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Cronaca
23.07.2018 - 19:090
Aggiornamento: 24.07.2018 - 15:48

"La malattia di Marchionne è un dolore indicibile. Purtroppo la sua incapacità di sottrarsi al fumo continuo delle sigarette….”

Il commosso tributo di Franzo Grande Stevens, storico legale della famiglia Agnelli, al manager in fin di vita: "Quando è stato ricoverato ho subito capito che era in pericolo ..."

ZURIGO/TORINO - “La sua malattia è un dolore indicibile. Purtroppo la sua incapacità di sottrarsi al fumo continuo delle sigarette….”.


Sono parole calorose, dirette, inusuali, quelle con cui Franzo Grande Stevens ha voluto esprimersi sul dramma che ha colpito Sergio Marchionne. Lo storico avvocato della famiglia Agnelli, in una lettera al Corriere della Sera, ha voluto omaggiare il manager con cui ha condiviso una lunghissima esperienza umana e professionale, prima in FIAT e poi in FCA. Una lettera accorata scritta mentre Marchionne si trova in un letto dell’ospedale di Zurigo in condizioni stazionarie ma irreversibili.

 
“Sergio - scrive Grande Stevens - è un uomo che sarebbe piaciuto a Giovanni Agnelli, che da sabaudo illuminato aveva dimostrato sempre grande interesse per gli intellettuali e per i sofisticati meccanismi finanziari dedicando del tempo ad affrontare tematiche di cultura illuministica e storica. Giovanni Agnelli ne avrebbe apprezzato la «unicità». Marchionne in Canada completò i suoi studi dimostrando grande interesse per la filosofia. Gianluigi Gabetti ed io, memori di quanto ci aveva detto in punto di morte Umberto Agnelli, invitammo Sergio e riuscimmo a portarlo alla Fiat. Qui ci incontravamo e ci consultavamo molto spesso da veri e grandi amici su ogni questione importante del gruppo (a quest’ultimo egli, con l’aiuto di Obama, aveva potuto aggiungere la Chrysler donde il cambiamento di Fiat in Fca)”.

 
“Gabetti ed io - annota ancora l’avvocato - avremmo potuto considerarlo per la nostra età un figlio (il mio primo ha soltanto quattro anni di meno) e invece divenne un nostro fratello, che ci consultava e ci insegnava che cosa vuol dire occuparsi del successo di una grande azienda”.

 
Quindi il passaggio più drammatico dello scritto pubblicato sul Corsera: “Il dolore per la sua malattia è indicibile. Quando dalla tv di Londra appresi il giovedì sera che egli era stato ricoverato a Zurigo, pensai purtroppo che fosse in pericolo di vita. Perché conoscevo la sua incapacità di sottrarsi al fumo continuo delle sigarette. Tuttavia, quando seppi che era soltanto un «intervento alla spalla», sperai. Invece, come temevo, da Zurigo ebbi la conferma che i suoi polmoni erano stati aggrediti e capii che era vicino alla fine.

 
“Alla società, ad Elkann, che è esponente e leader della proprietà, la mia commossa partecipazione. Marchionne ha lasciato una società che ha raggiunto l’incredibile risultato dell’azzeramento del debito e l’avvio di una vita di successi. Mi auguro che sulla strada che egli ha tracciato, sul suo esempio, la Fca prosegua con gli stessi risultati. Soltanto così il grande dolore di tutti noi potrà alleviarsi”, conclude Grande Stevens.

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