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22.09.2013 - 16:140
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Burqa e carceri, la versione di Gobbi: "Un pareggio in trasferta"

Intervista al ministro delle istituzioni sull'esito delle votazioni: "Sono molto rincuorato dal segnale dei ticinesi e degli svizzeri a favore della sicurezza"

BELLINZONA - "Dire che il Consiglio di Stato è stato sconfitto su tutta la linea, come sento in giro, mi pare sbagliato o quanto meno eccessivo. Sulla sorveglianza nelle carceri l'hanno sicuramente spuntata i referendisti, e ne prendo atto. Ma sull'iniziativa contro il burqa, il controprogetto del Consiglio di Stato è stato accolto dal popolo e il Governo proponeva lo stesso tipo divieto degli iniziativisti attraverso però le leggi ordinarie. Senza toccare la Costituzione, insomma. Quindi direi che su questo non abbiamo proprio perso…".

Parole e musica di Norman Gobbi. Il ministro delle istituzioni commenta l'esito delle votazioni a livello cantonale e federale. Soprattutto gli oggetti ticinesi che toccavano così da vicino il suo Dipartimento. Il popolo ha detto di "no" alla sua proposta di privatizzare parzialmente la sorveglianza nelle carceri, facendo capo, nei casi di necessità, a personale di agenzie private. Il referendum lanciato dalla VPOD contro la modifica di legge approvata da Governo e Parlamento ha ottenuto il 58% dei consensi.

Più consensi, il 65% dei votanti, l'ha ottenuta anche l'iniziativa costituzionale di Giorgio Ghiringhelli sul divieto di dissimulazione del viso in pubblico, rispetto al controprogetto più soft del Consiglio di Stato che si è fermato al 59.8%. E alla domanda eventuale, meglio l'iniziativa o il controprogetto, non c'è stata storia: 52,83% l'iniziativa, 36,75 il controprogetto. 

"Secondo me - spiega Norman Gobbi - da questo voto emerge chiaramente un segnale da parte degli svizzeri e dei ticinesi a favore della sicurezza. Un segnale che chiaramente mi sta particolarmente a cuore e che certo non lasceremo cadere impegnandoci ancora di più in questa direzione".

Segnale a favore della sicurezza, ma non solo, secondo Gobbi. Per la seconda volta la maggioranza dei ticinesi si dicono d'accordo a mettere nella Costituzione un divieto che tocca l'Islam. Prima i minareti, nelle celebre votazione federale, ora il burqa. Un segnale molto forte che mostra come il popolo su questi temi prediliga la linea dura costituzionale, rispetto ai compromessi. Gobbi, come se lo spiega? "A mio avviso - risponde il ministro - c'è la volontà fortissima da parte dei ticinesi e degli svizzeri di salvaguardare i nostri territori, le nostre tradizioni e costumi, contro un'omogeinazzazione globale. Chi lo interpreta solo come un voto a favore della sicurezza, si sbaglia".

Lo ammetta, ministro, alla fine il risultato sul burqa non le dispiace affatto. "Come è noto ho sostenuto l'iniziativa e non ho mai rinnegato quel sostegno. In ogni caso adesso la cosa importante è vedere come si comporterà l'Assemblea federale che deve avallare il cambiamento della nostra Costituzione. Bisogna capire come questo voto chiarissimo dei ticinesi verrà accolto a Berna. Ho un po' paura che qualcuno voglia proseguire la battaglia ideologica alle Camere…"

Pensa che ora chi rappresenta il Ticino a Berna, i Consiglieri di Stato e i parlamentari federali, debbano sostenere il voto dei ticinesi anche se non lo condividono? "Io penso che quando il popolo vota si prende atto e si tirano le conseguenze. Ma non mi illudo: chi fa una lotta ideologica continuerà a farla. Attenzione però, perché questo genere di atteggiamento rischia di ritorcersi contro le istituzioni portando sfiducia e problemi. Sono ormai tre anni che l'iniziativa per l'espulsione dei criminali stranieri, approvata dal popolo, non trova soddisfazione. E le carceri sono strapiene, solo per fare un esempio concreto…".

Ecco, appunto, le carceri. I ticinesi le hanno detto di no sulla privatizzazione parziale della sorveglianza: "Sì, hanno ribadito che non bisogna lesinare sui costi della sicurezza e quindi bisogna investire. Paradossalmente  è un voto positivo per il mio Dipartimento, che di conseguenza continuerà a insistere su questo punto". 

La VPOD, commentando il risultato, ha già detto: adesso assumente nuovi agenti. "Guardi, io ho già avanzato la proposta di aumentare sia gli effettivi della polizia cantonale che gli agenti carcerari, e continuerò a battermi in questa direzione. Dopodiché, per quanto riguarda il carcere, bisogna dire la verità alla gente: è difficile reclutare personale. E non è una questione salariale o di turni, ma proprio di tipologia di lavoro. Potrei fare 10 concorsi e non so se troverei 10 ticinesi idonei al ruolo e pronti a svolgerlo". 

Infine, se non si sente sconfitto, che risultato pensa di aver fatto oggi: "Diciamo un pareggio in trasferta 1-1. Ma sono molto rincuorato dal segnale dei ticinesi e degli svizzeri a favore della sicurezza".

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