Marco Chiesa spezza una lancia in favore dell’avvocato, sottolineando la competenza e il coraggio da lui dimostrati nella stesura dell’iniziativa costituzionale “Prima i nostri”
BELLINZONA – È polemica a Bellinzona sulla candidatura dell’avvocato Tuto Rossi nella lista La Destra per il Gran Consiglio, formata da UDC, UDF e Area Liberale.
“Rossi ha cambiato troppe casacche, e come ex socialista ha poco a che vedere con noi e le nostre idee”, ha detto al Corriere del Ticino il presidente dell’UDC Bellinzona e valli Athos Ambrosini. Così, nei giorni scorsi la sezione distrettuale ha bocciato la sua candidatura.
A segnalare il suo nome all’UDC regionale, ha spiegato Ambrosini, è stato il presidente cantonale Gabriele Pinoja, “e noi in piena autonomia abbiamo deciso di non designarlo”.
Oltre al fatto che Rossi abbia militato nel Partito socialista, all’origine della sua esclusione c’è anche la vicenda BancaStato, per la quale nel 2006 la Corte delle Assise criminali di Lugano lo condannò per amministrazione infedele. Il che, secondo Athos Ambrosini pone un problema di credibilità politica, anche se Rossi ha pagato personalmente per quella vicenda e ha diritto a rifarsi una vita.
Tuto Rossi non figurerà dunque tra i dodici candidati che la sezione proporrà venerdì a Rivera al comitato cantonale UDC per la ratifica. Il presidente Pinoja tenterà una mediazione e alla fine Rossi potrebbe essere cooptato dai vertici oppure proposto da un’altra sezione regionale. Sempre sul Corriere, il deputato Marco Chiesa spezza una lancia in favore dell’avvocato, sottolineando la competenza e il coraggio da lui dimostrati nella stesura dell’iniziativa costituzionale “Prima i nostri”.
red