LUGANO - "Voi continuate a parlare, noi facciamo". Può essere riassunto così il pensiero del sindaco di Lugano Giorgio Giudici sull'operato del nuovo direttore di Ticino Turismo Elia Frapolli. Sulle colonne del Corriere del Ticino Giudici sferra un duro attacco a Ticino Turismo, ma soprattutto al suo nuovo direttore. Le divergenze su come gestire il turismo e il ruolo degli enti regionali hanno fatto scoppiare la polemica in più occasioni negli ultimi mesi. Ma questa volta re Giorgio va a testa bassa.
Il sindaco parte con la ciritica a Elia Frapolli contrapponendo i risultati ottenuti da Lugano, e scrive: "Devo purtroppo constatare che ancora si privilegia il parlare rispetto al fare, ignorando il fatto che potremmo scrivere interi trattati sul come fare turismo dimenticando di far seguire l'azione alla riflessione. Non parlerò dunque di cifre o di massimi sistemi, né mi addentrerò sul mercato cinese, indiano o italiano: semplicemente attiro l'attenzione sul fatto che la Città ha creato un dicastero del turismo con il compito di cercare, unitamente agli amici albergatori, commercianti ed esercenti, i giusti rimedi alla crisi passata e presente".
Il sindaco elenca quindi le manifestazioni sulle quali la Città ha deciso di investire e scrive: "Tutti questi sono fatti ai quali si è accompagnato il grande lavoro svolto dal dicastero e dall'Ente turistico del Luganese per la riforma della Legge sul turismo, che ha condotto all'elaborazione di una proposta completa, di seguito avallata anche dal gruppo di lavoro cantonale. Sorrido oggi nel constatare che i responsabili dell'ETT presentano la cosa come fosse "idea loro". A Cesare quel che è di Cesare, signori. Non ho scordato le polemiche sui media al momento in cui l'ente turistico, supportato dal Municipio e d'intesa con l'Ente del Locarnese, aveva rifiutato di designare i propri rappresentanti in seno al Consiglio di amministrazione dell'Ente; pure ho ben presente che le reazioni iniziali volevano dipingere il tutto come la solita "polemica ticinese"".
Giorgio Giudici, che per le sue critiche prende spunto da un'intervista riasciata da Elia Frapoli al Giornale del Popolo, dice: "Leggendo l'intervista al direttore del turismo Frapolli non posso certo dichiararmi soddisfatto: ancora una volta si vola troppo in alto rispetto al terreno, si fanno bilanci su parole e intenzioni e non su progetti, ignorando, mi ripeto, lo spirito di una riforma stimolata e supportata da chi ne aveva abbastanza di un certo modo di agire e che vuole staccare il fare turismo dal fare politica. Pure, tra il serio ed il faceto, mi si consenta di sottolineare che in tema di turismo eviterei di avviare culti di personalità particolari: più che la foto del direttore del turismo, avrei voluto vedere rappresentata una realizzazione concreta dell'ETT".
E poi ancora: "Esprimo ulteriori perplessità sul fatto che il direttore, nonostante quanto accaduto e forzatamente consapevole dell'origine della spinta al cambiamento, nemmeno abbia, a quanto mi risulta, allacciato contatti particolari con gli enti luganese e locarnese; pure, e mi ripeto ancora, mi sembra faccia ancora fatica a citare il ruolo degli enti locali nel nuovo progetto di legge. Forse non ha compreso che alla base dell'azione dei riformatori sta la volontà di essere artefici del proprio destino, senza affidarsi in toto a organismi o persone poco a contatto con le realtà locali il cui ruolo va cambiato subito, ancora prima di approvare la nuova legge in Parlamento. Non posso accettare il fatto che intanto si va avanti come prima". Insomma: Giudici boccia Frapolli.