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26.08.2013 - 09:140
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Volontariato: ticinesi impegnati sì, ma per meno tempo

Per Marilù Zanella, coordinatrice della Conferenza del Volontariato Sociale, la causa è l’incertezza socio-economica di oggi

LUGANO – Di volontariato se ne sente parlare spesso. Molti di noi hanno almeno qualche conoscente o parente impegnato in favore del prossimo. Eppure queste associazioni sono sempre alla ricerca di nuovi volontari che faticano a trovare.

Qual è quindi la situazione del mondo del volontariato in Ticino? A rispondere è Marilù Zanella, coordinatrice della Conferenza del Volontariato Sociale (ente che si occupa di consigliare chi vuole avvicinarsi a questo mondo).
“Nel nostro cantone ci sono moltissime associazioni e persone che si occupano di volontariato, ma non basta. C’è un costante bisogno di nuovi volontari. Le esigenze della società stanno cambiando e ci troviamo confrontati con sempre più richieste. Da una parte c’è il normale fattore ricambio: persone che devono smettere per problemi di età, salute o professionali e vanno quindi sostituite. Dall’altra stanno aumentando i bisogni della società: sempre più persone hanno la necessità o il desiderio di esser seguite da un volontario. Siamo quindi alla costante ricerca di nuove forze e sicuramente ci sarebbe bisogno di più persone che si impegnino nel volontariato per riuscire a coprire tutte le richieste e i cambiamenti che stanno avvenendo in questo mondo.”

Di quali cambiamenti parla?
“Assieme alla società, anche il mondo del volontariato sta cambiando. Una volta molti volontari entravano in una associazione e ci rimanevano per decenni. Ora invece le persone sono meno disponibili a un impegno stabile perché più soggette a cambiamenti della loro situazione. La dinamica sociale è sempre più complessa: la maggiore mobilità, l’insicurezza nel mondo del lavoro e nelle situazioni famigliari incidono molto sulla disponibilità e la possibilità di impegnarsi a lungo termine. Infatti sono tutti fattori che si ripercuotono sul tempo libero a nostra disposizione, che è poi quello che regaliamo nel volontariato. L’incertezza socio-economica pesa anche sul volontariato creando l’esigenza di un ricambio maggiore e continuo. Questo obbliga le associazioni a cercare costantemente nuove persone disposte a donare il loro tempo.”

La Conferenza del Volontariato Sociale cerca proprio di aiutare queste associazioni e i futuri volontari a incontrarsi. Sono molte le persone che si rivolgono a voi?
“Fino a poco tempo fa, molti non sapevano che ci fosse un ufficio di informazione generale, come il nostro, che si occupa proprio di orientare le persone nella scelta dell’impegno più adatto a loro in base alla disponibilità, alla predisposizione e alla zona di residenza. Ma le cose stanno cambiando. Forse perché nel 2011 con l’anno europeo del volontariato se n’è parlato molto, nell’ultimo periodo abbiamo visto un aumento delle persone che si rivolgono a noi per essere orientate. Constatiamo un maggiore interesse e desidero di impegnarsi in favore degli altri e quindi una sensibilizzazione sul tema c’è stata. Ma questo non significa necessariamente che ci siano più persone che poi si impegnano effettivamente o che si riesca a coprire gli abbandoni. Non tutti passano dell’interessamento all’atto. Anzi le statistiche a livello svizzero sembrano dire che c’è una leggera diminuzione delle persone impegnate.”

Quale potrebbe essere una soluzione?
“Continuare a informare e sensibilizzare sul tema. Noto che c’è ancora un problema di reperibilità di informazioni. Molte persone che vengono nel nostro ufficio mi dicono che avrebbero sempre voluto impegnarsi ma non sapevano come fare. Infatti spesso ci si avvicina al volontariato per passaparola, però non sempre le possibilità di cui veniamo a conoscenza in questo modo corrispondono a quanto ci piacerebbe o possiamo fare. Tanti non sanno che in realtà le attività son davvero moltissime sia per i campi di impiego sia per le modalità. Per questo molti poi, nonostante il desiderio, non si impegnano attivamente. Continuare a informare è importante proprio per fare in modo che chi desidera darsi da fare conosca le possibilità che ha e sappia a chi rivolgersi per essere orientato e trovare un campo adatto alla sua personalità e alle sue esigenze.”

Qual è il settore in cui c’è più carenza di volontari?
“Ecco, forse un settore in cui ultimamente si sta vedendo una crescita della richiesta di volontari è quello degli anziani e delle persone malate. Ma in realtà, il bisogno di nuovi volontari è sempre generale. Nell’handicap e nelle colonie, ad esempio, spesso sono i giovani a mettersi a disposizione. Però finiti gli studi o con l’inizio dell’università, non hanno più tempo o sono lontani e sono costretti a lasciare.”

Infine, può tracciare un profilo del volontario? Chi è?
“La maggior parte di quelli che si rivolgono a noi hanno fra i venti e i cinquant’anni, quindi tutte persone attive professionalmente. Ma ci sono anche disoccupati che vengono da noi perché desiderano rendersi utili mentre cercano un’occupazione. Questo è anche un beneficio: la persona rimane attiva, è impegnata, ma senza incidere nella sua ricerca di un lavoro. Nell’ultimo anno poi abbiamo visto un aumento di giovani, forse anche grazie alle attività e alla mostra itinerante Da Zombi a volontario che presentiamo nelle scuole a partire dal 2011.  Ci sono poi anche molti pensionati impegnati in attività di volontariato, ma non passano da noi perché hanno i loro canali: coltivano i loro hobby e conoscono già le associazioni. Questa però è una fotografia di quanto vediamo noi, cioè di quelli che sfruttano il nostro servizio per informarsi. A livello federale invece la fascia più rappresentata è quella fra i quaranta e i cinquantaquattro anni.”

 

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