Durante un’azione di protesta, gli attivisti del movimento hanno posato degli striscioni accanto al geoglifo del colibrì, lasciando evidenti tracce del loro passaggio secondo il ministro peruviano della Cultura che ha chiesto l’aiuto dell’Unesco
LIMA – Il ministro peruviano della Cultura, Diana Alvarez, ha comunicato ufficialmente all'Unesco l'entità dei "gravi danni" causati da militanti di Greenpeace nel sito delle Linee di Nazca -la serie di antichissimi disegni tracciati sulla terra che si trovano fra le città di Nazca e Palpa, nel sud del paese, e che sono stati dichiarate patrimonio culturale dell'umanità dall'agenzia delle Nazioni Unite.
Inoltre Alvarez ha protestato perché la procura locale non ha ancora agito per identificare e arrestare i responsabili dell'azione.
In una lettera alla rappresentante dell'Unesco a Lima, Magaly Robalino, il ministro afferma che esperti del suo dicastero "hanno ispezionato la zona, confermando i gravi danni causati intorno al geoglifo del Colibrì, su un'area di 1.600 metri quadri", dove "è rimasto segnato in modo irreparabile il cammino che hanno usato per arrivare al disegno".
Il ministro ha chiesto all'Unesco il suo appoggio per valutare in che modo il danno causato possa essere riparato, sottolineando che il governo ha già disposto "azioni legali presso le autorità corrispondenti, per sanzionare" i responsabili dell'azione.
Su questo punto Alvarez ha lamentato che il tribunale di Nazca non abbia concesso la richiesta di arresto preventivo e la proibizione a lasciare il paese per i militanti ambientalisti coinvolti nell'episodio, restituendo la causa alla procura nazionale, sostenendo che non dispone di un indirizzo dove trovarli.
"È il colmo!" ha tuonato da Twitter la presidente del consiglio dei ministri, Ana Jara Velazquez, che si è detta "costernata" dalla decisione giudiziaria.
ats