CORONAVIRUS
In Ticino il 22% della popolazione ha avuto contatto col Covid. Ma non vuol per forza dire che è immune...
Cresce la percentuale della variante Delta fra i positivi, in Svizzera siamo al 45% dei casi, in Ticino (una settimana fa) al 22%. Merlani: "Vaccinatevi, adesso. Non vuol dire che non vi ammalerete ma che non farete decorsi gravi"

BELLINZONA - Conferenza stampa a Bellinzona, per parlare degli aggiornamento sulla situazione epidemiologica e sui risultati dello studio di sieroprevalenza. Presenti Raffaele De Rosa, Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità, Giorgio Merlani, Medico cantonale e Martine Bouvier Gallacchi, capo Servizio di promozione e valutazione sanitaria.

De Rosa: "Vaccinatevi per non andare incontro a una quarta ondata"

"Presentiamo le conclusioni dello studio di sieroprevalenza. In un anno e mezzo abbiamo fatto molta strada nella conoscenza del virus. Ogni volta il picco ci ha costretti a dolore rinunce ponendoci davanti a situazioni difficili. Adesso ci sono le varianti, alcune di esse preoccupanti. La situazione nel mondo appare fragili, nonostante il rilassamento e la voglia di prendersi un po' di libertà i dati ci indicano di essere prudenti. I paesi dove ora è inverno c'è una recrudescenza dei contagi con restrizioni. In Europa ci sono preoccupazioni per la Penisola iberica e la Gran Bretagna. La variante Delta si diffonde tra i giovani, più mobili e meno vaccinati".

"Se andate in vacanza vi invitiamo, oltre a prendere precauzioni, di informarvi sulla situazione del paese. Evitiamo le situazioni a rischio, comportiamoci con prudenza anche nel tempo libero e in vacanza".

"In Ticino la situazione non è del tutto stabile, settimana scorsa abbiamo avuto 95 casi positivi, quasi il doppio rispetto alla settimana precedente, in questo weekend i contagi sono saliti del 42%. L'estate attuale non può essere considerata allo stesso modo della scorsa, con una variante contagiosa che andrà a prendere il posto della inglese, diversa anche con le restrizioni che sono poche. Ci troviamo di fronte a una nuova fase, dove dobbiamo tener conto di varianti, maggior mobilità della popolazione, fasce di popolazione non vaccinata, poche restrizioni. Le ospedalizzazioni sono basse per fortuna. La chiave di volta sono i vaccini, ne abbiamo di sicuri. Dobbiamo capire che è ora che possiamo fare la differenza, ora che abbiamo le dosi e che la variante Delta non ha ancora preso il sopravvento. Non tergiversate più, per evitare una quarta fase. Abbiate fiducia e vaccinatevi".

"Dobbiamo dare una mano all'evoluzione, aspettare una immunizzazione naturale vorrebbe dire attendere anni, con sacrifici in termini economici e sociali. Lo studio di sieroprevalenza è stato voluto per capire i tempi del virus, degli anticorpi eccetera".

Martine Bouvier Gallacchi: "In Ticino il 22% della popolazione è stata a contatto col virus"

"Abbiamo dei test, che tutti conosciamo, il tampone che può essere positivo già una settimana prima della comparsa del virus, per cui si può isolare in tempo. Anche l'isolamento virale del tratto respiratorio, poco usato perché complesso, può trovare la positività qualche giorno prima della comparsa dei sintomi. Il test antigenico invece permette di trovare i sintomi solo poco prima del manifestarsi dei sintomi. Il corpo in risposta al virus sviluppa degli anticorpi, anche se si tratta solo di una parte della risposta immunitaria. L'altra è cellulare, basata su alcune cellule che sono misurate non con la diagnostica di laboratorio. Gli anticorpi ci sono utili per ragionare, anche se non sappiamo dopo 18 mesi quale è il correlato, ovvero non è detto che con molti anticorpi siete protett dal virus e per quanto. Alcuni posso essere sviluppati contro delle proteine, in questo caso la proteina Spike. Abbiamo anticorpi anche contro il nucleocapsoide, che non sono protettivi ma ci dicono che la persona è stata in contatto col virus. Il test effettuato ha misurato gli anticorpi contro le nucleocapsoide".

"Come si svolgeva il test? Con una goccia di sangue da un pic del dito, dopo un quarto d'ora nel test avevamo il risultato. Il primo campione era stato estratto da 1'500 persone, stratificate per età e sesso, dai 5 anni in su. 934 persone avevano potuto essere testate al primo studio, nel maggio dello scorso anno. Superavamo già le attese, ci sarebbe bastata la metà. La partecipazione è rimasta elevata. Per quattro volte si sono presentate le stesse persone, per sottoporsi al test che comportava quattro prelievi: graze a loro, ci permettono di avere dei risultati interessanti".

"Dopo la prima ondata il 9% della popolazione era stata a contatto col virus. Stabile durante l'estate, poi salita al 14% in autunno e inverno, e infine al 22%. Non troviamo differenze di sieroprevalenza tra uomini e donne o rispetto all'età (il campione dei bambini piccoli è poco). Il fatto di infettarsi non dipende dall'età"

"Dopo un anno abbiamo preso le 68 persone che già un anno fa avevano degli anticorpi contro la proteina nucleocapsoide, i 2/3 mantengono gli anticorpi. Non vuol dire che sono protetti ma per noi è interessante sapere che c'è una traccia del virus nel 62% della popolazione. Non c'è differenza rispetto a sesso e età, anche persone molto anziane hanno traccia. Se gli anticorpi restano nel corpo, possiamo pensare che anche quelli neutralizzanti e quelli cellulari siano presenti".

