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07.09.2013 - 12:490
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Bertoli: "Pronto a tagliarmi la pensione. E via anche il benefit di 30'000 franchi esentasse"

Il ministro socialista: "Il sistema pensionistico dei Consiglieri di Stato è di largo privilegio:non è una pensione ma un vitalizio. Quando sono entrato in Governo e ho preso direttamente conoscenza della mia situazione, mi sono detto: urca!"

BELLINZONA - Manuele Bertoli, ieri la "sua" capogruppo in Gran Consiglio Pelin Kandemir Bordoli, ha sfidato il Governo: visto che chiedete sacrifici a tutti, anche alle fasce più deboli della popolazione, mettete fine a un privilegio supreato e tagliatevi la pensione (per maggiori informazioni clicca qui). Lei ministro, è disponibile? 
"Sì, sono d'accordo. Penso che l'attuale sistema di previdenza per i Consiglieri di Stato sia di largo privilegio, per cui non sono per nulla contrario a una sua revisione, anzi già un anno fa avevo posto la questione in Consiglio di Stato". 

Lei parla di "largo privilegio", cosa intende in particolare?
"C'è un punto lampante: la pensione dei Consiglieri di Stato di per sé non è una pensione ma un vitalizio. Tanto è vero che non è pagata dalla Cassa pensioni ma dalla cassa dello Stato, come riconoscimento a posteriori per chi ha fatto il ministro. Naturalmente non è una cosa semplice da riformare. Bisogna tenere conto di diverse variabili. Perché c'è chi può entrare in Governo a 30, 40 o 50 anni, e inoltre bisogna mantenere attrattiva la professione. Ma detto questo, si può sicuramente fare qualcosa".

Pensa che il momento sia particolarmente propizio visti i sacrifici che il Governo chiederà un po' a tutti?
"Certo, può essere il momento giusto. Ricordo che già l'anno accorso il Consiglio di Stato, quando chiese il sacrifico del 2% sul salario dei dipendenti pubblici, si autoimpose il 3% sui nostri stipendi e per quelli di uguale portata. Ma questa riforma va fatta a prescindere dal momento delicato che stiamo attraversando, senza cioè per forza mettere sul piatto della bilancia sacrifici diversi. Si tratta semplicemente di ripristinare una corretto equilibrio di questo aspetto del sistema, in un'ottica di sana gestione di quella che è una carica pubblica ma è anche una professione". 

Secondo lei le pensioni dei ministri pongono dei problemi di equità solo per come sono organizzate, lei ha parlato di vitalizio, o anche economico?
"Chiariamo una cosa: a mio avviso all'interno dello Stato c'è un rapporto di salari corretto. Io mi baso sempre su quanto chiede l'iniziativa 1:12, è nella scala salariale del Cantone è ampiamente rispettata. Ma all'interno di questo sistema bisogna rivedere questo benefit che hanno i ministri e passare a un sistema pensionistico classico. È un fatto di equità anche simbolica: qualsiasi persona che lavora si paga la suo quota di cassa pensioni. Le confesso che nei miei anni da parlamentare non mi ero mai posto la questione, ma quando sono entrato in Governo e ho preso direttamente conoscenza della mia situazione, mi sono detto: urca!". 

Pelin Kandemir Bordoli ieri ha fissato anche una scadenza. Ritiene che sia giusto che i ministri mettano sul piatto il loro sacrificio pensionistico insieme ai sacrifici chiesti ai dipendenti pubblici e ai cittadini. Le sembra una tempistica realistica?
"Diciamo che adesso e fino a ottobre siamo parecchio impegnati con il preventivo. Ma penso che tra ottobre e novembre avremo tranquillamente il tempo per discutere di questo tema e prendere una posizione chiara e ufficiale. Poi no so come andrà a finire: se saremo uniti o se non lo saremo…".

C'è un ultimo elemento, al di fuori della questione delle pensioni, che fa discutere molto nei corridoi di Palazzo. Ossia quei 30'000 franchi esentasse che ogni Consigliere di Stato riceve annualmente come rimborso spese. Di questo benefit cosa pensa?  
"Che si tratta di un pezzo di salario mascherato e che semplicemente andrebbe inserito nello stipendio ufficiale. A me sono sempre piaciute le buste paghe semplici, senza grandi orpelli".

AELLE

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