Fra gli arrestati anche la figlia e il genero di Vittorio Mangano, boss mafioso che per Silvio Berlusconi
MILANO – In mattinata è partita un’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) nei confronti di una presunta organizzazione mafiosa collegata, si ipotizza, direttamente a Cosa Nostra, che opera in Lombardia. Per i magistrati si tratta di “mafia imprenditoriale”. Arresti e perquisizioni sono stati fatti all’interno di società cooperative di logistica e servizi: con false fatturazioni e sfruttamento della mano d’opera avrebbero realizzato profitti in nero dal 2007. Fra gli arrestati anche la figlia e il genero dello “stalliere di Arcore” Vittorio Mangano.
Il mandato, emesso dal gip del Tribunale di Milano Stefano Donadeo, è scattato su richiesta del sostituto procuratore della Dda Marcello Tatangelo che nell’ordinanza parla di “mafia imprenditoriale”. Le perquisizioni si sono svolte nel Milanese, in provincia di Varese nonché nelle città di Monza, Lodi e Cremona. I capi d’accusa ipotizzati vanno da associazione a delinquere di stampo mafioso all’estorsione, dal favoreggiamento alle false fatturazioni e l’impiego di mano d’opera clandestina. Stando a quanto emerso dalle indagini, l’intricata rete di cooperative ha gestito grandi somme di denaro utilizzato, oltre che per effettuare nuovi investimenti imprenditoriali ed estendere la portata dell’infiltrazione, per assicurare la latitanza di esponenti di Cosa Nostra.
E fra gli arrestati appunto anche Cinzia Mangano, il marito Enrico di Grusa e Giuseppe Porto; rispettivamente figlia, genero e uno dei principali uomini di fiducia di Vittorio Mangano, l’uomo di spicco di Cosa Nostra a Milano negli anni Settanta. Mangano, conosciuto come “lo stalliere di Arcore” per aver lavorato dal ’73 al ’75 nella villa di Silvio Berlusconi grazie “all’intercessione” di Marcello Dell’Utri, era considerato da Paolo Borsellino la chiave del giro di riciclaggio di denaro sporco in Lombardia.