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Politica e Potere
02.08.2014 - 12:410
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

"Indegno. Arrogante. Non è il mio presidente. Complimenti vivissimi...": è bufera su Bertoli

Il Presidente del Consiglio di Stato, nella suo discorso per la festa nazionale, si è schierato con chi propone un nuovo voto sui rapporti tra Svizzera e UE dopo quello del 9 febbraio. E Quadri, Savoia, Marchesi e Del Don sparano a zero

BELLINZONA - Come era prevedibile il discorso di Manuele Bertoli in occasione del Primo di agosto sta suscitando un vero e proprio vespaio nel Mondo politico. In particolare le parole che il presidente del Presidente del Consiglio di Stato ha espresso sulla votazione del 9 febbraio. Per Bertoli da qui a tre anni, termine entro il quale l'iniziativa Contro l'immigrazione di massa dovrà entrare in vigore, il Consiglio Federale dovrà richiamare gli svizzeri al voto sul tema dei rapporti tra il nostro Paese e l'Europa. Non solo: nel suo discorso il presidente del Governo ha criticato l'esito del voto sui minareti, auspicando anche una correzione dei meccanismi della democrazia diretta ((leggi articolo correlato).

Concetti forti, in parte provocatori, quelli del ministro socialista, che tuttavia, almeno sul 9 febbraio, rispecchiano un pensiero già espresso a livello nazionale dagli ambienti di sinistra ma anche dal presidente della Confederazione Didier Burkhalter. Una posizione che, ovviamente, va di traverso a molti in Ticino. In particolare a coloro che hanno combattutto a favore dell'iniziativa UDC. Ovvero, oltre agli stessi democentristi, a Lega e Verdi.

Quadri: "Complimenti vivissimi..."

"Ma guarda che spettacolo "edificante" - commenta su Facebook il Consigliere Nazionale leghista Lorenzo Quadri - il presidente del governo ticinese nella sua allocuzione del primo agosto disconosce non una, ma più votazioni popolari. E nessuno ha fischiato? Ulteriore, superflua dimostrazione che a Sinistra vedono la sovranità popolare come il fumo negli occhi, essendo imbevuti di autoritarismo statalista".
 
"Comunque - prosegue Quadri - chi vuole rifare il voto del 9 febbraio perché l'UE non rispetta gli accordi e non vuole trattare sulla libera circolazione delle persone, di modo che gli svizzerotti "devono" calare le braghe, stia molto attento, perché in quel caso si farà in modo di far saltare tutti gli accordi bilaterali. Che non sono affatto indispensabili per la Svizzera.  Certo che mettere in discussione i diritti popolari è proprio un bel modo di festeggiare il natale della Patria da parte di un presidente del CdS, complimenti vivissimi. Ma già, a sinistra la parola Patria è un'eresia, infatti organizzano raduni multikulti a Chiasso pur di NON festeggiare il primo agosto..."

Savoia: "Arrogante e in malafede"

Il coordinatore dei Verdi Sergio Savoia dedica all'intervento di Bertoli un lungo articolo sul suo blog: "Nella sua complessa e articolata allocuzione del 1 agosto - scrive - il presidente del Consiglio Di Stato, Manuele Bertoli torna sul voto del 9 febbraio per ribadire un concetto caro alla dirigenza socialista ma anche a Economisuisse: il 9 febbraio il popolo ha sbagliato e questo errore va "corretto". Non solo, nel corso del suo cattedratico intervento, il presidente del governo ticinese si è spinto fino a suggerire che anche la democrazia diretta vada "corretta", visto che (ça va sans dire) non produce sempre i risultati che il governo, il partito socialista o l'establishment si attende. Fa un po' specie visto che sono proprio PS e sindacati (e per fortuna!) a fare maggiore uso dello strumento. Ma quando lo usano loro, anche qui ça va sans dire" è sempre giustificato".  

"l ragionamento è semplice e altrettanto fallace - aggiunge Savoia - : siccome la via bilaterale è giusta aprioristicamente, ne consegue che qualsiasi decisione popolare in senso contrario vada "corretta" (la parola è usata dallo stesso Bertoli). E non si vogliono vedere o si minimizzano i disastri provocati, per esempio al nostro cantone, dalla fantastica libera circolazione. Invece si blatera di apertura, cosmopolitismo, innovazione. Manco fossimo la Corea del Nord e non il paese al mondo con la più alta percentuale di stranieri. A questo punto devo credere che si tratti non di crassa ignoranza ma di arrogante malafede. Una cosa poco sorprendente. La tendenza di certe fasce politico-intellettuali a calare lezioni alla plebe non conosce sosta. Quello che è del tutto incomprensibile è la mancanza di una qualsivoglia analisi di quel che è successo il 9 febbraio, specialmente in Ticino (del cui governo Bertoli è presidente). In Ticino 7 cittadini su 10 hanno votato no alla libera circolazione non perché sono xenofobi, chiusi o perché abbiano un "atteggiamento indecorosamente ostile verso tutto quel che proviene dall’Italia". Nossignore: queste sono spiegazioni comode e intrise di un sussiegoso quanto ingiustificato complesso di superiorità intellettuale". 

"Dal presidente del governo, specialmente da un presidente di governo socialista, ci si aspetterebbe che scendesse tra la gente e chiedesse a loro che cosa ha sbagliato il governo (invece di fargli le predichette facilone cui purtroppo siamo abituati). Perché qui da correggere non è la democrazia diretta ma i politici che hanno troppo spesso tradito gli interessi del paese e dei suoi cittadini a favore di una visione internazionalista miope, becera e che, per di più, fa l'interesse della peggiore economia", conclude il coordinatore dei Verdi.

Marchesi: "Bertoli non mi rappresenta"

Bordate anche dal fronte UDC: "Il Presidente del Governo ticinese che vorrebbe riportare al voto, per confermare o meno (come spera lui) la votazione del 9 febbraio contro l'Immigrazione di massa, tra l'altro accettata dal popolo ticinese quasi al 70%, non mi rappresenta. No, proprio non mi rappresenta! Se questa è la capacità da parte di certi politici nel rispettare la volontà popolare, allora è inutile festeggiare il 1 agosto", attacca il vicepresidente democentrista Piero Marchesi. 

Del Don: "Idegno"

Più sintetico ma non meno duro il giudizio del Gran Consigliere Orlando Del Don: "Discorso indegno di un presidente del Consiglio di Stato!"

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