ULTIME NOTIZIE News
Politica e Potere
13.09.2013 - 12:160
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Esclusivo: ecco lo studio Bernasconi sulla fiscalità di padroncini e frontalieri

Le proposte della ricerca del professore al vaglio del Governo: "La Svizzera comunichi spontaneamente all'Italia chi sono i padroncini e quanto guadagnano. E tutti igli italiani che lavorano in Ticino vengano tassati in egual modo"

BELLINZONA - Una decina di pagine ricche di analisi, spunti e proposte concrete. Il documento è intitolato "La fiscalità tra Italia e Svizzera con particolare riferimento a quella riguardante “padroncini” e “distaccati” ". Lo ha redatto il professore della SUPSI Marco Bernasconi, considerato il maggiore esperto di fiscalità in Ticinio, su invito del Consigliere di Stato leghista Michele Barra. Si tratta dunque del secondo studio voluto dal Direttore del Dipartimento del Territorio per approfondire la tematica legata alla problematica dei padroncini. Da qualche giorno è sul tavolo dei ministri. Barra chiede che questo rapporto venga integrato nel documento globale che sta preparando il Consiglio di Stato sulle problematiche legate al mercato del lavoro. Liberatv.ch ha potuto leggerlo ed è in grado di anticipare i contenuti. 

La sintesi

In estrema sintesi Marco Bernasconi propone tre cose. La prima è che per contrastare il fenomeno dei padroncini la Svizzera comunichi spontaneamente all'Italia le informazioni su chi sono queste aziende che lavorano in Ticino e quanto incassano dai lavori. Due: siccome l'accordo sui frontalieri è superato da quello sulla libera circolazione delle persone, che venga armonizzata la tassazione fra i lavoratori italiani che giungono in Ticino da oltre Confine, senza più concedere l'ampio vantaggio fiscale di cui oggi beneficia chi viene a lavorare dalla fascia di confine. Tre: che il Governo ticinese chieda immediatamente a Berna che queste proposte vengano inserite nelle trattative fiscali in corso con l'Italia. E che siano pubblicizzate, in modo da cominciare a scoraggiare i padroncini, sbandierando ai quattro venti l'ipotesi che la Svizzera potrebbe presto fornire spontaneamente all'Italia dati sensibili.

Fatto questo riassunto, è importante sottolineare, come Marco Bernasconi è convinto che la problematica vada affrontata nell'ambito dei negoziati fiscali in corso tra la Svizzera e l'Italia. Il professore auspica una rapida conclusione dell'accordo che sarebbe, sostiene, di interesse sia per la Svizzera che per l'Italia che per il Ticino.

Detto questo, entriamo nel merito, nel dettaglio dello studio.

"La decisione del Consiglio federale  - scrive - di respingere a stretto giro di posta le proposte di  abolire la notifica online e di introdurre il pagamento dell’IVA anche per lavori inferiori a 10.000 franchi  - bocciando una mozione di Lorenzo Quadri e rispondendo indirettamente a una richiesta formulata solo il giorno prima dal Governo ticinese nell'intento di attenuare le conseguenze del fenomeno dei “padroncini” e “distaccati” - rende indispensabile la necessità di individuare una concreta e tempestiva soluzione alternativa". 

L'informazione spontanea

"Sarebbe importante che - propone Bernasconi nel suo studio - nell’ambito dei negoziati italo-svizzeri, si prevedesse esplicitamente che la Svizzera informi spontaneamente l’Amministrazione finanziaria italiana quanto: alle generalità dei “padroncini” e “distaccati” che svolgono un’attività in Svizzera conformemente alla notifica presso la nostra Autorità di Polizia; agli importi percepiti".

"Non vi dovrebbe essere alcuna difficoltà - argomenta - sia per l’Italia quanto per la Svizzera, di accogliere questo principio, poiché esso è conforme all’art. 26 del modello dell’OCSE e quindi dovrebbe trovare l’adesione dei due Stati. Inoltre, la Svizzera ha pattuito, proprio pochi giorni fa, il 30.7.2013, una convenzione con l'Australia che regola lo scambio di informazioni.  Sempre nello stesso giorno è stato anche concluso tra Australia e Svizzera un Protocollo che afferma quanto segue: anche se la Convenzione tra Svizzera e Australia non restringe le modalità riguardanti lo scambio di informazioni, i due Stati non sono obbligati a procedere allo scambio automatico o spontaneo. Questa disposizione consentirebbe, per quanto riguarda il nostro problema di “padroncini” e “distaccati”, alla Svizzera di procedere allo scambio spontaneo di informazioni se lo ritenesse opportuno. L'importanza di queste disposizioni al fine di accertare l'imponibilità in Italia dei proventi conseguiti in Svizzera da “padroncini” e “distaccati”, è evidentemente fondamentale. Infatti, se la nuova disposizione sullo scambio di informazioni, già accolta dalla Svizzera, entrasse in vigore anche con l'Italia, l'Amministrazione finanziaria italiana verrebbe a conoscenza sia delle generalità delle persone residenti in Italia e attive in Ticino o in altri Cantoni della Svizzera, sia degli incassi da loro conseguiti. In considerazione del fatto che "padroncini” e “distaccati" stanno penetrando anche in altri Cantoni della Svizzera, la rivendicazione ticinese dovrebbe trovare il sostegno anche di altri Cantoni".

