A quattro mesi dall’apertura ticinese, lo chef stellato si racconta: "Qui ho trovato la pace che cercavo"
LUGANO – L’arrivo dello chef stellato Felice Lo Basso in Ticino aveva fatto parecchio rumore. Più che l’arrivo, ad occupare le pagine dei giornali è stata la partenza. Parole amare su Milano che avevano acceso il dibattito in merito al futuro dell’alta cucina nel capoluogo lombardo. Quella di venire in Ticino, a Sorengo, è stata una scelta di vita. A quattro mesi dall’apertura, Lo Basso si racconta a Reporter Gourmet tornando anche sulle sue parole. “La mia non è stata una fuga. Ma volevo dare a mio figlio un futuro migliore con la mia presenza stabile. Ho cercato una situazione dove potevo continuare a fare la mia cucina in un territorio dove unire famiglia e lavoro. Ho trovato un equilibrio: ritmi meno serrati e più tempo con chi amo davvero. Questa è la mia vera conquista”.
In Ticino “non c’è la frenesia di Milano, che a volte mi manca. Ma c’è questa pace di cui avevo bisogno. È una terra dove c’è ancora tanto da fare, ma siamo venuti qui per questo: per dimostrare che si può fare anche gruppo e rete in un territorio che secondo me è ancora “crudo” su alcuni aspetti”.
E sulle parole “contro” Milano: “Non ho mai criticato i milanesi. Alcuni termini che ho detto erano figli di un momento complicato, ma resto affezionato alla città. Ho ancora una casa lì e torno quando voglio un po’ di shopping e frenesia.Ma il problema è un altro: Milano viene raccontata come la città delle opportunità, ma se non fatturi, se non riempi il locale ogni sera, è dura davvero. L’attenzione al costo da parte dei clienti è diventata altissima e facendo i calcoli ci siamo accorti che ci sono davvero grandi difficoltà per arrivare a far quadrare i conti. Questa è la verità”.