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10.02.2014 - 13:010

Banca Centrale Europea: azioni e reazioni sui mercati

Mario Draghi non esiterà ad usare ogni strumento per difendere il suo mandato, ma per ora la strategia della BCE si limita a lasciare invariati i tassi di riferimento. Una politica accomodante che crea ottime opportunità finanziarie

di Loris Centola, Managing Director e Co-Head CIO WM Research di UBS

LUGANO - Qualche giorno fa, la Banca Centrale Europea (BCE) ha di nuovo deciso che la migliore mossa è quella di … non muoversi. Del resto, già durante il summit di Davos alla fine di gennaio Mario Draghi aveva confermato l'attuale politica monetaria. È allora giusto chiedersi se il banchiere centrale sia troppo ottimista o se piuttosto stia preparando qualcosa per supportare ulteriormente l'economia e quali potrebbero essere le sue prossime mosse.

La recente decisione della BCE 
Il 6 febbraio scorso Mario Draghi ha annunciato l'attesa decisione sui tassi d'interesse di riferimento: resteranno invariati. La situazione economica nella regione continuerebbe a migliorare molto lentamente. Il rischio di deflazione sarebbe limitato ma l'inflazione continua ad essere bassa (ultimo dato: 0,7%) a causa della scarsa domanda, un fattore che Draghi ha considerato normale in un momento di assestamento come quello che stiamo vivendo. I segnali della ripresa sarebbero tiepidi ma presenti, fra i quali la recente inchiesta sui prestiti bancari che, nonostante negativa, sarebbe in lieve miglioramento rispetto al terzo trimestre dello scorso anno. 
L'intervento (o il non intervento sui tassi) di Draghi era atteso dai mercati. Tuttavia, noto come ora diversi analisti stiano diventando più possibilisti su azioni marcate da parte della BCE a partire dal prossimo mese. Quali sono le cartucce rimaste alla banca centrale? 

Gli strumenti che la BCE può utilizzare dipendono dalla situazione
Non c'è una ricetta ordinaria in un momento straordinario. Da questo punto di vista, Draghi ha "copiato" il suo alter ego americano (Ben Bernanke), dichiarando che gli interventi futuri dipenderanno dalla situazione economico-finanziaria. In caso di restrizioni del credito interbancario e delle condizioni di liquidità, ad esempio, potrebbe ridurre il tasso sulle riserve obbligatorie. In alternativa, la BCE potrebbe lanciare una terza iniezione di liquidità alle banche o segnalare un supporto (più psicologico che reale) con un leggero taglio dei tassi (dello 0,10%/0,15% invece che il solito 0,25%). Qualora l'inflazione continui a scendere, Draghi potrebbe perfino adottare misure non convenzionali, come il taglio dei tassi d'interesse che le banche commerciali percepiscono presso la BCE per i depositi a negativo, al fine di incentivare il credito aziendale. Infine, come ultima istanza, rimane aperta l'opzione di "quantitative easing" all'americana. 
La situazione è meno semplice di quanto da me indicato. Infatti, alla difficoltà oggettiva di stimare cosa accadrà in futuro, si somma quella politica rappresentata in primis dalla Germania, che negli scorsi giorni ha rimandato alla corte di giustizia europea il giudizio di costituzionalità circa l'operazione messa in essere da Draghi nel 2012 e che ha fatto sì che il nostro BTP (tra gli altri) guadagnasse così tanto terreno. 

Politica accomodante vuol dire ancora opportunità
Le azioni future della BCE dipenderanno in gran parte da fattori regionali (ad esempio il tasso d'inflazione e la situazione del credito bancario) e internazionali (principalmente le recenti tensioni nei paesi emergenti). Il passato ci ha mostrato come la risposta delle banche centrali abbia un effetto positivo sui mercati finanziari. Pensiamo alle performance delle azioni e obbligazioni europee, americane, inglesi e più recentemente giapponesi dopo gli ingenti interventi monetari. Mario Draghi ha ancora dei colpi da sparare e, come ha mostrato sin dalla prima riunione da lui diretta, non esiterà ad usare ogni strumento per difendere il suo mandato relativo alla stabilità dei prezzi. Nonostante il tono parzialmente preoccupato, Draghi ha infatti fermamente ribadito la politica accomodante della BCE. Questo dovrebbe continuare a sostenere i mercati azionari, in particolare quello dell'area Euro. Essi offrono un buon potenziale anche grazie alla continuazione di dati economici positivi che dovrebbero presto tradursi nell'attesa crescita degli utili. In particolare, continuiamo ad essere selettivi sui settori ciclici (beni di consumo voluttuari), conservativi (farmaceutico) e bancari. 

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