Vittima designata: un imprenditore confederato sulla sessantina. Tre malviventi si sono presentati alla sua porta pretendendo di riscuotere 3 milioni di dollari per un affare immobiliare oltre Oceano
LUGANO – Tre uomini, un mandante, forse dallo Sri Lanka, e un tentativo di sequestro ed estorsione sventato da una segnalazione. Sarebbero questi gli estremi, ricostruiti dal Corriere del Ticino, dietro alla “caccia all’uomo” andata in scena giovedì nell’autosilo di Piazza Castello a Lugano (vedi suggeriti).
La vicenda, intricata e delicata, e su cui gli inquirenti coordinati dal procuratore generale aggiunto Antonio Perugini stanno indagando è per ora coperta da riserbo, ma da quanto emerge, anche secondo le testimonianze raccolte dal CdT, il tutto sarebbe cominciato nella mattinata di giovedì in una lussuosa villa di una zona discosta di Lugano, casa di facoltoso imprenditore confederato sulla sessantina, la vittima designata.
Qui si sarebbero presentati tre malviventi: un uomo di colore – finito poi in manette ma la cui identità non è ancora chiara non avendo con sé documenti – e altri di carnagione chiara. Minacciandolo, hanno quindi detto all’imprenditore di essere lì per riscuotere 3 milioni di dollari. Cifra, parrebbe, legata a un investimento immobiliare, per delle case popolari, su un’isoletta dell’Oceano Indiano. Affare che, avrebbe spiegato l’uomo, era già stato regolato e che comunque non disponeva di tale cifra in casa.
Ma i tre non hanno voluto sentire ragioni e sono passati alle manieri forti per farlo salire in auto e dirigersi verso una banca in centro dove poter prelevare la somma. In questo stesso momento, una segnalazione avrebbe messo in allerta la Polizia per sospetti movimenti attorno alla villa e facendo quindi scattare predisposto un imponente dispositivo con l’impiego di numerose pattuglie in tutta la regione.
Intanto la vittima, salita sulla propria auto con l’uomo poi arrestato e seguita da una seconda su cui si trovavano gli altri due malviventi, si stavano dirigendo verso il centro. Con l’arrivo della Polizia, la seconda auto si è però presto dileguata. Si arriva quindi ai momenti nell’autosilo di Piazza Castello, dove è scattato l’arresto ed è stato sventato il tentativo di sequestro ed estorsione.
I lunghi interrogatori che ne sono seguiti mirano dunque a ricostruire con chiarezza i contorni della vicenda: chi siano gli altri due uomini coinvolti, quali i ruoli e le responsabilità appurando l’eventuale coinvolgimento di terzi. Una lavoro, commenta il CdT in base alle proprie informazioni, non semplice perché gli accertamenti per risalire a un’eventuale mandante potrebbero ad ogni modo indirizzarsi verso lo Sri Lanka.