ULTIME NOTIZIE News
Politica e Potere
04.08.2014 - 14:120
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Savoia al contrattacco: "Quando Bertoli non fu solidale con Giuliano Bignasca..."

Il coordinatore dei Verdi entra a gamba tesa nella polemica che ha coinvolto il presidente del Governo: "Basta con i climatologi della politica, con le loro ipocrisie e con i predicozzi da parte del PS. La realtà è che... così fan tutti"

BELLINZONA - Prosegue la polemica sul caso Bertoli. Una polemica con varie sfacettature: dal contenuto del discorso tenuto dal presidente del Governo il Primo di agosto, agli insulti anonimi via Facebook di cui è stato oggetto, fino al comunicato con cui il PS ha preso posizione sulla vicenda ritenendo responsabile dell'accaduto "la stampa di destra", ovvero il Mattino, che "da 20 anni propone come merce comune l’insulto e l’aggressione. Questo è il risultato oggi: non c’è da stupirsi se poi qualunque idiota si sente autorizzato a vomitare, in pubblico e senza controllo, tutto il proprio livore". 

Tanti temi insomma sulla brace incandescente di questa bagarre di inizio agosto. Temi ripresi da Sergio Savoia in un post pubblicato nel pomeriggio sul suo blog. Il coordinatore dei Verdi rilancia prendendosela con quelli che definisce i "climatologi della politica", ovvero sia, a suo dire, "gli ipocriti che si indignano solo quando vengono toccati in prima persona". Nel duro articolo di Savoia viene anche duramente criticato il PS e lo stesso Bertoli per alcune posizioni assunte in passato. Di seguito lo proponiamo per esteso riassunto in capitoletti.

di Sergio Savoia

"L'anonimo imbecille e il diluvio di inchiostro"  

Diciamolo chiaramente: siamo al trionfo dell'ipocrisia. Un anonimo imbecille ha creato un gruppo Facebook al solo scopo di ingiuriare il consigliere di stato Manuele Bertoli. Il gruppo è rimasto online alcune ore con l'accumulo di 33 "like" ma con almeno altrettante reazioni sdegnate. Poi è stato tolto dalla rete. Ma ciò ha dato la stura a un vero diluvio di inchiostro. Meno inchiostro di quello versato per analizzare i contenuti delle dichiarazioni del ministro. È perfino offensivo nei confronti dello stesso Bertoli che le sue dichiarazioni (da lui stesso definite "provocazioni") abbiano avuto meno seguito dei deliri di un anonimo insultatore, privo di qualsiasi seguito nel paese. 

"Quando Bertoli non fu solidale con Giuliano Bignasca"

Dicevo che siamo al trionfo dell'ipocrisia, perché l'indignazione procede a corrente alternata. I rappresentanti della Lega, che ha sparato su tutto e tutti per vent'anni, si indignano e denunciano quando vengono fatti oggetto di insulti e vituperi da parte di altri; allo stesso modo i rappresentanti socialisti sono molto meno lesti a indignarsi quando a insultare sono i loro militanti, dirigenti o eletti. Lo stesso Bertoli non è immune dalla malattia. Vi ricordate quando Bignasca fu fatto oggetto di minacce con la presenza di croci, imbrattamenti della sede di Via Monte Boglia e via dicendo? Fu un episodio che creò scalpore. Bertoli all'epoca era presidente del PS. In una intervista del 15 settembre 2010, il futuro consigliere di stato negò la propria solidarietà a Giuliano Bignasca, sottolineando che "chi semina vento, raccoglie tempesta". Ribaltò, con una certa abilità dialettica, l'accusa sulla vittima. Siccome la Lega aveva l'abitudine di attaccare tutti dal Mattino della Domenica, così il ragionamento, poi Bignasca non si lamentasse se qualcuno passava ai fatti e lo minacciava di morte. Si tratta di un ragionamento pericolosissimo che porta i semi di una escalation infinita in cui la colpa è sempre degli 'altri' ".

"Il caso Orelli e la protesta socialista contro Foletti" 

Quando, il 29 aprile 2012, il Mattino augurò la morte a Orelli, la reazione PS (e del resto del mondo politico, sottoscritto compreso) fu nettissima. La deputata Chiara Orelli si dimise, definendo l'atto una "barbarie"; la capogruppo socialista Pelin Kandemir Bordoli sottolineò come "augurare la morte a qualcuno che è figlio e sintesi di questa terra è in qualche modo un augurio di morte a noi stessi". Il gruppo PS abbandonò l'aula e non votò il leghista Michele Foletti alla presidenza perché, nelle parole di Kandemir, "il mio gruppo parlamentare non intende prestarsi a questo gioco, come non intende rispondere con la vendetta e tanto meno reagire alle minacce." 

"Le 10 domande a Boris Bignasca"

Propositi nobili ma largamente disattesi... ante litterma se consideriamo che nel marzo di quello stesso anno era stata la rivista socialista Confronti a passare il limite, con le famigerate "10 domande a Boris Bignasca". Alla denuncia di Boris Bignasca aveva fatto seguito una condanna, il 18 settembre 2013 di Marco Cagnotti, direttore responsabile della rivista che si era assunto la responsabilità del pezzo, senza rivelare chi l'avesse redatto.  

