All’interprete di “Datemi un martello”, ticinese d’adozione abitando da una vita in Valle di Muggio, è andata di traverso la cover di Imagine che Eddie Vedder e soci hanno fatto durante l’ultimo concerto a Roma. La canzone era infatti accompagnata da alcuni messaggi rivolti al governo italiano con hashtag come #apriteiporti e #saveisnotacrime, "salvare non è un crimine”.
“Ma farsi gli affari loro mai?!”. Ha commentato su twitter la Pavone, che poi ha ribattuto colpo su colpo agli utenti che l’hanno criticata, accusandola di razzismo e xenofobia.
"Ai Cip e Ciop che prendono lucciole per lanterne e sparano bordate idiote - ha scritto Rita - rispondo che ritengo poco etico e altamente opportunistico approfittare di un proprio concerto per dare consigli, pur cantando una meravigliosa canzone ad altri. Se ci tieni a dire la tua , fai un concerto ad hoc per quella causa. Come fecero con Live Aid Michael Jackson è tantissimi altri”.
"E il mio: " Ma farsi gli affari loro, no? " - ha chiosato la cantante -, era inteso come: Con tutte le rogne che hanno a casa loro negli USA, vengono a fare le pulci a noi? Puoi essere il più grande artista del mondo, ma ciò non toglie che sei un ospite e come tale dovresti comportarti. Amen”.
E a chi le ha suggerito ironicamente "per evitare, in futuro, il ripetersi di tali spiacevoli situazioni" di "far pre-approvare da Salvini le scalette di tutti i concerti che si tengono sul suolo italiano", la cantante - agguerritissima - ha risposto con un altro consiglio: "Un suggerimento molto più facile: non parlare dei problemi degli altri quando a casa tua ne hai a miriadi".