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Cronaca
01.02.2014 - 17:020
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Ecco come rendere più difficile la vita ai ladri. Il decalogo della Polizia per prevenire i furti

Il commissario Renato Pizoli: “Se dobbiamo guardare ai soli numeri, questi ci dicono che i furti sono in linea con gli altri anni. Ma aumentano quelli con scasso"

di Ilary Bucci

BELLINZONA – I furti con scasso sembrano susseguirsi con un’incidenza quasi disarmante, senza contare le rapine, l'ultima ieri a Pedrinate. I sei colpi messi a segno nella sola serata di sabato 25 gennaio a Coldrerio hanno alimentato il sentimento di insicurezza nella popolazione del comune e nei cittadini del Mendrisiotto. Ma in generale, la preoccupazione per la sicurezza propria e della propria abitazione è in crescendo e a gran voce si chiedono soluzioni. Senza contare le rapine, l'ultima ieri in serata a Pedrinate.

Voce a cui l’amministrazione di Coldrerio ha deciso di rispondere con l’istituzione di ronde private. E se l’efficacia e la pertinenza di questa soluzione lascia molti dubbi per ciò che comporta, ognuno di noi, anche con una spesa minima e qualche piccolo accorgimento, può già fare molto per rendere meno appetibile per i ladri la propria casa e soprattutto per sentirsi più sicuro, come ci spiega Renato Pizoli, portavoce della Polizia cantonale.

Per avere una casa più sicura e prevenire i furti “bisogna prima di tutto chiudere a chiave porte e finestre”, spiega Pizolli: “Sembrerà banale, ma è una cosa che spesso ancora si tralascia di fare. Queste possono poi essere rinforzate con meccanismi, come le spranghe, che già a partire da una cifra limitata danno un buon grado di sicurezza. Chiudere semplicemente a chiave può infatti non essere sufficiente: per forzare una serratura, o i serramenti di una finestra, basta un cacciavite e un po’ di abilità. Ma già aggiungendo un semplice chiavistello alla porta o dei dispositivi che con dei perni rinforzano i serramenti della finestra, si ha un valido deterrente in grado di complicare il lavoro del ladro, che si concentra solitamente sulle abitazioni in cui l’accesso è più facile”.

Altro consiglio è poi quello di non tenere in casa oggetti di grande valore e nel caso se ne avessero di assicurarli in una cassaforte: “Se si vuole acquistarla però, questa deve essere murata o fissata saldamente al pavimento, altrimenti non ha senso. Il vero deterrente delle casseforti è nella loro difficoltà ad aprirle, che richiede al ladro tempo che durante il colpo non ha. Se noi invece la posizioniamo di modo che sia facile spostarla, non farà altro che portarla via per aprirla in seguito”.

Per quanto riguarda il comportamento poi, aggiunge ancora Pizolli, è fondamentale tenere gli occhi aperti, doppiamente aperti: “Stare attenti a chi si apre la porta, controllare, tramite lo spioncino o il videocitofono, chi c’è dall’altra parte ed essere sicuri di voler aprire a quella persona. Occhi aperti poi anche sul vicinato: badare a chi si aggira attorno alla nostra abitazione o a quella del vicino e se si nota qualcosa di sospetto avvisare prontamente la polizia. Quello che notiamo infatti è che nei quartieri in cui le persone sono più vigili, anche noi riusciamo a intervenire con più rapidità ed efficacia”.

Attrezzare la propria casa con dei sistemi d’allarme, può certamente essere una valida opzione. E anche qui ve ne sono di tutti i tipi e costi, basta rivolgersi a degli esperti per averne una panoramica completa. Ma, aggiunge Pizolli, “la semplice illuminazione può già essere un buon deterrente, a cominciare dalle luci esterne che si accendono con il passaggio di qualcuno. Per quando siamo via poi, un deterrente a basso costo è nel programmare l’accensione delle luci con dei timer facendo in modo che in momenti diversi si illuminino, per esempio, prima la cucina, poi la sala e così via. Dall’esterno si avrà quindi l’impressione che in casa ci sia sempre qualcuno.”

