foto: TiPress/Francesca Agosta
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Cronaca
08.05.2018 - 08:450
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Clamorosi sviluppi sul "caso del call center di Novazzano". Il Governo bacchetta il Municipio. E i proprietari dell'ex Hanro chiedono al Comune un risarcimento di 1,4 milioni per la negata licenza edilizia

Contro la decisione del Municipio la società proprietaria dello stabile aveva ricorso a fine maggio 2017 al Consiglio di Stato, che nelle scorse settimane ha risposto rilevando nell’agire dell’autorità comunale “gravi carenze istruttorie” e “lacune”

NOVAZZANO – La vicenda è nota come “il caso del Call Center di Novazzano”. Anche se, stando alle dichiarazioni dei dirigenti dalla società Elystan, proprietaria dello stabile “ex Hanro”, il call center è sempre stata una delle tante ipotesi. Tant’è che sul finire del 2016 la società aveva proposto al Dipartimento di Norman Gobbi di ospitare in quell’edificio un centro per richiedenti asilo.

Ovvio che, né la prima né la seconda idea hanno suscitato grandi entusiasmi. In primo luogo da parte dell’autorità comunale, che poco più di un anno fa ha negato alla Elystan la licenza edilizia chiesta nel giugno dell’anno precedente.
Ma anche alla popolazione non piaceva l’idea del call center, che avrebbe portato sul territorio del comune qualcosa come duecento lavoratori, certamente non qualificati e presumibilmente frontalieri: ben 18 sono state le opposizioni e c’è anche stata una petizione, sottoscritta da oltre trecento abitanti.

Contro la decisione del Municipio la società ha ricorso a fine maggio 2017 al Consiglio di Stato, che nelle scorse settimane ha risposto rilevando nell’agire dell’autorità comunale “gravi carenze istruttorie” e “lacune”. Secondo il servizio ricorsi del Governo, la decisione di negare la licenza alla società è “scaturita da un esame carente ed è affetta da un difetto di motivazione grave”.

Il Consiglio di Stato ha quindi rinviato il dossier al Municipio ordinando di completare l’istruttoria del caso e di emanare una nuova decisione.

Va detto che anche il Cantone aveva dato preavviso negativo sulla ristrutturazione e il cambiamento di destinazione dei locali dell'edificio. Ma ora il Municipio dovrà "raccogliere un nuovo avviso dall'autorità dipartimentale includente tutti gli aspetti di sua competenza, verificare se la domanda di costruzione è conforme al diritto comunale e prendere posizione sulle opposizioni", cosa che non era stata fatta un anno fa.

Tutto bene? Mica tanto, perché nel frattempo sono trascorsi due anni, dal momento in cui è stata chiesta la licenza, e quello stabile è rimasto “congelato”.

Al di là dei contenuti che la proprietà intende dare alla struttura, sui quali si può ovviamente discutere, rimane il fatto che il Governo ha constatato gravi lacune nell’agire del Municipio. E sulla base di questa recente sentenza, la Elystan, rappresentata dall’avvocato Pierluigi Pasi, chiede ora un risarcimento danni di non meno di 1,4 milioni.
Una cifra che considera il mancato incasso di pigioni per locazioni commerciali da parte della società, e i relativi interessi, causato dalla licenza negata. La richiesta di risarcimento si fonda sui ritardi “illecitamente cagionati” dal Municipio.

emmebi



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