Fangoemorte
17.12.2014 - 18:280
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Bombinasco, verso il non luogo a procedere: l’uomo non c’entra, all’origine della tragedia solo le intense piogge

Mancanze non sono state riscontrate nemmeno dal profilo delle licenze edilizie. Entrambe i rapporti commissionati dalla procura, al geologo cantonale e al commissariato di Lugano, non hanno evidenziato elementi di rilevanza penale

LUGANO – Nessuna colpa: nella frana che, il 5 novembre scorso, causò la morte di Monica Moriggia e della figlia Alice, l’uomo non c’entra. “La tragedia è da imputare unicamente a fattori meteorologici”, questa la conclusione, riportata oggi dalla RSI, del geologo cantonale Giorgio Valenti, autore di uno dei due rapporti commissionati dalla procura nell’ambito dell’inchiesta aperta su quanto avvenuto a Bombinasco.

Inchiesta che, riferisce sempre la RSI, si concluderà quindi a breve con un decreto di non luogo a procedere. Come il primo, anche il secondo rapporto infatti, stilato dal commissariato di Lugano, non ha evidenziato elementi di rilevanza penale.

Il rustico fu trasformato nei primi anni Ottanta da stalla ad abitazione. La polizia, che ne ha esaminato l’intero iter edilizio, non ha però riscontrato alcuna negligenza nel rilascio dei permessi, le autorità cantonali e comunali hanno quindi agito in maniera corretta.

Come da scartare, secondo i contenuti del primo rapporto, l’ipotesi di una concausa da ricondurre a una instabilità del terreno dovuta a eventuali interventi effettuati in passato nella zona. Per il geologo cantonale, come detto, a causare la frana furono le piogge di quei giorni e, soprattutto, l’intensità di quelle cadute nelle ultime due ore prima del crollo.

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