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Politica e Potere
25.09.2017 - 11:380
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Bufera sul docente Maurizio Cimarosti per i suoi post sulla civica: "L’ignoranza, la demagogia e il populismo hanno convinto i ticinesi". Pubblica una foto di Hitler con la scritta: "Un prodotto della democrazia", ma poi si scusa. L'UDC: "Un docente stran

Le scuse del docente che insegna a Barbengo: "Ritengo che l'insegnamento della civica sia un punto importante del nostro sistema scolastico. Mi scuso se qualche mio post possa aver cagionato offesa a qualcuno: non era questo l'intento e neppure vi era volontà di contestare lo strumento del voto popolare che, anzi, ritengo sia un punto di prestigio per la Svizzera”

LUGANO - “A quanto pare l’ignoranza, la demagogia e il populismo hanno convinto il 71% dei ticinesi. Una brutta sconfitta per il Ticino e il prezzo lo pagheranno i nostri e vostri figli. Va bene: prima lezione di civica: una riflessione su questa deriva”. Post al vetriolo, quelli pubblicati nelle ultime ore su Facebook - dopo l’esito del voto sull’insegnamento della civica, che ha segnato il successo dell’iniziativa popolare -, da Maurizio Cimarosti, docente della Scuola Media di Barbengo. L’insegnante ha anche pubblicato una foto di Hitler con la scritta: “Un prodotto della democrazia”.
"Difficilmente – ha scritto ancora Cimarosti - poteva andare diversamente oggi, giacché statisticamente gli ignoranti sono di norma maggiori di coloro che non lo sono".
E si è scatenata la bufera. Anche se nel frattempo il docente si è scusato e ha cancellato i post: “Accetto il voto popolare avvenuto domenica – ha scritto facendo ammenda -. Continuerò, come i miei colleghi, ad insegnare con professionalità e dedizione i valori del nostro sistema di democrazia semidiretta. Ritengo che l'insegnamento della civica sia un punto importante del nostro sistema scolastico. Mi scuso evidentemente se qualche mio post possa aver cagionato offesa a qualcuno: non era questo l'intento e neppure vi era volontà di contestare lo strumento del voto popolare che, anzi, ritengo sia un punto di prestigio per la Svizzera”.

Ma le scuse non bastano all’UDC, che in una nota stampa scrive di aver preso atto “con rammarico e sgomento” delle affermazioni di Cimarosti. “Oltre a ciò, ha bollato pubblicamente la proposta  come un prodotto del nazismo. Queste sono affermazioni gravissime, a maggior ragione se pronunciate da un docente che si rifiuta di accettare una decisione popolare dove il 63,4% dei ticinesi ha deciso in modo del tutto legittimo di voler inserire nella griglia oraria una nuova materia, la Civica appunto”.

Nel mirino anche il direttore della scuola di Barbengo: “L’UDC condanna fermamente queste affermazioni e ancor più il lassismo dimostrato dal direttore dell’istituto scolastico, Marco Calò, il quale, in una dichiarazione al portale Ticinonews, ha minimizzato l’accaduto dichiarando che il docente aveva chiesto scusa pubblicamente e che avrebbe accettato l’esito del voto. Il direttore avrebbe dovuto prendere chiari provvedimenti verso il docente che ha offeso e denigrato la maggioranza del popolo ticinese. Un docente che, in ragione del suo ruolo fondamentale nell’educazione dei nostri giovani, dovrebbe per primo rispettare le decisioni popolari e non denigrarle perché non gradite. A docenti come Cimarosti affidiamo l’educazione dei nostri figli?

L’UDC per mano del gruppo parlamentare presenterà un atto parlamentare per chiedere al Consiglio di Stato di prendere seri provvedimenti verso il docente che si è macchiato di questo insulto verso il popolo ticinese, chiedendo almeno un ammonimento corredato da una sospensione professionale e salariale. Inoltre si chiede di richiamare ai suoi doveri pure il direttore dell’istituto scolastico che ha cercato di nascondere lo sporco sotto il tappeto legittimando e banalizzando di fatto le dichiarazioni del docente.

Questi atteggiamenti incivili non sono da noi tollerati, a maggior ragione se commessi da docenti stranieri che non rispettano le nostre Istituzioni come nel caso del signor Cimarosti (titolare permesso C). Questo anche a tutela dei molti docenti che operano con impegno nella scuola pubblica, che favorevoli o contrari alla proposta in votazione, accettano però democraticamente il verdetto popolare”.

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