*Di Oliviero Pesenti
Mancano pochi giorni alle elezioni federali. La storia ci insegna che, purtroppo, le considerazioni economiche raramente influiscono sulle decisioni di voto. Nel 2019, ad esempio, il tema predominante è stato il cambiamento climatico, mentre solo il 7% degli intervistati ha considerato l'economia e la competitività svizzera come fattori cruciali nella loro scelta. Data l'importanza cruciale dell'economia per il nostro paese, questo è indubbiamente un valore scandalosamente basso.
Forse ciò accade perché si tende a dare tutto, compreso il benessere, per scontato. L'economia svizzera, dalle piccole imprese alle grandi aziende, rappresenta il vero motore della prosperità del nostro territorio. Queste aziende generano posti di lavoro, stimolano l'innovazione e finanziano i servizi pubblici attraverso le loro imposte.
Attualmente, il Governo federale raccoglie sei volte di più dalle tasse sugli utili rispetto a 30 anni fa. È quindi logico e indispensabile che la voce dell'economia venga maggiormente ascoltata e considerata, non solo nei dibattiti pubblici ma anche attraverso la rappresentanza eletta proveniente da questo settore. Tuttavia, le imprese e gli imprenditori non dovrebbero solo contribuire con la loro esperienza al dibattito politico, ma anche assumersi la responsabilità del bene comune. Il corso politico dei prossimi quattro anni verrà definito questo ottobre. Invece di concentrarci su spettacoli collaterali effimeri e discordanti, dovremmo focalizzarci sugli aspetti che determinano il successo del nostro paese.
I legami economici devono essere posti al centro dell'attenzione, poiché la nostra prosperità richiede un'economia di successo che fornisca lavoro a quasi 5 milioni di persone e che formi oltre 170 mila apprendisti. Per garantire sistemi di assistenza sociale sani, un approvvigionamento energetico funzionante e progressi nella protezione del clima, sono necessarie aziende efficienti, motivate e innovative. Ciò significa che abbiamo bisogno di un Parlamento che promuova politiche favorevoli alle imprese, il che, in definitiva, beneficia tutti i cittadini. Questa necessità di evoluzione sociale è in netto contrasto con la lentezza dei cambiamenti nella politica; anche in Svizzera vi sono sempre più movimenti critici verso la creazione di ricchezza e orientati a pretendere tutto dallo Stato, che spesso offre protezione proprio a coloro che sono riluttanti al cambiamento. Mentre una parte della classe politica è tentata di lasciarsi cullare dalla melodia del "a sa po’ mia" ho la profonda convinzione che la maggior parte dei nostri concittadini sia favorevole al cambiamento, anche se ciò comporterà vincitori e vinti.
È importante sottolineare che il cambiamento non deve essere imposto, ma preparato. Alla radice dell'attuale disimpegno dei cittadini verso la politica c'è il sentimento che i politici trascorrano più tempo a comunicare che ad agire. Oggi, non basta più enunciare la propria volontà; per convincere, bisogna agire. È esattamente ciò che gli imprenditori fanno ogni giorno. Il ritmo del mondo è cambiato radicalmente e percepiamo l'accelerazione del tempo quotidianamente.
Dall'impiegato che svolgerà diversi mestieri nel corso della sua carriera, al dirigente d'azienda che deve presentare piani strategici sempre più concisi e allineati alle pressioni degli analisti finanziari. In questo contesto altamente destabilizzante, la politica non può restare passiva, ma deve seguire imperativamente questo cambiamento che modifica inevitabilmente le condizioni del mercato del lavoro e obbliga le aziende, grandi e piccole, ad adattarsi rapidamente coinvolgendo dipendenti, fornitori e clienti.
Il sistema imprenditoriale svizzero è estremamente solido, nonostante i periodi di crisi economica dovuti alle contingenze geopolitiche mondiali. Per fortuna, non abbiamo ancora vissuto una vera crisi, come invece è accaduto in altri paesi vicini. Ma la domanda è: per quanto tempo ancora potremo permetterci di mantenere un livello di protezione sociale senza mezzi adeguati? Forse fino a quando non ci renderemo conto dell'ambivalenza di vivere in un mondo competitivo senza più essere competitivi?
È giunto il momento di fare scelte coraggiose, talvolta dolorose, ma necessarie. E soprattutto di dire alle cittadine e ai cittadini come stanno effettivamente le cose. In modo reale, senza allarmismo, ma con trasparenza, senza fini elettorali, dogmatici o ideologici. Gli imprenditori possiedono questa capacità, è parte integrante del loro DNA, poiché sono in gioco il futuro delle loro aziende e dei loro collaboratori. Purtroppo, solo una piccola percentuale di loro ha il tempo da dedicare alla politica attiva ed è un vero peccato, perché la presenza di più imprenditori nel Parlamento federale rappresenta un vero valore aggiunto per tutti, e soprattutto per il nostro Canton Ticino. La presenza di imprenditori agisce come catalizzatore per l'innovazione, la crescita economica, gli investimenti in ricerca e sviluppo, e la creazione di posti di lavoro. Inoltre, crea una connessione diretta tra il mondo politico e il settore privato, contribuendo così a un dialogo più efficace tra le due parti.
Questo dialogo può portare a politiche più mirate e all'eliminazione degli ostacoli che frenano la crescita delle imprese. Un imprenditore nel Parlamento federale può contribuire in modo significativo alla formulazione di politiche economiche e sociali adatte alle esigenze specifiche del Cantone Ticino. Infine, la presenza di un imprenditore nel Parlamento federale può ispirare altri a intraprendere la strada dell'imprenditoria.
Questo è particolarmente importante in un Cantone come il Ticino, dove le PMI svolgono un ruolo cruciale nella creazione di ricchezza e posti di lavoro. In conclusione, rivolgo un appello a tutti i sostenitori di un'economia forte a impegnarsi. È ora di superare la prudenza che ci contraddistingue e di rafforzare in modo udibile, visibile e concreto l'economia in vista delle prossime elezioni autunnali, sostenendo con convinzione i rappresentanti che provengono da questo settore.
Presidente AITI - Associazione Industrie Ticinesi