ULTIME NOTIZIE News
Cronaca
08.02.2014 - 17:270
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Lugano Airport, la ricetta di Dario Kessel: “Puntare su traffico privato e aviazione d’affari”

L’ingegnere Dario Kessel, a capo dell’azienda E-aviation Swiss Sagl, ha stilato un rapporto che fa il punto sulla situazione attuale dello scalo luganese e propone alcune soluzioni per un risanamento

LUGANO – “Il traffico privato genera già ora il 75% del fatturato, perché non puntare su questo affidando la gestione di Lugano all’Aeroporto Cantonale?”. È questa in poche parole la ricetta proposta da Dario Kessel, ingegnere ticinese a capo della E-Aviation Swis Sagl, che si occupa proprio di organizzare il traffico aereo privato. 

Una visione certamente di parte e interessata, vista anche la recente disdetta che l’azienda di Kessel ha ricevuto dalla Lugano Airport SA con effetto dal 31.07.2014 per la cessazione, e la ripresa (da parte di Lugano Airport), delle redditizie attività di aviazione privata, ma che lancia anche numerosi utili spunti di riflessione per il necessario risanamento che lo scalo luganese richiede. 

Sui cieli di Lugano prende sempre più forma dunque un conflitto tra due visioni opposte sui destini dell’aeroporto: chi vorrebbe mantenere la situazione attuale e i voli di linea e chi invece spinge per un cambio di rotta radicale, che significa o una nuova strategia (voli privati) o l’abbandono di tutte le attività e la destinazione del comparto ad altre destinazioni da definire (leggi articolo correlato). 

La politica al momento sembra piuttosto ingessata e disinteressata alla questione, eccetto qualche voce “fuori dal coro” come quella di Martino Rossi, storico esponente PS e consigliere comunale luganese, che ha affermato a più riprese  “o si chiude o si cercano valide alternative”. Pertanto le prime proposte arrivano al di fuori del mondo politico, come appunto il rapporto Kessel. 

Lo studio sullo stato attuale dell'aeroporto di Agno

Dario Kessel nel suo studio muove da un presupposto storico: negli anni ’90 i passeggeri di linea che transitavano da Lugano erano 400mila, oggi sono solo 140mila. Di questi 115mila, il 90%, sono rappresentati da residenti che si servono dell’aeroporto luganese per combinare la tratta con un volo Swiss in partenza da altri aeroporti svizzeri. 

Secondo Kessel dunque la giustificazione del mantenimento dell’attrattività dello scalo per motivi turistici, così come il sostegno alla piazza finanziaria luganese, verrebbero smentiti palesemente da questi dati, anche perché, stando al rapporto, il mondo degli affari e quello dell’industria si servono prevalentemente dei voli privati e non sono interessati all’aviazione di linea. Voli privati che, come sottolinea Kessel, al contrario dei voli di linea sono redditizi e generano il 75% del fatturato dell’aeroporto. 

Ma perché i voli privati rendono e quelli di linea no? 
“La risposta è presto data – spiega Kessel –. Il traffico di linea sottostà alle regolamentazioni internazionali IATA, ICAO, EASA ecc., che impongono una struttura importante e complessa. Per essere efficiente questa struttura richiede a sua volta una quantità di manodopera da cui non si può prescindere. 
Per la gestione dei voli privati è necessario invece molto meno personale e per “la gestione di tale apparato basterebbe uno staff direzionale il cui costo ammonterebbe sicuramente a meno della metà rispetto all’apparato di gestione della linea.” 

L’allungamento della pista. Da più parti si è sempre sostenuto che un requisito fondamentale per rilanciare l’aeroporto fosse rappresentato dall’allungamento della pista per facilitare le manovre di avvicinamento e permettere ad aerei più grandi l’atterraggio. Ma è davvero così? “Purtroppo non corrisponde al vero – si legge nel rapporto –. La situazione orografica non permette, dal profilo tecnico, l’agibilità per velivoli più capienti di quelli che attualmente operano. Ad esempio il BAe 146 (Jumbolino), a suo tempo impiegato nei collegamenti con Zurigo, operava in regime di deroga e con parecchie limitazioni. L’allungamento della pista di Lugano, sia a Sud che a Nord, anche se non vi fossero limiti di spazio dovuti all’urbanizzazione circostante, non potrebbe migliorare in modo sostanziale l’agibilità dell’aeroporto a causa dell’orografia (le montagne circostanti). L’allungamento previsto di circa 70 metri a Nord, consentirebbe probabilmente di togliere qualche limitazione di peso ai velivoli che operano attualmente, ma non consentirebbe a velivoli più grandi di operare.”

I costi. Secondo Kessel il mantenimento strategico dei voli di linea comporterebbe un investimento annuale a fondo perso di almeno due milioni di franchi, sempre continuando a condonare alla società di gestione il canone d’affitto così come succede oggi. Il riorientamento in favore dell’aviazione generale (voli business, voli privati e voli Charter) consentirebbe invece almeno il dimezzamento dei costi, “così che la gestione dell’aeroporto potrebbe diventare di nuovo sostenibile”. 
Lo studio ricorda inoltre che sono parecchi gli aeroporti di dimensioni analoghe che in tutta Europa stanno chiudendo o già hanno chiuso ai voli di linea, ed è di questi giorni la notizia relativa all’aeroporto di Berna-Belp, che si vede costretto a rinunciare ai voli di linea per concentrarsi sul mercato meno oneroso e più redditizio dei voli privati e business. 

Le critiche e le proposte 

Kessel, prima di arrivare alle proposte finali, lancia diverse critiche alla gestione dello scalo, a suo dire colpevole della situazione attuale: “Il CdA della LASA ha sinora dimostrato di non aver alcuna idea di come uscire dalla situazione disastrosa e caotica attuale, limitandosi ad affidarne ciecamente il compito alla direzione dell’Aeroporto. Peccato che quest’ultima ha messo in atto, come unica strategia, l’improvvisazione (vedi Minoan e conseguenti risultati). Si naviga a vista: Con queste premesse ogni investimento è denaro buttato al vento, denaro tra l’altro dei contribuenti! La parsimonia sarebbe d’obbligo, particolarmente in questi periodi di crisi.”

E ancora sugli investimenti: “La storia, l’economia ed il buon senso ci insegnano che solitamente il pubblico deve creare le basi affinché il privato possa investire, produrre e pagare le tasse e non, come è il caso ora, essere investitore diretto. La stragrande maggioranza degli aeroporti segue questi criteri di gestione.”

Si arriva infine alla proposta d’intervento che, partendo dall’abbandono dei voli di linea, ipotizza una soluzione concreta e il relativo vantaggio economico: “In Ticino esiste un Aeroporto Cantonale. Perché non affidare a quest’ultimo la gestione dell’aeroporto di Lugano? Rinunciando al traffico di linea, i due scali avrebbero le medesime esigenze e quindi si potrebbe creare un solo centro di competenza a costo quasi zero. Da questa base si potrebbe partire e stabilire le regole per gli investitori privati. Tale operazione genererebbe un ulteriore risparmio valutabile attorno al milione di franchi l’anno.”

dielle

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
Tags
traffico
voli
gestione
kessel
linea
aeroporto
lugano
situazione
luganese
dario
News e approfondimenti Ticino
© 2024 , All rights reserved