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Cronaca
28.09.2015 - 10:210
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Cuore di cane: il Labrador Gordon e la Schnauzer Bibi salvano la vita al cucciolo di Pitbull Oreste che si era perso nel bosco a Pregassona

I due cani scovano tra gli alberi il piccolo terrorizzato, denutrito, pieno di parassiti e con diverse ferite. Ecco la loro storia

PREGASSONA - Lo hanno trovato nel bosco terrorizzato, denutrito, pieno di parassiti e con diverse ferite vecchie e nuove. E con pazienza lo hanno a poco a poco scortato verso l'abitazione in cui vivono salvandogli la vita. Cose di esseri umani? No, di cani. Questa è la storia di Gordon, un Labrador color miele di due anni, di Bibi, uno Schnauzer gigante di neanche un anno e di un cucciolo di Pitbull di qualche mese, pochi, che chiameremo Oreste. Siamo a Pregassona alta, alle pendici del monte Boglia, dove finiscono le case e comincia il bosco. Venerdì nella tarda mattinata Gordon e Bibi come di consueto si sgranchiscono le gambe fuori ma qualcosa di diverso li attira tra la vegetazione. Per diversi minuti sostano incuriositi tra gli alberi, quasi senza muoversi. Poi, piano piano, fanno ritorno verso casa seguendo passo passo un fagotto marroncino che si muove con estrema circospezione e fatica. È il piccolo Oreste che, di tanto in tanto, si blocca e cerca di tornare sui suoi passi. È attanagliato dalla paura e qualsiasi piccolo rumore lo paralizza. Ma Bibi e Gordon gli impediscono di indietreggiare. Lo fanno però con estrema delicatezza senza assalirlo o abbaiare. Neppure per gioco. Hanno capito che il cucciolo non sta bene. Una reazione del tutto diversa dall'entusiasmo che manifestano solitamente quando incontrano altri cani. Dopo una buona mezzora i tre sono ormai a ridosso dell'abitazione. A una ventina di metri. Oreste più di così non vuol saperne di avanzare. Bibi e Gordon gli siedono accanto. I proprietari dei cani tentano di avvicinare il cucciolo. Ma Oreste scappa e il Labrador e la Schnauzer lo inseguono, impedendogli di ricacciarsi nel bosco. La giornata prosegue con questo tira e molla. Con qualche fatica Bibi e Gordon rientrano a casa. Mentre il cucciolo di Pitbull resta nelle vicinanze dell'abitazione: pur nella paura ha capito che è meglio star lì piuttosto che tornare indietro. Sempre a debita distanza per non farlo fuggire di nuovo gli viene portata acqua, cibo e una coperta per passare la notte. La notte passa e il Pitbull approfitta dei primi aiuti. Fortunatamente le giornate sono calde. Ora però bisogna cercare di "acchiappare" Oreste per curarlo sul serio. Elisabetta Gianella, la "mamma" di Bibi e Gordon (immagine nella fotogallery), si consulta con il presidente della protezione animali di Lugano Pierre Rusconi. L'unico modo per salvare il cane è cercare di prenderlo e portarlo in casa. Inutile chiamare altri soccorsi poiché Oreste rischierebbe di spaventarsi ancora di più alla vista di persone nuove e di smarrirsi definitivamente nel bosco. Bisogna armarsi di santa pazienza. "E una volta ci abbiamo messo più di una settimana", avvisa Rusconi… Bibi e Gordon si rimettono al "lavoro". Il cucciolo osservando il comportamento degli altri due cani prende fiducia e sicurezza. E bocconcino dopo bocconcino, dopo ore e ore, finalmente sabato al calar della sera entra in casa. Una volta in "salvo" la paura lascia spazio allo sfinimento. Dopo essersi saziato e dissetato, ed essere stato sottoposto alle prime cure, Oreste cade in un sonno profondo nella cuccia che gli è stata improvvisata per passare la notte, vegliato a breve distanza da Bibi e Gordon. Siamo a domenica. Oreste, pur rifocillato e riposato, ha bisogno di essere affidato alle cure dei professionisti. Ha il terrore degli esseri umani. Ogni volta che lo si avvicina, anche solo con una mano per fargli una carezza, abbassa le orecchi e mette la coda tra le gambe. Chissà che gli è capitato, che gli hanno fatto… Gli unici di cui si fida sono Bibi e Gordon che comunque devono restargli a distanza perché Oreste potrebbe trasmettergli i suoi malanni. Nel frattempo Rusconi spiega a Gianella che in questi casi la legge prescrive che deve intervenire la polizia comunale. Sono gli agenti, argomenta il presidente della protezione animali di Lugano, che devono consegnare al canile il "trovatello" in modo tale che chi se ne farà carico potrà beneficiare del sostegno del Cantone per 90 giorni. Se invece il cane viene portato direttamente alla protezione animali, il sostentamento dell'animale ricade interamente sull'associazione che l'accoglie. Perversioni burocratiche. La polizia, però, causa anche la Stralugano, non ha pattuglie per occuparsi del caso. Gli agenti comunque si appoggiano alla protezione animali di Bellinzona che nel giro di un paio d'ore interviene prendendosi a carico Oreste e trasportandolo al canile della Stampa. Lo precisiamo a scanso di equivoci. Non è una questione di lucro ma di risorse e personale: la protezione di Lugano non ha gli stessi mezzi di quella di Bellinzona. Sul cucciolo, che non portava alcun collare, viene rintracciato il microchip ma, spiegano i volontari della SPAB, non è intestato ad alcun padrone in Ticino. È italiano e bisognerà rivolgersi a Berna per capire da dove arriva. È possibile che sia stato abbandonato. "Col terrore non si ottiene nulla da nessun animale qualunque sia il suo grado di sviluppo. L'ho sempre affermato, lo affermo e lo affermerò sempre. È inutile credere di poter fare qualcosa con il terrore", ha scritto Michail Afanas'evič Bulgakov nel suo capolavoro "Cuore di cane". E i cani lo sanno. Ora speriamo che Oreste abbia un futuro migliore di quanto gli ha riservato l'inizio della sua vita. RED
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