi la deve pagare? Aziende o dipendenti?

In particolare la tassa è viziata da un equivoco di fondo: chi la deve pagare? Le aziende che dispongono di oltre 50 posteggi, certo, ma aggiungendola ai propri costi fissi o ribaltandola sui dipendenti? I centri commerciali, certo, ma di tasca loro o ribaltandola sugli utenti?

Il sindacato UNIA ha già messo le mani avanti, invitando le aziende assoggettate a non penalizzare i lavoratori. L’Associazione industrie ticinesi ha replicato: “Ma UNIA dormiva quando ci opponevamo alla tassa?”.
L’AITI ha invitato quindi le industrie associate a prelevare la tassa di collegamento ai propri dipendenti a titolo preventivo già dal mese prossimo, in attesa che il Tribunale federale si pronunci sui ricorsi contro la legittimità del balzello. Se infatti la tassa non venisse prelevata mese per mese e fosse ritenuta legittima dai giudici federali, i lavoratori si troverebbero a dover pagare in una sola volta una stangata di un migliaio di franchi (a tanto ammonta annualmente il balzello).

Ma facciamo un ragionamento molto semplice: se la tassa di collegamento ha lo scopo di ridurre il traffico pendolare, che effetto avrebbe se fossero aziende e centri commerciali a prendersela a carico? Praticamente nessuno, se non quello di indurre le ditte che se lo possono permettere a diminuire il numero di posteggi per pagare di meno. Logica ci dice che solo imponendo la tassa a chi va a lavorare o a far la spesa in auto si può produrre un certo effetto dissuasivo all’uso del veicolo privato.

Gli effetti sui comuni

Intanto i comuni toccati dalla tassa stanno cercando di capire quanto dovranno sborsare al Cantone, oltre agli aggravi già previsti dalla manovra finanziaria. Lugano stima una stangata tra i 600'000 franchi e il milione, un prelievo che andrà alla fine a carico dei contribuenti, in una situazione finanziaria già delicata per la Città. Locarno ha stimato tra i 150'000 e i 200'000 franchi per i posteggi che si trovano sul suo territorio e sono soggetti alla tassa. Anche questi soldi mancheranno nelle casse pubbliche. E l’incertezza impera a pochi giorni dall’entrata in vigore del balzello!

La logica del “fretta e furia” e le complicazioni burocratiche

La cosa più sensata sarebbe stata quella di prorogare l’entrata in vigore della tassa al 1° gennaio 2017. Ci sarebbe stato un po’ più di tempo per capire e organizzarsi, e magari per ottenere una risposta definitiva dal Tribunale federale. Ma ormai impera la logica della “fretta e furia”.

Quelli che abbiamo elencato sono gli effetti collaterali, imprevisti ma prevedibili, di una tassa che, al di là della propria – controversa - efficacia, sta generando e genererà una marea di lavoro burocratico, a livello pubblico e privato. A meno che, come abbiamo ironicamente scritto, qualcuno si inventi un’applicazione tipo Pokemon Go per scovare i posteggi da tassare…

Intanto, in attesa che il Tribunale federale si pronunci sui molti ricorsi fioccati contro il balzello – prima sulla concessione dell’eventuale effetto sospensivo e poi, con più calma, sulla legittimità della tassa, che in teoria dovrebbe entrare in vigore il 1° agosto, giorno della Festa Nazionale -, siamo al caos totale.

Un esempio lampante del caos

Un esempio lampante: una fiduciaria, per conto della proprietà, ha inviato ai locatari dei posteggi inseriti nell'autorimessa di un palazzo di corso San Gottardo a Chiasso una lettera del seguente tenore, della quale ha riferito oggi il Corriere del Ticino:

“Come lei sa il 5 giugno 2016 il popolo ticinese ha accettato in votazione popolare l'introduzione della tassa di collegamento. Anche Tetra SA è toccata da questa nuova disposizione legislativa che entra in vigore il 01.08.2016 per cui le verrà imposto un onere cospicuo. Di conseguenza, in nome e per conto di Tetra SA, disdiciamo il contratto di locazione in essere per il 30.09.2016. La nostra mandante è tuttavia ben disposta a rinnovare lo stesso, se accettasse un aumento mensile di pigione di 65 franchi + IVA a partire dal 01.10.2016. In caso affermativo vorrà tornare la copia della presente controfirmata in segno d'accordo ed accettazione entro il 31.08.2016. In seguito verranno emesse le nuove polizze di versamento. In caso negativo il posto auto dovrà essere liberato per il 30.09.2016, restituendo chiavi ed eventuali telecomandi”.

Riferendo della lettera agli inquilini dei posteggi, il Corriere ha titolato: “Stangata per le famiglie”. Ma non può essere così. Non sappiamo se i proprietari dell’autosilo abbiano fatto bene i calcoli (se abbiano affittato più di 50 posteggi a gente che li usa per lavoro), ma è chiaro che la tassa di collegamento verrà loro applicata soltanto per i posteggi affittati a scopo professionale e non come parcheggi di abitazione. Quindi, qualcuno al Cantone dovrà andare a verificare, per ogni posteggio privato che dispone di oltre 50 posti auto, quanti sono affittati a scopo abitativo e quanti a scopo professionale. Poi ci saranno ricorsi, contestazioni e chi più ne ha più ne metta…

Il regolamento stabilisce quali posteggi sono soggetti alla tassa

La tassa è stata concepita principalmente per centri commerciali e aziende, quindi per utenti e dipendenti, con l’obiettivo di ridurre il traffico pendolare. Chi ha un posteggio adibito ad abitazione non sarà quindi oggetto del prelievo. Il regolamento di applicazione elaborato dal Cantone è chiaro:

Non sono soggetti alla tassa i posti auto e gli spazi destinati esclusivamente:
a) al servizio di abitazioni;
b) a veicoli di servizio, fornitori, carico e scarico, esposizione e deposito.
Sono esentati dalla tassa i posti auto destinati esclusivamente per:
a) attività alberghiere e di ristorazione;
b) attività di svago e culturali (strutture sportive ed espositive, cinematografi, teatri, ecc.);
c) luoghi di culto;
d) i visitatori di strutture sociosanitarie.

Sono inoltre esentati:
a) i posteggi pubblici definiti come tali dai piani regolatori ai sensi della legge sullo sviluppo territoriale  del 21 giugno 2011, limitatamente ai posti auto non
riservati o concessi in abbonamento a utenti che si spostano sistematicamente (pendolari);
b) i posteggi di interscambio (Park and Ride);

La tassa di collegamento è stabilita:
a) per i posteggi destinati al personale e ad altri utenti che si spostano in modo sistematico in fr. 3.50 al giorno per posto auto;
b) per i posteggi destinati a clienti e visitatori in fr. 1.50 al giorno per posto auto”.

Ma queste regole chiare lasciano comunque ancora troppo margine a caos e incertezza…

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