ULTIME NOTIZIE News
Cronaca
08.03.2016 - 16:310
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Parole di donna... Daniela Calastri racconta il suo ultimo romanzo e la sua passione per la letteratura: "I buoni libri sono come gli uomini. Hanno un'anima e possono aiutarmi"

Parla la scrittrice ticinese, autrice de La Maschera, una storia vera che inizia in un villaggio russo, nel 1917...

di Massimo Baciocchi

Daniela Calastri è nata a Tenero nel 1956, da genitori svizzero tedeschi. Nel 1977 ha ottenuto la patente di insegnamento per la scuola elementare, in seguito ha proseguito gli studi a Losanna ed è diventata docente di educazione fisica. Dopo qualche anno di insegnamento, a causa di diversi infortuni, ha abbandonato la professione ed è diventata assistente geriatrica. Una lavoro quest’ultimo, svolto immedesimandosi nella sofferenza e nel dolore altrui, imparando solo con il tempo che per aiutare davvero occorre mantenere una certa distanza emotiva. Ha quindi iniziato a scrivere e a organizzare corsi di scrittura creativa nelle scuole elementari.

Di cosa parla il libro?
“La maschera” è una storia vera, che mi è stata raccontata direttamente dal protagonista, un collezionista d’arte di Lucerna. È la storia della sua famiglia, fatta, come quella di tutti noi, di momenti di tenerezza, di amore, di sentimenti forti, ma anche di contraddizioni, di questioni morali e dipendenze psicologiche. In sottofondo c’è la storia che ha segnato gli eventi del secolo passato, e si va dalla rivoluzione d’ottobre del 1917, che portò alla caduta dell’impero russo degli zar, ai campi di concentramento nazisti.  

Perché ha deciso di affrontare questa sfida?
I miei precedenti romanzi riguardavano storie di vita di persone decedute. Scrivere una storia raccontata direttamente dal protagonista é stata per me un’esperienza nuova e accattivante. Davanti a me non avevo più soltanto un foglio bianco da riempire, ma una persona in carne e ossa, con le sue esigenze, i suoi punti di vista, la sua sensibilità e la sua storia personale. Un’opportunità da non perdere. E poi non si trattava di una storia qualsiasi.

È stato difficile scrivere questo libro?
La difficoltà principale è stata quella della lingua. Il protagonista infatti era di Lucerna e si esprimeva in tedesco.

Perchè proprio una biografia romanzata? Le storie vere mi affascinano, mi permettono di immedesimarmi nei personaggi, nelle loro emozioni e nella loro psiche, e di descrivere i comportamenti e le reazioni dei protagonisti nelle situazioni che sono costretti, o che hanno il privilegio di vivere. Mi incuriosisce anche il  lavoro di ricerca sui riferimenti culturali e storici che mi insegna ogni volta cose nuove. Il mio compito è quello di dare un profilo e un’anima ai protagonisti e un colore e un profumo alle atmosfere, e non sempre ci riesco. 

Cosa c’è di autobiografico nel suo romanzo?
Credo che in ogni storia vi siano situazioni e personaggi in cui ci si rispecchia, e che possano quindi essere definite autobiografiche. Non mi piace parlare di me e preferisco che siano gli amici e i conoscenti a scoprire cosa ci sia veramente di autobiografico.

Che significato ha per lei la scrittura?
Significa soprattutto esprimere ciò che non so dire; quando riesco a tradurre in parole impressioni e sensazioni mi sento soddisfatta e serena.  Ma sono anche spinta dalla curiosità e dal desiderio di conoscere sempre meglio l’essere umano che non finirà mai di sorprendermi, sia nel bene che nel male. 
Scrivere è anche una ricerca della bellezza e della libertà . È un grande privilegio non dover sottostare a restrizioni o limitazioni, poter creare senza che qualcuno mi interrompa o mi corregga, e non dovermi giustificare con nessuno. Ma questa libertà interiore non va confusa con un’assenza di obblighi. Ci vuole molta costanza e autodisciplina e non è sempre facile perché pur avendo a che fare con la comunicazione, la scrittura è un’attività terribilmente solitaria.

Quando è nata la sua passione?
Al ginnasio, durante i temi, che mi riuscivano decisamente meglio della matematica.

Ha un luogo dove preferisce scrivere?
“Una stanza tutta per me”, come diceva Virginia Woolf. E la certezza che nessuno mi rompa le scatole. 

Quali letture le piacciono maggiormente?
Mi piacciono i libri che hanno la capacità di far vivere la storia, in tutta la varietà delle sue vicende. Quelli che narrano la vita quotidiana, ma anche le macrostorie, intendo gli eventi di interesse collettivo, l’avvicinamento dei fatti alla realtà.  Mi piacciono i romanzi che hanno una struttura chiara e lineare, apprezzo l’elemento di sorpresa e dell’imprevisto. Per contro non mi piacciono i libri di fiction o di fantascienza, perché non mi aiutano a vivere. Per me i buoni libri sono come gli uomini, hanno un’anima e possono aiutarmi. 

 

La storia

1917, in un villaggio russo di campagna la famiglia di Olga e Ivan si appresta a fuggire, provata dalla miseria e spaventata dalla Rivoluzione. Nel 1939 Ivan accompagna la figlia minore Anna alla stazione di Tomaszow, per prendere il treno che la porterà al campo di lavoro di Ravensbrück, nella Germania nazista. Nel '54 Anna, ormai sposata con figli a Lucerna, torna in Polonia per chiedere conto ai genitori di questo gesto crudele.
Il riavvicinamento della famiglia fa felice il piccolo Boris, che da subito lega con i nonni. Olga e Ivan, a loro volta, amano molto il nipote, tanto da chimarlo "il principe". La curiosità verso questo soprannome lo porterà a scavare nella storia della sua famiglia, intrecciando questa ricerca a quella, più personale, dell'amore e di una vita piena. A rendere più sorprendenti le scoperte che Boris farà sui suoi antenati è la consapevolezza che questo non è un romanzo, ma una storia vera.

 

Altre pubblicazioni di Daniela Calastri

Un mondo di soli bambini, Casagrande, 1993; 
Un'isola scomparsa, Russomanno, 1998; 
Cento anni di silenzio, Dadò, 2004;
 La baronessa delle isole, Dadò, 2008; 
Salamandre, Dadò, 2012, 
La maschera, Dadò, 2015

 

 

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
Tags
storia
libri
dadò
anima
romanzo
calastri
daniela
famiglia
lavoro
ivan
News e approfondimenti Ticino
© 2024 , All rights reserved