CRONACA
Longlake Festival: ecco come nasce l'evento dell'estate luganese
Claudio Chiapparino, "papà" del Longlake: "Ero in Scozia e mi sono ispirato a loro. Abbiamo liberamente tradotto in inglese maccheronico il termine lungolago"

LUGANO - Molti ricorderanno quando qualche anno fa il Municipio di Lugano decise di chiudere alla circolazione stradale il lungolago durante i fine settimana estivi. Fu un piccolo evento per i luganesi che armati di pattini, bici, trotinettes, skateboard o semplicemente a piedi presero d'assalto la strada liberata dal traffico. Ma l'euforia durò poco. Col passare del tempo, dopo l'effetto novità, in molti lamentarono una scarsità di iniziative per animare uno dei punti più suggestivi della città. 

Lugano non è rimasta a guardare, anzi ha raccolto le critiche e oggi la risposta si chiama Longlake Festival. La terza edizione parte è partita ieri 21 giugno e durerà fino al 21 luglio. Ne abbiamo approfittato per parlarne con colui che il festival l'ha ideato creato, Claudio Chiapparino direttore del Dicastero Giovani ed Eventi. 

Signor Chiapparino come si organizza un festival che prevede ben 250 eventi in un mese?

"È un'organizzazione complessa ma posso contare su una buona squadra di giovani in grado di gestire al meglio un evento che non dura solo un fine settimana ma un mese intero. Per farlo ci vuole una grande motivazione. Dietro c'è un grosso lavoro di organizzazione basato su un concetto non piramidale ma dove c'è un'intersezione di diverse figure professionali che lavorano in rete". 

In quanti siete?

"C'è un team stabile di una ventina di persone che lavora anche per gli altri eventi dell'anno ai quali si aggiungono studenti o giovani che non trovano lavoro. Per esempio con il bar Mojito riusciamo a dare lavoro a una sessantina di giovani. Per le mascherine e l'accoglienza hanno trovato un'occupazione 30-40 ragazzi. Ho a disposizione un team di giovani in grado di tenere in piedi un festival e io mi occupo del coordinamento. Per me questi giovani sono motivo di grande soddisfazione". 

Eppure l'offerta di Longlake non è solo per giovani ma si rivolge a tutti con spettacoli e offerte culturali di ogni genere.

"Longlake è un festival dove il giovane è l'organizzatore e la popolazione e i turisti sono coloro che ne usufruiscono. Un'attenzione quella rivolta al turista che tra l'altro è il frutto della collaborazione voluta dal Municipio tra il dicastero eventi e quello del turismo". 

Come nasce l'idea di creare un festival che coinvolge buona parte del centro cittadino?

"Abbiamo sfruttato come base il fatto che da anni si chiudeva la traffico il lungolago. Quindi abbiamo intuito che bisognava creare qualcosa di maggiore impatto. Poi, durante un soggiorno ad Edimburgo, ho assistito al festival della città che si tiene ad agosto. Allora ho pensato di ricreare a Lugano qualcosa del genere per trasformare l'immagine della città durante l'estate. Abbiamo quindi scelto un'espressione maccheronica come Longlake, che è una nostra libera traduzione di lungo lago e che fa divertire gli inglesi che ci fanno notare l'errore. Ecco come nasce. E devo dire che ora, giunti alla terza edizione, molti mi chiedono mesi prima le date perché almeno non vanno in vacanza quando c'è il festival". 

La situazione finanziaria anche per Lugano non è particolarmente florida. Quanto costa il Longlake?

"Abbiamo un budget di un milione di franchi, che in altri festival vengono spesi in tre giorni, e in molti ci chiedono come facciamo ad organizzare 250 eventi con quella somma. Cerchiamo di risparmiare dove si può, ricorriamo al passa parola per la promozione. Inoltre creiamo un indotto, a gente arriva, i turisti ne parlano. Quindi alla fine un milione, per i benefici che ne può trarre la Città, è un investimento molto ridotto". 

Terzo anno del Longlake Festival, terzo anno di polemiche sul Mojito, il bar gestito dal vostro dicastero. C'é chi vi critica perché vendete alcolici, chi vi accusa di portare via clienti agli altri bar. 

"Forse non tutti sanno che il Mojito è il bar del Longlake e che tutti i soldi che entrano grazie al bar vengono reinvestiti nell'organizzazione del festival. Non vogliamo in nessun modo lucrare sull'alcol. Ma mi faccia dire che se è per parlare di consumo di alcol, è più pericolosa una sagra di paese dove molti giovani vanno per ubriacarsi. Se fosse una sorta di "botellon" (manifestazioni nate in Spagna dove i giovani si danno appuntamento nelle piazze per bere, ndr) sarei il primo a oppormi. Come dicastero ci preoccupiamo di fare prevenzione tra i giovani. Devo anche dire però che il Mojito non è un bar per adolescenti. È maturo come ritrovo. Ci sono giovani che vogliono godere della città bevendo qualcosa ma senza esagerare. Per quanto riguarda la concorrenza penso che il Mojito non toglie nulla agli altri. Anzi, c'é un effetto movida. Mi spiego: prendiamo Barcellona zona Ramblas che è piena di bar. Se un locale va bene, a beneficiarne sono anche gli altri. La gente va per l'ambiente e non solo per andare in un posto solo". 

 

ItaCa

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
In Vetrina

ABITARE

Gehri Rivestimenti, dove la materia prende parola

02 MAGGIO 2025
EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

Gardi Hutter e Arturo Brachetti al LAC

01 MAGGIO 2025
LETTURE

Mariella Mulattieri-Binetti: “Il re dal lobo spezzato”. La malattia come opportunità di crescita

01 MAGGIO 2025
EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

Fondazione Matasci per l'Arte, "Elisabetta Bursch e l’armonia dei contrari"

22 APRILE 2025
EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

LAC, al via “Aspettando l’opera”: un viaggio tra musica, cinema e teatro

22 APRILE 2025
OLTRE L'ECONOMIA

Cc-Ti: “Negoziare? Sì, no, forse, magari…”

17 APRILE 2025
LiberaTV+

CRONACA

Francesco, la sua eredità e il Conclave. Tre domande a Claudio Mésoniat

26 APRILE 2025
SECONDO ME

Sergio Morisoli: "Di un primo maggio particolare"

01 MAGGIO 2025
ANALISI

Francesco, anatomia di un papato

22 APRILE 2025