Frontalieri: un accordo superato

Detto dei padroncini, Bernasconi affronta il tema della fiscalità dei frontalieri, con una premessa importante: "L’Accordo concluso nel ‘76 - scrive - è completamente superato poiché nel 2002 la Svizzera ha concluso con l’UE un Trattato sulla libera circolazione delle persone (che riguarda i cittadini UE) che ha fatto del concetto di “frontaliere” soltanto un concetto storico. E’ frontaliere, secondo questo Accordo, chi risiede a Ponte Chiasso ma anche chi risiede a Bari, Bilbao o Parigi, poiché l’unico requisito richiesto ai fini dell’Accordo tra Svizzera e UE per lo statuto di frontaliere è il rientro al proprio domicilio almeno una volta alla settimana. Gli accordi fiscali rimangono comunque vigenti poiché l’art. 21 dell’Accordo citato ne salvaguarda l’applicazione. Nei rapporti italo–svizzeri l’Accordo sui frontalieri è completamente superato. Lo stesso infatti era giustificato nel 1976 poiché l’Italia allora non poteva tassare i residenti nel proprio Paese che svolgevano un’attività dipendente lucrativa all’estero, in quanto tali redditi erano esentati in base al Testo Unico delle imposte sui redditi in Italia (TUIR). Questa norma, che è stata abrogata il 1. gennaio 2003, consente ora all’Italia di tassare i residenti nel proprio Paese che esercitano un’attività dipendente all’estero, per cui, anche per questo fatto, l’Accordo sui frontalieri è a maggior ragione completamente superato".

La fiscalità dei frontalieri 

E veniamo al punto: "Ultimamente - annota il professore – si sta delineando un’ulteriore possibile soluzione sulla base della quale la competenza impositiva spetterebbe all’Italia, per cui il Ticino continuerebbe a incassare l’imposta alla fonte sul reddito del lavoro dipendente dei frontalieri senza riversare il ristorno. Così facendo in Italia tutti i lavoratori dipendenti che esercitano attività all’estero verrebbero tassati in modo analogo rispettando il principio della parità di trattamento. Oggi non è così, poiché il contribuente residente nella fascia di frontiera paga soltanto l’imposta prelevata nei tre Cantoni svizzeri e quelli residenti  oltre la fascia di frontiera pagano invece le imposte secondo le aliquote italiane. Il risultato è che i residenti in Italia fuori dalla fascia di frontiera attivi in Ticino pagano un’imposta molto superiore di quella che è posta a carico dei contribuenti residenti nella fascia di frontiera italiana attivi in Ticino. Se questa possibile soluzione diventasse operativa si dovrebbero avere queste conseguenze:

- i frontalieri pagano le imposte in Italia, per cui lo Stato italiano non subisce  alcun pregiudizio;

- i frontalieri sono tassati alla fonte come prima in Svizzera, e il Canton Ticino non deve più riversare il 38.8%;

- il contribuente frontaliere dall’imposta italiana deduce l’imposta pagata in Svizzera, attraverso il credito di imposta;

- l’eventuale minor gettito dei Comuni italiani deve trovare una sua soluzione con lo Stato centrale nell’ambito del federalismo fiscale. Non è tuttavia un problema che riguarda la Svizzera.

L’Italia e i tre Cantoni - prosegue il professor Bernasconi - conseguirebbero un vantaggio finanziario rilevante mentre i frontalieri pagherebbero delle imposte superiori a quelle attuali. Le imposte a loro carico sarebbero eguali  a quelle pagate oggi dai residenti in Italia fuori dalla fascia di frontiera e attivi in Svizzera. L’Italia risolverebbe anche un problema di parità di trattamento e il vantaggio per i residenti della fascia di frontiera sarebbe meno accentuato di quello attuale".

La lesione della reciprocità

Bernasconi, a proposito della fiscalità dei frontalieri, annota un'altra questione interessante: "La Svizzera - scrive - è obbligata a restituire il 38.8% all’Italia sulle imposte prelevate a  carico dei frontalieri residenti nella fascia di confine italiana. Non vale però il caso  contrario, poiché l’Italia incassa le imposte dei frontalieri residenti in Svizzera attivi come dipendenti in Italia senza restituire ai Comuni di residenza  svizzeri il 38.8%. Ne sono gravemente pregiudicati i Comuni circostanti a   Campione d’Italia, i quali non possono tassare i loro residenti attivi a Campione e non ricevono nessun ristorno. Il problema ora riguarda anche Comuni più importanti - come Lugano, Mendrisio o Chiasso - i cui residenti lavorano in Italia. La tassazione compete all’Italia la quale però non restituisce alcun ristorno ai Comuni svizzeri di residenza. Vi è quindi una grave lesione del principio della reciprocità, che costituisce uno dei pilastri dei rapporti internazionali.

