Arlind
15.04.2014 - 18:590
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Pietro Martinelli, in piazza per Arlind, spara sul Governo: "Una decisione di ordinario cinismo"

In piazza anche il presidente del Governo Manuele Bertoli. L'ex ministro: "Il Consiglio di Stato deve tornare sulla decisione. Se lo facesse sarebbe un bel segnale per il Paese, meglio se lo facesse cinque a zero”

BELLINZONA – Il più duro è stato l’ex consigliere di Stato socialista Pietro Martinelli. “Quella della maggioranza del Governo su Arlind – ha detto intervenendo in piazza Governo alla manifestazione a sostegno del giovane kossovaro – è stata una decisione di ordinario cinismo. Una ingiustizia. Un caso trattato senza umanità e sensibilità”.

Di fronte a Palazzo delle Orsoline si sono uniti ai manifestanti che nel tardo pomeriggio hanno sfilato per le vie di Bellinzona anche il ministro Manuele Bertoli, che era contrario all’espulsione di Arlind, e alcuni deputati. Oltre ai deputati dei Verdi e socialisti, tra cui il presidente Saverio Lurati, e al sindaco di Bellinzona, Mario Branda, spiccavano la presenza del capogruppo PLR Christian Vitta e di Sergio Morisoli, di Area liberale. L’arrivo della manifestazione in piazza Governo ha coinciso con la fine della seduta parlamentare.

“Siamo qui per aiutare chi detiene il potere a cambiare la propria decisione – ha aggiunto Martinelli -. Com’è possibile costringere un giovane come Arlind ad andarsene? Il Consiglio di Stato deve tornare sulla propria decisione. La legge consente di cambiarla. E se lo facesse sarebbe un bel segnale per tutto il Paese, meglio ancora se lo facesse cinque a zero”.

Giovanni Orelli: “Spero vinca la solidarietà e non la sorda chiusura”

La parte ufficiale è stata aperta da Chiara Orelli, che ha letto un messaggio del padre, Giovanni: “Il mio parere, che chiede di accogliere Arlind e non di espellerlo, si basa sul valore della solidarietà, che oggi in Ticino va potenziata con la forza dell’esempio. Con questa richiesta difendo il mio vivere, i miei valori e quelli della Svizzera. Spero che vinca la solidarietà e non la sorda chiusura”.

La fidanzata Alice: “Le eccezioni si fanno solo per i più forti”

Ha parlato anche Alice, la fidanzata di Arlind: “È questa l’applicazione della legge dopo il voto del 9 febbraio? Strappare un ragazzo ai suoi affetti? E allora perché, se si vuole rispettare la legge, non si fa chiudere il Foxtown alla domenica? Le eccezioni si fanno soltanto per i più forti”.

Kandemir: “Questo Cantone non ascolta le parole del Papa?”

Duro anche l’intervento della capogruppo del Partito socialista, Pelin Kandemir Bordoli: “Siamo qui per chiedere a gran voce un atto di solidarietà  - ha detto -. A rappresentare quella parte del Ticino che ancora crede nell’ascolto e nell’accoglienza. Chi oggi, con la decisione di espulsione, si appella alla legalità, in altre situazioni la legalità la mette in cantina. Questo Cantone e i politici che si ispirano ai valori cristiani non ascoltano le parole di Papa Francesco?”.

Miguel: “Continueremo a combattere!”

In piazza ha parlato pure Miguel, portavoce degli “Amici di Arlind”: “Siamo qui per manifestare il nostro ribrezzo e disgusto per la decisione del Governo. Non ci arrenderemo ma continueremo a combattere. Arlind deve restare!”.

Il Governo risponde

Nel frattempo il Consiglio di Stato ha comunicato di aver evaso gli atti parlamentari pendenti sul caso dei due giovani. In attesa di una risposta vi erano ancora una mozione e due interrogazioni. Il Governo ticinese nella sua seduta odierna ha ribadito quanto aveva deciso lo scorso 9 aprile. Nel caso del 17enne di origini kossovare Arlind Lokaj, il Consiglio di Stato non vedeva quella situazione eccezionalmente critica da giustificare una richiesta presso l'Ufficio federale della migrazione per un permesso di dimora quale caso di rigore. Per il 23enne iraniano Yasin Rahmany, invece, una richiesta in tal senso è stata inviata a Berna poiché il suo rientro in patria potrebbe essere rischioso.

emmebi

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