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01.02.2018 - 15:380
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

No Billag, anche Sergio Ermotti si schiera contro l'iniziativa: "La proposta va troppo oltre. La SSR ha fatto tanto per il nostro paese. Ma l'azienda ascolti le critiche: è costosa e non imparziale"

Il CEO di UBS sul voto del 4 marzo: "Solo perché non siamo d’accordo su tutto, non possiamo permetterci di buttare via il bambino con l’acqua sporca"

LUGANO - “Solo perché non siamo d’accordo su tutto, non possiamo permetterci di buttare via il bambino con l’acqua sporca”. Anche Sergio Ermotti dice la sua sull’iniziativa No Billag, schierandosi sul fronte del “no” alla proposta di abolizione del canone.

 

il CEO di UBS si è espresso tramite un articolo pubblicato stamane dal Corriere del Ticino. “Per me - premette Ermotti - è evidente che anche in futuro la Svizzera necessiterà di un servizio radiotelevisivo pubblico. Questo già solo per ragioni di coesione nazionale, visto che siamo un Paese con culture e lingue diverse”.

 

Ma non sono solo rose fiori: “La domanda che dobbiamo porci è: com’è possibile che si sia arrivati a mettere in discussione fino a questo punto la SSR? A mio avviso, le principali critiche riguardano i costi e l’imparzialità. La qualità complessiva della SSR è elevata. (…) Ma questa qualità ha un prezzo elevato. In parte questi costi sono giustificati dalla necessità di coprire le quattro regioni linguistiche, ma è altrettanto lecito chiedersi se tutto quello che producono le nostre emittenti pubbliche sia davvero necessario. Nonostante l’elevata qualità, ci sono studi che rivelano come molti in Svizzera trovino da eccepire sull’imparzialità della copertura giornalistica. Ascoltando come vengono riportate e analizzate le notizie riguardanti la piazza finanziaria, l’economia e la politica, posso ben capire che qualcuno abbia il riflesso di inviare almeno un segnale di necessità di cambiamento. Capita spesso, infatti, che i servizi siano poco fondati o addirittura di parte e politicamente schierati. Questo non dà certo un’immagine d’imparzialità e danneggia la credibilità. In ogni caso, che le critiche siano giustificate o no, «perception is reality». Recentemente più del 50% della popolazione era disposto a votare a favore dell’iniziativa”.

 

Fatte le critiche il numero di UBS ammonisce: “Votare sì solamente per mandare un segnale di protesta sarebbe una scommessa rischiosa”. Ma, aggiunge, “a prescindere dall’esito delle urne la SSR dovrebbe comunque prendere sul serio le critiche e le perplessità di una gran parte della popolazione e agire di conseguenza. Il servizio radiotelevisivo svizzero ha fatto tanto per il nostro Paese e merita l’opportunità di trarre le dovute lezioni da questa esperienza. Altrimenti è già prevedibile un’altra iniziativa, questa volta più pragmatica. In un’azienda privata le cose non andrebbero diversamente. Quando gran parte degli azionisti e dei clienti non concorda con il corso intrapreso, devono essere adottate contromisure. La SSR è un’istituzione preziosa e insostituibile per il nostro Paese. Anche se la «No Billag» rappresenta un tentativo di rispondere a una situazione non ottimale, l’iniziativa va troppo oltre”.

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