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Cronaca
18.02.2019 - 12:010

No all'espulsione dei terroristi islamici 'in pericolo', Stefano Piazza: "Debolezza, dottrina e denaro, le 3 D che hanno messo in ginocchio l'Occidente"

""Di certo c’è che la sicurezza dei cittadini non è al primo posto per la “Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati” che ha invitato il plenum, a respingere una mozione di Fabio Regazzi"

di Stefano Piazza

Mentre nel “Siraq” si consuma l’assalto finale delle forze curdo-siriane (aiutate dagli Stati Uniti,  alle ultime roccaforti dello Stato islamico dove circa mille di jihadisti resistono anche con attacchi kamikaze, dai tunnel del villaggio di Baghouz (provincia di Deir Ezzor), dall’Europa arrivano segnali contrastanti se non preoccupanti, sulla piena comprensione del fenomeno dell’estremismo religioso islamico.
 
Ma veniamo al nostro paese, la Svizzera non è certo immune a quanto accaduto in questi anni infatti, sono quasi 100 le persone partite per andare a combattere la loro “guerra santa” e  alcuni di loro, si sono “distinti” come i recenti fatti in Marocco hanno purtroppo dimostrato. Nonostante l’estremismo islamico si respiri in molte moschee e associazioni islamiche della Svizzera, si preferisce continuare a mettere la polvere sotto il tappeto magnificando “piani nazionali” che non sono altro che “esercizi alibi” scritti e gestiti da chi non nessuna intenzione di mettere il naso nel capitolo dei finanziamenti o del controllo vero dei predicatori d’odio che arrivano indisturbati in Svizzera.
 
A tal proposito fanno un po’ sorridere i tentativi di dare risposte localistiche a problemi profondi, specie in orari d’ufficio. A dire la verità qualche occasione di fare almeno un gol l’abbiamo anche avuta vedi il processo al Consiglio Centrale Islamico Svizzero. Sembrava la vuolta buona ma poi tutto si è risolto con una debacle sia nella sentenza (a dir poco pasticciata pasticciata), che a quanto accaduto dentro e fuori dall’aula. Vedere gli islamisti intimidire i giornalisti e sfilare per Bellinzona al grido di “Allah u Akbar” ( Allah è grande) è stato uno spettacolo turpe e indecente del quale la politica ha mestamente taciuto. Meglio prendersela con una frontaliera che insulta la Svizzera su Facebook che parlare di quanto accaduto fuori dal Tribunale di Bellinzona?
 
Spesso si è detto che Berna è lontana dal sentire comune e secondo alcuni, i palazzi della politica federale non sono piu’ in sintonia con il popolo. Vero o falso ? Difficile da dirsi, di certo c’è che la sicurezza dei cittadini non è al primo posto per la “Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati” che ha invitato il plenum, a respingere una mozione di Fabio Regazzi (PPD/TI), accolta dal Consiglio nazionale (102 voti a 73 lo scorso settembre).
 
Nel suo atto Regazzi chiedeva l’espulsione dei terroristi islamici con passaporto estero, presenti in Svizzera. Ma perché non potrebbero essere espulse delle persone che sono un pericolo anche per i cittadini elvetici? Semplicissimo,“la Svizzera non deve trasformarsi in un aguzzino”.
 
Secondo la consigliera federale Simonetta Sommaruga;“saranno esaminate anche misure contro persone condannate in relazione ad atti terroristici e che, anche dopo aver scontato la loro pena detentiva, continuano a rappresentare un rischio per la sicurezza del Paese, ma che non possono essere espulse a causa del divieto di respingimento”.
 
Ma non è tutto; “l'amministrazione federale deve tenere conto anche del principio internazionale, presente nella nostra Costituzione federale, del non respingimento, secondo il quale una persona non può essere allontanata verso il Paese di provenienza se rischia di essere torturata oppure di essere sottoposta a pene draconiane.”
 
Quindi se sono un terrorista condannato a morte nel mio paese d’origine magari per una strage, dopo aver scontato una pena per aver attentato alla sicurezza della Svizzera, posso restare qui a progettarne altri e magari con qualche sussidio che si sa non guasta mai? L’Italia nel 2018 ha espulso 118 persone che a vario titolo, inneggiavano al “jihad”o che stavano preparando delle azioni violente e recentemente nel nuovo “Decreto Sicurezza”, è stata approvata la revoca della nazionalità ( quando doppia) per chi attenta alla sicurezza dello Stato.
 
L’Olanda e il Belgio sempre nel 2018, hanno approvato leggi che consentono la revoca della nazionalità e la conseguente espulsione dal territorio nazionale ed altri paesi vedi la Germania, stanno cercando di fare la stessa cosa. Per contro la Francia di Emanuel Macron, riporta a casa 150  “foreign fighters” che sono in carcere in Siria forse perché non gli bastano le 30.000 “ fichés S”che minacciano l’Esagono.
 
Il fatto che per jihadisti sia diventato piu’ complicato colpire l’Europa non ci deve ingannare, nel 2018 sono stati sventati 8 attentati e nel 2019, ne sono stati evitati già 4 ( l’ultimo qualche giorno fa a Barcellona). Sull’Europa continuano ad arrivare centinaia di milioni di euro dal Golfo Persico, dalla Turchia e dall’Iran, tutti denari che servono a finanziare la costruzione di moschee (oltre 300 sono previste solo in Francia) e per far funzionare la macchina della propaganda islamica che spinge alla conquista di nuovi spazi. Per farlo sfuttano alla perfezione “il complesso delle tre D” del quale è affetta l’Europa: ”Debolezza, dottrina, denaro”. Le tre D hanno messso in ginocchio l’Occidente e il “politicamente corretto che domina nei palazzi della politica e nei media, ha fatto il resto. Non puo’ che spiegarsi cosi’ il non voler espellere chi è una minaccia per lo Stato.
 
A tal proposito va ricordato il caso di Najmaddin Faraj Ahmad,conosciuto come il “Mullah Krekar”in Norvegia: Arrivato come profugo a Oslo nel 1991 è diventato in poco tempo, il vertice di alcune reti jihadiste e i norvegesi ad un certo punto, lo volevano espellere. Poi siccome nel suo paese (Iraq) era condannato a morte per terrorismo, è rimasto a Oslo grazie all’intervento di associazioni umanitarie ed esponenti della sinistra politica. Nel 2015 i ROS dei Carabinieri italiani lo arrestarono perché scoprirono che il“Mullah Krekar” dal suo comodo appartamento di Oslo pagato dai cittadini norvegesi, progettava un attacco in Italia con la fazione jihadista “Al Ansar al Islam”. Oggi Najmaddin Faraj Ahmad, è libero di fare quello che ha sempre fatto ovvero predicare in Norvegia e sul web, la guerra santa e l’odio verso gli ebrei. E chissà se a Berna conoscono questa storia…

 

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