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14.04.2016 - 10:010
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Marchesi sottoscrive il j'accuse di Robbiani: "Sono d'accordo con lui. È ora di aprire gli occhi: certe aziende in Ticino non le vogliamo!"

Il presidente dell'UDC si schiera a sorpresa con il segretario dell'OCST che stamattina ha attaccato duramente il mondo dell'impresa: "Poche volte sono d'accordo con il sindacato ma questa volta hanno perfettamente ragione"

LUGANO - Sono d'accordo con Meinrado Robbiani. Sta facendo discutere la durissima presa di posizione del segretario dell'OCST contro l'imprenditoria malata in Ticino. "Nel nostro Cantone circolano troppi trafficanti travestiti da imprenditori", ha scritto Robbiani tra le altre cose (leggi articolo correlato). E al fianco del sindacalista si schiera a sorpresa Piero Marchesi. "Mi capita poche volte di essere d'accordo con l'OCST - afferma il presidente dell'UDC in un post pubblicato su Facebook - ma in questo caso hanno perfettamente ragione. Il tema é noto da tempo e l'UDC ha espresso più volte sdegno per questa situazione". "Il fenomeno palese dell'insediamento di numerose aziende italiane in Ticino - aggiunge Marchesi - che con l'aggiunta di "Swiss", "Suisse", ecc. alla ragione sociale acquisiscono i benefici dell'identificazione del "marchio Svizzera" per poi applicare alla lettera la peggior imprenditoria italiana, é inaccettabile". Anche se, per la precisione, Robbiani ha puntato il dito anche contro gli imprenditori ticinesi. Il leader democentrista ricorda come "in Ticino ci sono molte aziende ticinesi, spesso di proprietà di azionisti ticinesi, che operano correttamente sul mercato, pagando salari corretti, imposte e generando valore aggiunto. Questo va ricordato per evitare di mettere tutti nello stesso calderone". Tuttavia, sottolinea, "ci sono troppe aziende che operano in modo disonesto, che cercano i benefici del Ticino, ben organizzate per saccheggiare il territorio e l'economia ticinese e in seguito fare fallimento". "Concordo con l'OCST che é ora di aprire gli occhi e di mettere dei paletti a chi del nostro Cantone non importa nulla, perché queste aziende in Ticino non le vogliamo!", chiosa Marchesi.
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