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22.09.2013 - 13:020
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Vietato il burqa, l'esultanza di Ghiringhelli: "Un voto storico per il Ticino e per la Svizzera"

Il promotore dell'iniziativa accolta a larga maggioranza dai ticinesi esprime la sua soddisfazione: "Un messaggio chiaro ai fondamentalisti islamici"

BELLINZONA - Esulta di gioia Giorgio Ghiringhelli. Esulta per quello che definisce un voto storico per il Ticino e per la Svizzera. I ticinesi, infatti, hanno approvato la sua iniziativa costituzionale che vieta la dissimulazione del viso in pubblico. Oltre il 65% ha sostenuto in prima battuta il testo anti-burqa, preferendolo poi, con il 52%, nella domanda supplettoria al contro-progetto del Consiglio di Stato, pure accolto dai ticinesi, che proponeva il compromesso di inserire il divieto nella legge sull'ordine pubblico, senza toccare la Costituzione. Il popolo insomma ha voluto la linea dura.

A risultati ormai consolidati, Ghiringhelli ha inviato alle redazioni un lungo comunicato. Che di seguito vi proponiamo riassunto in capitoli

"Un voto storico"

"A nome del comitato desidero ringraziare tutti coloro che, andando a votare, hanno compiuto il loro dovere di cittadini e ( visto che questa votazione farà il giro del mondo) hanno propagandato ovunque quella peculiarità tutta svizzera che è la democrazia diretta. E’ stato un voto storico per il Ticino, perché ha modificato la Costituzione cantonale; ma è stato un voto destinato a far storia anche in Svizzera e all’estero, dove forse l’esempio ticinese si propagherà a macchia d’olio a dimostrazione del fatto che questa votazione, considerata una perdita di tempo e di denaro dagli avversari, non è stata inutile". 

"Una vittoria non scontata"

"La vittoria dell’iniziativa  non era per nulla scontata ed è perciò ancor più significativa, visto che avevamo contro  il Governo, il Parlamento, il Coordinamento delle donne di Sinistra, l’associazione dei liberi pensatori , Amnesty International, le varie commissioni contro il razzismo e per le pari opportunità e perfino il vescovo, e considerata l’antidemocratica e vergognosa  censura e denigrazione praticata nei nostri confronti dal quotidiano La Regione e dal settimanale Il Caffè. Dopo tutto l’impegno profuso in questa battaglia a salvaguardia della libertà e della dignità di tutti, grande è ovviamente la nostra soddisfazione nel vedere che il Popolo sovrano, seguendo la nostra indicazione di voto, ha accolto sia l’iniziativa e sia il controprogetto esprimendo però una netta preferenza per la prima, e cioè per l’inserimento del divieto di dissimulare il volto in pubblico nella Costituzione anziché in una semplice legge. 

"Un messaggio chiaro ai fondamentalisti islamici"

"I grandi perdenti di questa votazione sono stati i fautori del doppio NO ( specie certe donne dell’area rosso-verde), che si sono battuti per difendere l’indifendibile, cercando di fare del burqa un simbolo di libertà. Invece il Popolo ha detto chiaramente che il burqa é un simbolo dell’oppressione della donna da parte degli estremisti islamisti, un simbolo contrario all’uguaglianza dei sessi e all’integrazione, un simbolo che lede la dignità di tutti, uomini e donne.  Il Popolo ha così voluto dare un chiaro segnale ai fondamentalisti islamici, ben presenti anche in Ticino e in Svizzera, dicendo loro che in questo Paese chi vuole integrarsi è bene accolto indipendentemente dalla sua religione ,  ma chi respinge i nostri valori e mira a creare una società parallela basata su leggi religiose e mirante a sovrapporsi alla nostra,  non è il benvenuto.
 Ne prendano nota soprattutto quei partiti, quei politici , quei giornalisti e quelle commissioni che per buonismo, ignoranza o questioni ideologiche continuano a negare l’esistenza del problema , non accorgendosi che con la politica dello struzzo fomentano  l’insorgere di sentimenti xenofobi.  E ne prendano buona nota  quei rappresentanti del Popolo in Gran Consiglio che, pur sostenendo il divieto di dissimulare il volto, in nome del “politicamente corretto”  hanno impostato il discorso solo sulla sicurezza , evitando qualsiasi collegamento con il fondamentalismo islamico".

"Ora palla all'Assemblea Federale"

"Ora la modifica della Costituzione cantonale dovrà passare al vaglio dell’Assemblea federale, chiamata a concedere la Garanzia federale, ed è presumibile che anche in quella sede vi sarà una battaglia di tipo ideologico da parte soprattutto delle forze cosiddette progressiste. Del resto quello di portare il dibattito sul burqa a livello nazionale era uno dei nostro obiettivi dichiarati" . 

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