Le conclusioni

Marco Bernasconi, riassume quindi tutto il pacchetto di proposte: 

"a) Le trattative tra Svizzera e Italia riferite all’art. 27 sullo scambio di informazioni devono essere portate a termine rapidamente affinché venga a cadere uno dei principali ostacoli che compromette i rapporti fiscali tra i nostri Paesi. I vantaggi per la Svizzera  e soprattutto per il Ticino sono legati alla cancellazione della Svizzera dalle liste nere. Oltre ai vantaggi fiscali vi sarebbero molteplici vantaggi per le nostre aziende (a tal proposito si dovrebbero consultare le diverse prese di posizione della Camera di Commercio ticinese).

a.a) La certezza dell'imposizione in Italia dei redditi conseguiti in Ticino da "distaccati” e “padroncini" avrebbe probabilmente la conseguenza di limitare il loro afflusso in Ticino, poiché la concorrenza tra le imprese residenti in Italia e quelle residenti in Svizzera non sarebbe più viziata da una disparità di trattamento fiscale. I vantaggi per le nostre aziende sono evidenti. Per conseguire la finalità della parità di trattamento fiscale le autorità svizzere dovrebbero avere la facoltà di trasmettere all'Autorità finanziaria italiana tutte le informazioni riguardanti:

- le generalità dei padroncini e distaccati attivi in Ticino;

- gli importi da loro percepiti.

Per conseguire questa possibilità, da un profilo giuridico non si deve far altro che inserire la norma dell'OCSE, già fatta propria più volte dalla Confederazione, e chiarirla eventualmente con un protocollo analogo a quello concluso con l'Australia.

b) L’Accordo riferito all’imposizione dei frontalieri deve essere riveduto con la finalità di attenuare notevolmente l’onere fiscale a carico del Ticino e di salvaguardare nel contempo il diritto alla reciprocità per i Comuni ticinesi i cui residenti sono attivi in Italia come dipendenti. 

c) Ribadiamo che l’attività in Ticino e nel resto della Svizzera di “padroncini” e “distaccati”, legittima secondo il Trattato sulla libera circolazione CH-UE, è tassabile in Italia se non vi è stabile organizzazione in Svizzera. Bisogna avere la certezza, al fine che non vi sia alcuna turbativa della concorrenza, che tali proventi conseguiti in Svizzera da parte di aziende residenti in Italia senza stabile organizzazione nel nostro Paese, siano effettivamente imposti in Italia. A tal fine è necessario prevedere una specifica disposizione nella Convenzione o in un protocollo o in uno scambio di note fra i due Paesi o seguendo altra via. Il fenomeno dei “padroncini” e “distaccati” non riguarda solo il Cantone Ticino, come detto, ma anche altri Cantoni, per cui il sostegno alle nostre richieste dovrebbe coinvolgere anche numerosi altri Cantoni.

d) Le trattative per il modello Rubik, se reputate ancora necessarie da parte svizzera, non devono compromettere la soluzione dei temi indicati alle lettere a), b), c)".

Qualche consiglio politico al Governo

Al termine dello studio, Bernasconi aggiunge qualche suggerimento su come muoversi strategicamente: "Da un profilo politico bisogna valutare se una presa di posizione pubblica del Consiglio di Stato potrebbe avere la conseguenza di:

a) accelerare la conclusione della revisione ddella  Convenzione tra Svizzera e Italia per evitare la doppia imposizione dei redditi e della sostanza  e risolvere nel contempo il problema della fiscalità dei frontalieri;

b) rendere attenti padroncini e distaccati che si sta esaminando la possibilità di informare l'Amministrazione finanziaria italiana sui proventi da loro conseguiti in Svizzera. Si tratta in sostanza di mettere in atto una prevenzione generale. Anche per questa ragione è urgente una presa di posizione nei confronti della  Confederazione, affinché concluda rapidamente le negoziazioni sullo scambio di     informazioni per tutelare oggi i legittimi interessi del Ticino e in tempi ravvicinati  anche gli interessi di altri Cantoni che certamente dovranno confrontarsi con l'afflusso di padroncini e distaccati provenienti dall'Italia, dalla Francia e  probabilmente a medio termine anche da altri Stati;

c) La richiesta ai negoziatori svizzeri, da parte del Consiglio di Stato, di inserire nella Convenzione italo-svizzera o nel Protocollo o nello scambio di note una disposizione che consenta lo scambio di informazioni spontaneo alla Svizzera è urgente. Questo perché pochi giorni or sono il negoziatore Prof. Ambuehl ha dichiarato che l'accordo potrebbe essere imminente. Siccome questo è un tema nuovo bisogna essere certi che sia portato al tavolo delle negoziazioni.

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
Tags
accordo
ticino
informazioni
stato
svizzera
frontiera
comuni
italia
cantoni
studio
News e approfondimenti Ticino
© 2024 , All rights reserved