L'ANALISI - Ai cittadini interessa solo sapere se la procuratrice ha fatto bene o meno il suo lavoro. Se non ci sono censure da muovere sulla sua attività allora è meglio che il Consiglio prosegua nell'esercizio che meglio gli riesce: stare zitto
di Andrea Leoni
Il Consiglio della magistratura, sfidando in un sol colpo il buon senso e il senso del ridicolo, ha bacchettato la procuratrice pubblica dimissionaria Natalia Ferrara Micocci per aver preso parte a un torneo interpartitico di beach volley organizzato dai giovani liberali e disputato quest'estate a Tenero. Secondo l'organo di vigilanza della magistratura, Ferrara Micocci, con la sua presenza, peraltro a bordo campo, sarebbe venuta meno ai patti che la stessa procuratrice aveva preso con il Consiglio: niente campagna elettorale fintanto che non abbandona il Ministero. L'uscita è prevista per il 15 ottobre.
Ora, noi non conosciamo i dettagli dell'accordo tra la quasi ex magistrata liberale radicale e il Consiglio della Magistratura. Non essendo stati presenti ma essendoci documentati leggendo le brevi cronache dedicate all'evento, non risulta in alcun modo che Ferrara Micocci sia salita su una cassetta di frutta con il megafono in mano per arringare la folla (che non c'era). E neppure che abbia fatto proselitismo se non portando a spasso sé stessa con indosso una maglietta con il simbolo della lotta all'AIDS, mentre i suoi giovani colleghi di partito distribuivano preservativi. Ecco, paragonare questa occasione estiva trascorsa con ragazzi e ragazze di tutti i partiti che giocano a pallavolo a un appuntamento elettorale, è qualcosa che si pone al di fuori di ogni logica.
Arrivare poi ad emettere una nota di biasimo fa sorgere interrogativi, e non simpatici, su come impegni il proprio tempo il Consiglio della magistratura. Su quale siano le sue priorità. E ci mancava solo – se questi e solo questi sono i fatti contestati - che aprissero un procedimento.
In passato vi sono state ben altre presenze discutibili di opportunità in veri e propri appuntamenti politici ed elettorali. Ma agli atti non risultano tirate d'orecchie da parte del gremio che sorveglia i magistrati. Anche in questo senso stupisce che un organismo noto ai più per i suoi rumorosi silenzi, gli omissis, la sua scarsa trasparenza, i suoi segreti che sfidano il controllo democratico, e la sua composizione su cui ci sarebbe molto, ma proprio molto, su cui discutere, si sia sentito in dovere di gettare questo petardo bagnato nell'arena politica.
Siamo certi che nessuno, ma proprio nessuno, tra i pochi che erano al corrente della presenza di Ferrara Micocci sulla sabbia di Tenero, abbia potuto avvertire un'ombra di incompatibilità tra il suo ruolo di magistrato ancora in carica con la sua futura attività politica, peraltro annunciata un mesetto prima, quindi nota a tutti. Perché se questo è il criterio la procuratrice avrebbe dovuta essere sanzionata per tutti gli altri appuntamenti pubblici a cui ha preso parte: dal Festival di Locarno in giù. Appuntamenti ben più redditizi in termini elettorali che il torneino di beach volley in riva al lago.
Ai cittadini, verso i quali, è bene ricordarlo, il Consiglio della magistratura è al servizio, interessa solo sapere se Natalia Ferrara Micocci ha fatto bene o meno il suo lavoro in Procura. Se non ci sono rimproveri o censure da muovere sulla sua attività professionale durante gli anni di servizio, allora è meglio che il Consiglio prosegua nell'esercizio che meglio gli riesce: stare zitto.
Quanto alla vicenda delle ferie arretrate, invece, con cui Ferrara Micocci ha aperto un contenzioso con il Cantone, la candidata PLR lasci perdere perché casca male. Innanzitutto da una pessima immagine di sé verso molti cittadini che fanno fatica e non possono godere di diritti e pretese tanto sfarzosi. Cittadini che lei ha la pretesa di voler rappresentare nel prossimo futuro. Se vuole far politica rinunci alle vacanze e soprattutto eviti di farsele pagare. Togliendo così anche di impiccio il suo attuale datore di lavoro che si vedrebbe confrontato con un precedente che potrebbe rivelarsi dannoso.
A questo proposito anche Rocco Cattaneo, che ha lanciato il sospetto che dietro il caso ferie ci fosse nientemento che la mano lunga di Norman Gobbi, ovvero sia di un avversario elettorale di Micocci Ferrrara, avrebbe fatto molto meglio a tacere. Quando si vanno a toccare elementi ultra sensibili che gettano ombre sulla separazione dei poteri e lasciano intendere abusi per fini politici, o si hanno le prove oppure è meglio evitare di lanciarsi in polemiche da stadio. La vuvuzela, in questi casi, andrebbe lasciata nel ripostiglio. Ben chiuso a chiave.