In generale poi, aggiunge, buono è tutto quello che fa sentire più sicuri: dai più sofisticati sistemi d’allarme, al dissimulare la propria presenza in casa chiedendo ad amici e parenti di svuotare la bucalettere, fino al cane, tenendo sempre bene a mente che non si tratta di un mero antifurto ma di un compagno che richiede grande impegno, o anche al solo cartello “Attenti al cane”: “Non sono certo soluzioni che risolvono tutti i problemi, ma sicuramente aumentano il grado di sicurezza e i fattori che possono dissuadere il ladro dal tentare di rubare nella nostra abitazione”.

I ladri però, come è capitato, possono colpire anche quando in casa si trovano delle persone, che fare quindi in questi casi? “In realtà, la percentuale di effrazioni in cui nell’abitazione è presente qualcuno è veramente bassa. Ma può capitare che si rientri mentre il ladro sta rubando o che non si sia accorto della presenza di qualcuno che stava dormendo. Nel caso ci si trovi in questa situazione, bisogna tenere a mente che l’obbiettivo del ladro è rubare e farlo senza essere preso, solitamente non è quindi alla ricerca del conflitto. Fare rumore e chiamare la polizia una volta che ci si è messi in una zona di sicurezza è quindi l’atteggiamento giusto da tenere. Mentre cercare di bloccarlo o colpirlo è un rischio che non vale la pena correre: quello che c’è in ballo è un bene materiale, cercando di fermarlo invece metteremmo a repentaglio la nostra salute, che è un bene decisamente più prezioso”.

Pizolli spiega infatti che le volte in cui si è entrati in contatto, volontariamente o meno, con il ladro e si è cercato di fermarlo, si sono risolte spesso con dei ferimenti. Inoltre, agendo come consigliato, aggiunge ancora, si ha modo di avvisare tempestivamente la polizia e dare una descrizione accurata, se non del malvivente, almeno di come e dove è fuggito fornendo maggiori elementi alle autorità e aumentando le possibilità che questo venga rintracciato e fermato.

Infine, chiediamo a Pizzolli un commento sui furti che continuano a susseguirsi soprattutto nel Mendrisiotto, a cominciare proprio dall’ultima serie avvenuta sabato sera a Coldrerio: “Quella sera sono stati effettuati sei furti, di cui cinque con scasso, all’interno di due palazzine vicine. Vuol dire, presumibilmente, che sono stati messi a segno dagli stessi ladri seguendo un modus operandi tipico: colpire il maggior numero di abitazione nel minor tempo e spazio possibile, in modo da garantirsi un bottino elevato”.

Anche in generale, per Pizolli, almeno statisticamente, non si può parlare di un allarme furti: “Se dobbiamo guardare ai soli numeri, questi ci dicono che i furti sono in linea con gli altri anni. A livello statistico quello che si registra nell’ultimo periodo è una lieve diminuzione dei furti in genere e, fra questi, un aumento di quelli con scasso. Guardando invece all’ultimo quinquennio, il loro numero sta aumentando, tornando ad assestarsi su quello di dieci, dodici anni fa. Siamo quindi in una situazione già conosciuta e vissuta in altri momenti. Con questo ovviamente non si vuole sminuire la preoccupazione che generano nella popolazione. Anche se non si può parlare di un allarme furti, è assolutamente giustificabile che la percezione del rischio sia aumentata e anche per questo l’anno scorso abbiamo portato avanti delle campagne di prevenzione”.
Infine, anche se i numeri non mostrano cambiamenti, una differenza rispetto al passato c’è ed è nella mobilità: “Se prima i furti erano limitati ad alcuni distretti, cui il Mendrisiotto faceva già parte, ora invece i ladri agiscono su tutto il territorio cantonale”.

 

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