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21.01.2018 - 20:140
Aggiornamento: 13.07.2018 - 15:11

Dopo i disordini della Valascia, Gobbi vuole il pugno duro. "Biglietti nominativi per i tifosi ospiti, a Zugo chiedono un documento d'identità e funziona"

Il Ministro torna sul caotico pomeriggio di domenica scorsa, quando gli ultrà del Losanna hanno portato sconquasso alla pista leventinese. "Nonostante il buon lavoro offerto dai miei serviti, bisogno rivedere l'approccio. Col mio Dipartimento mi impegnerò in quella direzione"

AMBRÌ – Una partita a medio rischio (quindi con un buon dispositivo di Polizia) organizzata di domenica per favorire le famiglie, una festa che in breve è diventata un pomeriggio da incubo, soprattutto per i bambini presenti. Norman Gobbi non dimentica i tafferugli, che per fortuna non hanno causato feriti, a margine di Ambrì-Losanna, e vuole intervenire col pugno duro.

“Un episodio dal quale tutti dobbiamo trarre gli opportuni insegnamenti poiché, nonostante l’attività di prevenzione e di sensibilizzazione finora svolta, ci sono tuttora delle persone che si recano alle manifestazioni sportive soltanto per creare disagio e sfidare gli addetti alla sicurezza.
Questo fatto mi porta a dire che, nonostante il buon lavoro offerto dai miei servizi, è giunto il momento di rivedere l’approccio con cui viene gestita la sicurezza degli eventi sportivi
in Ticino, con particolare riferimento al disco su ghiaccio”, scrive sul Mattino-

E come primo intervento propone il biglietto nominativo, come si usa negli stadi italiani, quanto meno per i tifosi ospiti. “Ogni biglietto deve essere associato a un nominativo, in modo da poter procedere subito con una diffida o una pena più severa in caso di comportamenti punibili (violenza, danneggiamenti, fumogeni, torce e lancio di materiale in pista). Inoltre, l’obbligo di lasciare i propri dati, esercita un forte potere dissuasivo che contribuisce da solo alla spontanea riduzione delle situazioni critiche. Solo in questo modo riusciremo a tenere distanti i malintenzionati dalle piste”. A Zugo, sottolinea, viene chiesto un documento d’identità all’acquisto del biglietto e ciò ha portato a buoni risultati. Fra i reati punibili, c’è anche la dissimulazione del volto.

“Cercherò con il mio Dipartimento di approfondire la tematica con i principali attori coinvolti: la Polizia cantonale, la Federazione Svizzera di Hockey e i club sportivi. Si tratta di trovare delle soluzioni utili e soprattutto condivise che consentano agli appassionati di sport di accedere alle strutture in totale sicurezza”, termina.
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