In occasione del dibattimento pubblico Cagnotti propose la seguente autodifesa: "So che l'articolo è grezzo, barbaro, in perfetto stile leghista. Unico modo, a mio avviso, per mettere fine all'imbarbarimento politico dovuto alla Lega, visto che i toni civili a nulla sono serviti. Se voi avete un modo migliore ditemi. Lo scopo era far discutere e così è stato". Anche qui il meccanismo è il medesimo: sì, noi insultiamo i leghisti ma è colpa loro e lo facciamo a scopo pedagogico, come provocazione, per far capire fino a che punto il clima si è imbarbarito.  En passant, va notato che Bertoli fu straordinariamente silente, nonostante il suo ruolo all'epoca ancora attivo di responsabile della pubblicazione. 

"Il caso Robbiani e il caso Venuti"

Di nuovo indignazione a sinistra, più di recente, per le sortite del municipale di Mendrisio, Massimiliano Robbiani, un politico che non ha evidentemente ancora imparato ad applicare filtri a quel che dice, rendendosi responsabile di una serie di uscite più che reprensibili. Ma a castigare Robbiani ci pensa, poco tempo fa, il membro di direzione PS Adriano Venuti (anche municipale di Massagno nonché dipendente della Città di Lugano) che definì "animali" lo stesso Robbiani e Lorenzo Quadri (suo capo-dicastero, tra l'altro), e insultò la memoria di Giuliano Bignasca definendolo "ciccione cocainomane".  

n quest'ultimo caso il PS a onor del merito reagì condannando le esternazioni di Venuti ma rifiutando di "prendere lezioni" dalla Lega. Una posizione un po' pilatesca, visto che in più è stata accompagnata da una totale assenza di misure nei confronti di Venuti che, in effetti, è ancora membro della direzione cantonale PS. È quindi, al contrario dell'anonimo imbecille del gruppo FB anti Bertoli, un dirigente politico. La Lega, dal canto suo, pur generosa di insulti nei confronti di terzi, ha preteso misure immediate nei confronti di Venuti (dipendente comunale del dicastero dello stesso Quadri).  

"Il predicozzo socialista"

Si arriva quindi alla vicenda del gruppo Facebook e al recente energico comunicato del PS in cui i socialisti dicono di essere stufi di questo modo di fare politica. Lo stesso che seguono anche loro, la cronaca degli ultimi anni è lì a dimostrarlo. E pur non accettando lezioni da nessuno, le fanno molto volentieri quando gli insultati sono loro (vedi il comunicato stampa-predicozzo su Bertoli a due settimane dal caso Venuti).  La realtà è che... così fan tutti. Con la solita giustificazione: "noi lo facciamo perché hanno cominciato loro" oppure "Dio - o Marx, o la Storia - è dalla nostra parte quindi se insultiamo noi, è meno grave".  

"Stufo dei climatologi della politica"

La Lega lo fa da prima e di più, ma lo fanno anche i PS, e a ruota anche il PLR e il PPD. L'unica differenza è che la Lega non fa le prediche, forse perché si rende conto di non poter salire su nessun tipo di pulpito. Pulpito che, ormai, non è più disponibile per nessuno.  Per concludere, io sono stufo - sì anch'io - dei "climatologi della politica": quella nutrita schiera di benpensanti un tanto al chilo che si indignano a comanda, ma solo per i misfatti altrui. Quelli che analizzano il clima e denunciano l'immancabile decadimento della politica e non hanno la minima memoria storica, altrimenti saprebbero che la politica è sempre decaduta. 

"Ha ragione Caverzasio"

Personalmente, non chiedo sconti e non ne faccio. Mi riservo di rispettare certi limiti, che io identifico e di cui io rispondo, ma uso le armi della polemica e della dialettica come meglio posso. Le do e le prendo. Se pubblicassi sul blog la lista degli insulti ricevuti, andremmo avanti per una settimana. Ma me li tengo e restituisco colpo su colpo. Ha ragione Caverzasio quando dice che "la politica non è una cena di gala". La politica è un postaccio dove si danno e si ricevono attacchi spesso sgradevoli, ingiusti, perfino disumani. Ma non facciamo finta che vi sia stata un'età dell'oro in cui le cose erano differenti. Non è così. E basta.  

"Indignamoci per la disoccupazione non per il clima"

Gli opinionisti e i politici che si indignano, predicano bene e razzolano male. E lo fanno con uno scopo politico. L'indignazione pelosa è solo l'altra faccia dell'insulto ed è la continuazione della politica con altri mezzi.  Se vogliamo migliorare il clima, parliamo di cose e non di bon ton.  Indigniamoci per la disoccupazione, lo stupro del territorio, i furti legalizzati delle casse malati. E cerchiamo soluzioni. È quello che ci chiedono i cittadini ed è il motivo per cui siamo stati eletti. 

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
Tags
bertoli
politica
ps
lega
venuti
giuliano
confronti
savoia
clima
seguito
News e approfondimenti Ticino
© 2024 , All rights reserved