"Abbiamo studiato chi aveva già raggiunto due dosi di vaccino, 84 persone a quel momento maggiori di 65 anni. 72 di esse sono rimaste sempre negative al test degli anticorpi, 9 erano positivi al test ma lo erano già stati in precedenza, dunque non ha nulla a che vedere con la vaccinazione. 3 sono risultati positivi durante il quarto passaggio, può essere legato al fatto che si sono infettati nonostante la vaccinazione: qualcuno ha fatto l'infezione prima della completa vaccinazione".

"Attualmente in Ticino il 22% della popolazione è stata in contatto con il Covid. Non ci sono diffferenze particolare tra uomini e donne. Chi è inizialmente risultato positivo agli anticorpi lo è anche dopo un anno. Il vaccino che ha creato anticorpi non influenza i risultati del test: questo ci dà la prova che stiamo misurando la circolazione del virus indipendentemente al fatto di essere vaccinati o no". 

Merlani: "Over 50 vaccinatevi"

"Il test utilizzato è in grado di misurare se il nostro corpo ha reagito al virus vero, quello che provoca un'infezione eccetera. Il test che abbiamo noi, del nucleocapside, misura solo la malattia reale. Non ha a che vedere con la protezione ma solo con la circolazione del virus stesso".

"Abbiamo un'estate diversa a quella del 2020, dove c'erano misure di contenimento restrittive, avevamo pochi contagi, si stava molto attenti. Avevamo gli ospedali vuoti ma anche vari giorni di doppi zeri. Adesso è peggio. Non ci sono mai stati i doppi zeri, anche se per fortuna non ci sono morti. Il virus circola, più facilmente trasmissibile e la nostra pazienza ha toccato il fondo. Vedere ieri a Wembley 78mila persone senza mascherina, persone che strillavano e urlavano, ci mostra una situazione comprensibile di rilassamento. Non possiamo vivere all'infinito da reclusi ma dobbiamo sapere che le nostre scelte hanno un impatto. Mi auguro che i 78mila di Welmbley fossero vaccinati ma non ci credo".

"4 su 5 tra i ticinesi dovrebbero ancora ammalarsi, per cui immaginiamo che impatto avrebbe la variante senza vaccinazione".

"Non siamo ancora in grado di mettere in relazione diretta il numero di anticorpi misurati nel sangue e la garanzia che la persona sia protetta. Uno potrebbe avere gli anticorpi e fare l'infezione. La medicina misura quello che il corpo ha fatto, la capacità del corpo di difendersi è un'altra. Nella difesa contro il Covid è più importante la protezione cellulare, che va misurata con test molto particolari, col prelevamento dei globuli bianchi. Attenzione dunque a capire realmente cosa abbiamo misurato. Si può avere la malattia e avere o no sintomi, oppure una protezione contro la malattia grave. Il vaccino è stato studiato, analizzato e venduto per l'impatto sui decorsi severi. Il 95% di protezione è quello, il fatto che qualcuno si sia ammalato, con o senza sintomi, è possibile. Chi è vaccinato è meno probabile che si ammali e che la trasmetta, è una protezione nettamente superiore a quanto abbiamo potuto fare".

"Quanto dura la protezione? Pensiamo che quella data dal vaccino sia maggiore nel tempo e non solo rispetto a quella naturale. Chi è stato malato riceve il certificato Covid per sei mesi, i vaccinati per ora per un anno, ora vedremo andando avanti con lo studio".

"Alcuni vaccini proteggono in modo diverso dalla variante. Quelli omologati e usati in Svizzera sono sicuramente efficaci anche sulla variante Delta, soprattutto su una protezione da decorsi severi. Nelle case anziani dal 25 gennaio non ci sono praticamente più casi: erano passate tre settimane dal vaccino. Non ci sono state restrizioni particolari, anzi. Vedete quanto è utile la vaccinazione. Peccato avere uno strumento e non usarlo, o aspettare a usarlo: aspettare cosa? Chi pensa che l'estate tanto porta pochi rischi e lo stesso anche l'autunno, sbaglia. Ci vogliono circa sei settimane per essere protetti a metà ottobre, chi vuole aspettare faccia i propri calcoli, chi è indeciso si informi".

"Il virus al sud del mondo ha un impatto più forte del virus perché è in inverno. Altri paesi hanno avuto più casi della variante Delta. Studiate bene dove andare in vacanza: ci sono paesi europei in forte crescita di casi. Il 20-25% dei casi sono importati da Penisola Iberica e Gran Bretagna. Non è vietato ma fate attenzione. Servono mascherine, gel disinfettanti e vaccinazione".

"La variante Delta è presente anche in Svizzera. In un mese la variante Delta è passata dal 2% al 45% dei casi. Molto contagiosa, circola nei giovani, non ha avuto un impatto a livello di ospedalizzazioni importanti: certo, fare il 50% su un piccolo numero è diverso che farlo con numeri maggiori. A livello ticinese abbiamo una settimana circa di ritardo, e una settimana fa avevamo il 22% di variante Delta".

"Siamo sempre tra i Cantoni con l'adesione maggiore al vaccino, penso per il fatto che abbiamo avuto una storia difficile e che siamo al Confine. Non vi do una cifra che mi attendo, più alto è il numero dei vaccinati meglio è. Non pensiamo alla chimera dell'immunità di gregge, è fondamentale che chi ha rischia un decorso severo, ovvero gli over 50, si vaccini. Non è che non si ammaleranno ma non avranno decorsi gravi. Il Consiglio Federale ha dato libertà, è giusto così. I giovani si ammaleranno con pochi decorsi gravi, gli over 50 se sono vaccinati non faranno un decorso grave. Il gioco è lì".

"Vogliamo continuare a monitorare gli anticorpi nel sangue. Vorremmo fare un quinto e un sesto rilevamento, spero che chi ha aderito continui a farlo".

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