BELLINZONA – Sulla storia e la sorte di Arlind Lokaj, il 17enne kosovaro a cui è stato negato il ricongiungimento con la madre, si è detto, nel bene o nel male, molto. Lo si è fatto sui media, sui social e anche in piazza, con il corteo che martedì scorso ha portato nelle strade di Bellinzona molti altri giovani a sostegno di Arlind.
E in campo scendono ora anche alcuni deputati. “Considerata la gravità della situazione – scrivono –, visto che al giovane non possono essere imputate delle ‘colpe’ e valutata la sua riuscita integrazione in Ticino”, lanciano quindi una mozione sottoscritta da diversi capi gruppo (firmatari sono Pelin Kandemir Bordoli per il gruppo socialista, Fiorenzo Dadò per il gruppo PPD, Christian Vitta, capogruppo PLRT e Francesco Maggi per il gruppo dei Verdi) e chiedono con urgenza al Consiglio di Stato di: sospendere l’allontanamento dalla Svizzera di Arlind Lokaj e concedergli ai sensi della Legge Federale sugli Stranieri, che riconosce delle deroghe alle condizioni d’ammissione, un permesso di soggiorno in Ticino.
“Come riportato dalla stampa – si legge nelle motivazioni della mozione –, il giovane Arlind Lokaj è nato a Locarno da genitori kosovari e ha trascorso i suoi primi anni di vita in Ticino. In seguito alla separazione dei suoi genitori il padre l’ha portato con sé in Kosovo. Il giovane è poi rientrato in Ticino nel 2010 per ricongiungersi con sua madre che risiede da 36 anni in Svizzera ed è titolare di un permesso di domicilio (permesso C)”.
“In questi anni – aggiungono – il giovane si è molto ben ambientato in Svizzera integrandosi perfettamente nella nostra realtà. Anche l’affetto e la solidarietà espressa in questi giorni dai suoi amici e compagni dimostra il suo ottimo inserimento in Ticino. Il giovane Arlind ha solo 17 anni e secondo la decisione dell’autorità cantonale deve ora rientrare in Kosovo dove non ha più nessuno”.
I deputati, concludono, “non mettono in dubbio che la decisione della Sezione della popolazione del Dipartimento delle Istituzioni sia fondata su basi legali, ma tenuto conto delle difficili condizioni di vita del ragazzo che ha solo 17 anni (e ricordiamo è nato in Ticino e ha vissuto qui i suoi primi anni), del fatto che si è perfettamente inserito in Ticino senza creare nessun tipo di problema e visto che in Kosovo non ha più nessuno, ritengono che l’autorità cantonale possa e debba utilizzare i margini concessi dalla Legge federale, per concedere un permesso di soggiorno al giovane affinché possa restare in Svizzera insieme a sua madre”.