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Cronaca
24.10.2017 - 09:260
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Botte e sangue nella notte di Lugano. "Prima o poi ci scapperà il morto, lo sappiamo tutti che accadrà. Il problema del Quartiere Maghetti è quella discoteca: bisogna chiuderla. Le parole di Borradori ci hanno fatto piacere. Bertini? Soddisfatti del servi

Intervista al segretario della Fondazione Maghetti Alberto Montorfani: "I fatti che sono successi venerdì notte non mi hanno sorpreso. Quella discoteca è una valvola di sfogo per una certo tipo di sottocultura. È una sorta di incubatrice di risse e di violenza. Questo non è un’opinione ma un fatto"

LUGANO - “I fatti che sono successi venerdì notte non mi hanno sorpreso”. Sono scolpite dall’amarezza, e da un filo di rabbia, le parole con cui Alberto Montorfani, segretario della Fondazione Maghetti, commenta la maxi rissa, con accoltellamento, avvenuto nella notte tra venerdì e sabato.

 

Un episodio quasi atteso e per nulla isolato, secondo la testimonianza di Montorfani, che ai microfoni di Liberatv esterna il sentimento di forte preoccupazione che anima un prezzo del cuore pulsante del centro di Lugano.

 

“Sono vent'anni - dichiara il segretario della Fondazione Maghetti - che nonostante tante belle parole, il promotore della discoteca, che è sempre lo stesso, non ha mai cambiato impostazioni al locale. E regolarmente succede di tutto”.

 

“Tutti sanno - prosegue Montorfani - che il problema nasce da lì. Il mio, intendo sottolinearlo, non è un’accusa generica contro le discoteche: la Piccionaia, ad esempio, è a pochi metri di distanza eppure non crea problemi. Quello che non va bene è proprio il tipo di impostazione che viene data in quella discoteca (il Blue Martini, ndr.) e che attira un certo tipo di clientela. Ora si potrà dire che questa volta gli autori della rissa non erano nel locale, non lo so. Ma quel che è sicuro è che il “giro” di personaggi che frequentano quell’esercizio pubblico è della stesso tipo degli autori dell’episodio avvenuto venerdì notte”.

 

Il segretario della Fondazione non difetta in chiarezza nell’esporre il suo punto di vista: “Prima o poi ci scapperà il morto, lo sappiamo tutti che accadrà. Quella discoteca è una valvola di sfogo per una certo tipo di sottocultura. È una sorta di incubatrice di risse e di violenza. Questo non è un’opinione ma un fatto. La soluzione è molto semplice: bisogna chiudere, è l’unica cosa sensata da fare”.

 

Quindi a suo avviso basterebbe chiudere il locale per risolvere tutti i problemi di ordine pubblico in quella parte del centro cittadino? “Sì, però senza riaprirla con un’altra gestione. Servirebbe un decennio sabbatico per fare in modo che non torni la stessa clientela e che si possa ridare un’immagine positiva al luogo”.

 

A Montorfani chiediamo un commento sulla reazione del sindaco Marco Borradori che ha promesso il "pugno di ferro" e un piano d'azione immediato per far fronte alla situzaionze: “Le parole del sindaco sono state molto opportune e ci hanno fatto piacere. Ha dimostrato di aver capito la nostra preoccupazione, ha manifestato concretamente la volontà di ascoltare quanto succede nei dintorni del Quartiere Maghetti da chi ci vive e ci lavora, e soprattutto ha colto la necessità di andare al cuore del problema per trovare delle soluzioni immediate. Bisogna considerare che il centro della Città si sta allungando verso il parco Ciani. Ci sono segnali positivi: noi abbiamo investito 6 milioni per rilanciare il Quartiere. E anche in questo senso è importante che la Città si prenda cura di questi segnali di ripresa, mostrando vicinanza e intervenendo tempestivamente laddove ci sono dei problemi. Perché episodi come quelli di venerdì notte non fanno bene a Lugano e alla sua immagine”.

 

E, infine, cosa pensa invece delle parole di Michele Bertini? “Capisco il suo sguardo a lungo termine sull’inasprimento delle pene. E tengo a dire che siamo soddisfatti del servizio della polizia comunale. Hanno anche imposto un servizio di sicurezza alla discoteca, ma purtroppo non sembra funzionare un granché. In ogni caso bisogna lavorare tutti insieme affinché i problemi vengano risolti nel minor tempo possibile”.


AELLE
 

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