CRONACA
Allarme impresari costruttori: "Ci sono troppi padronicini italiani in Ticino"
Il direttore della SSIC Vittorino Anastasia è soddisfatto per la tenuta del settore nel 2012, ma a preoccupare sono i 38mila padroncini d'oltre frontiera che "fanno concorrenza sleale"

BELLINZONA - L'edilizia ticinese tiene, il settore è in salute, il 2012 ha fatto segnare un record di domande di costruzione di case e appartamenti. Insomma c'è tutto per far sorridere gli impresari costruttori. E invece c'é poco da ridere, perché a trasformare il sorriso in una smorfia del direttore della Società svizzera impresari costruttori sezione Ticino Vittorino Anastasia sono i padronici e lavoratori distaccati. 

Tracciando il consueto bilancio in vista dell'assemblea generale, Anastasia snocciola i numeri della preoccupazione: "Ne 2012 il numero di distaccati e padroncini è aumentato del 43% e le proiezioni per quest'anno indicano un aumento da 23 mile a 35 mila unità". Proiezioni che però rischiano di essere ancora pi`negative perché considerando l'evoluzione a partire dal mese di aprile di quest'anno, si rischia finire il 2013 con oltre 38 mila concorrenti provenienti da oltre confine. 

Per Anastasia il quadro è quindi preoccupante e urge un intervento deciso della politica e in particolare del Governo attraverso ad esempio "una sana ostruzione", come ad esempio l'abolizione delle notifiche online. Da parte loro, gli impresari costruttori intendono puntare alla sensibiizzazione perché "se arrivano 38 mia distaccati e padroncini vuol dire che qualcuno li chiama".

E il problema non è tanto la concorrenza, che in un sistema liberale è la base del libero mercato, quanto la concorrenza sleale. E per Vittorino Anastasia il fatto che riescano ed essere concorrenziali è "semplicemente perché non rispetta­no i salari minimi imposti dai con­tratti collettivi". Un concorrenza che in teoria, se venissero rispettate le condizioni, non sarebbe possibile perché se un mura­tore ticinese, che guadagna in media 30 franchi l'ora più 20 franchi di oneri sociali per un totale di 50 franchi l'ora,  un muratore italiano che lavora in Sviz­zera per una ditta con sede in Italia costerebbe 66 franchi l'ora perché in Italia gli oneri sociali sono pari al 120% della tariffa oraria. Quindi per la SSIC c'è solo una spiegazione: vengo­no pagati con la tariffa oraria italiana 33 franchi in tutto e, per i controlli, vengono conteggiate meno ore ma a tariffa svizzera. 

A turbare il sonno degli impresari c'è anche la legge sulla pianificazione del territo­rio, che "compor­terà una forte riduzione dei terreni edificabili e quindi un rincaro dei prezzi degli stessi" ha sottoineato il presidente della SSIC Cleto Muttoni. Una grana per gli impresari che si aggiunge dopo l'accettazio­ne dell'iniziativa Weber che ha bloc­cato la costruzione di residenze se­condarie. Colpa anche del Governo, secondo la SSIC, che prevede di tassare il plusvalore oltre il 20% pre­visto da Berna con l'e­sigibilità dell'importo entro 15 anni dall'entrata in vigore della misura pianificatoria. Insomma per Muttoni è "un inasprimento in­comprensibile e inaccettabile che punirebbe i proprietari di case e ap­partamenti. La legge sulla pianificazione del territorio non è altro che una legge finanziaria che andrà a colpire i proprietari fondiari. A tal proposito invita Commissione e Gran Consiglio a correggere il tiro e a tenere maggiormente in conside­razione chi investe capitali e che ali­menta la crescita e lo sviluppo del Paese".  

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