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08.03.2016 - 09:180
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

L'8 marzo di Alessandra Zumthor: "La parola magica credo sia flessibilità, per tutti, sia per le donne, sia per gli uomini"

La direttrice del Giornale del Popolo dedica l'editoriale alla festa delle donne: "La flessibilità è forse l’unico modo perché le famiglie moderne possano tornare sempre più a occuparsi in prima persona dei figli. E in gioco c'è molto più che l'8 marzo"

LUGANO - Flessibilità. È "la parola magica" scelta da Alessandra Zumthor per l'8 marzo 2016. La direttrice del Giornale del Popolo scrive della festa della donna nell'editoriale pubblicato stamane sul quotidiano cattolico. E ci pare giusto partecipare alla giornata attraverso le riflessioni di una giornalista, di una donna. Di seguito ne riportiamo alcuni passaggi, per leggere il testo completo clicca qui.

"Che cosa vogliono le donne nel 2016? La domanda -forse- andrebbe rivolta anche alle loro famiglie, per lo meno per quelle che ne hanno una. E la risposta potrebbe essere: tempo, innanzitutto tempo", esordisce Zumthor nel suo commento. 

Ma, si chiede la direttrice del Gdp, "come fa una donna a dare il meglio di sè nel lavoro e al tempo stesso in famiglia, presupposto innegabile perché una società prosperi, accolga nuove vite e si proietti verso il futuro? La parola magica credo sia flessibilità, per tutti, sia per le donne, sia per gli uomini: quel modo di lavorare che sta cominciando a diffondersi in diversi ambiti professionali, pubblici ma anche privati, scardinando decenni -per non dire secoli- di rigida organizzazione del mondo del lavoro".  

"Studi dimostrano - prosegue nel suo ragionamento Alessandra Zumthor - che, se ben gestita, la flessibilità è addirittura più produttiva: le donne in particolare risultano molto affidabili, perché apprezzano lo sforzo fatto dal datore di lavoro per permettere loro di seguire la famiglia e lo ripagano con un maggiore impegno quotidiano, oltre che con la fedeltà -sul lungo termine- all’azienda".

"Ma la flessibilità - sottolinea Zumthor - va intesa anche al maschile: padri più liberi di organizzarsi la giornata potranno anch’essi stare più vicini ai figli, alternandosi alle mamme nei momenti in cui queste sono fuori casa per lavoro. Certo, non è facile, anzi indubbiamente l’aspetto organizzativo si complica. Ma è forse l’unico modo perché le famiglie moderne possano tornare sempre più a occuparsi in prima persona dei figli".

"In gioco c’è molto più dell’8 marzo. C’è il futuro della nostra società", conclude la direttrice del Giornale del Popolo. 

 

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