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18.04.2016 - 09:250
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Boris Bignasca: "Dal “caso Erdogan” al Ticino: chi finanzia le moschee e i centri islamisti in Ticino?

Il deputato leghista interroga il Consiglio di Stato: "La SonntagsZeitung riporta che il Governo turco finanzierebbe in Svizzera 35 luoghi di culto e donerebbe denaro, materiale e personale a imam, moschee e centri islamici"

di Boris Bignasca*

La diffusione dell’integralismo islamico in Svizzera rappresenta un serio problema, sia di sicurezza che di ostacolo all’integrazione. Vi sono moschee e centri islamici in cui si predicano idee incompatibili con i nostri valori fondanti. Eclatante è il recente caso di due ragazzi che nel Canton Basilea si sono rifiutati di stringere la mano alle docenti e il cui padre è un imam, che compie le sue prediche in una moschea da cui si lancerebbero attacchi agli “infedeli”. Uno dei primi passi, per intraprendere il processo di radicalizzazione, è proprio il frequentare moschee da cui si diffondono, spesso in lingua araba, idee fondamentaliste. Opache sono le informazioni relative ai finanziamenti di moschee e centri islamici: c’è il rischio tangibile che governi esteri, che aderiscono all’integralismo islamico, abbiano interesse a diffondere in Svizzera (e nelle nazioni occindentali) l’islam politico e militante.

Infatti, la SonntagsZeitung del 17.04.2016 riporta che il Governo turco di Recep Tayyip Erdogan finanzierebbe in Svizzera 35 luoghi di culto e donerebbe denaro, materiale e personale a imam, moschee e centri islamici. A Zurigo sarebbe attiva una fondazione, legata al governo turco, che sovvenzionerebbe una cinquantina di associazioni e promuoverebbe la presenza in Svizzera di imam d’importazione, legati all’islam salafita. Secondo il reportage del giornale, i finanziamenti del governo turco sarebbero finalizzati alla diffusione dell’integralismo islamico in Svizzera, con prediche anti occidentali e propaganda fondamentalista (come gli “inviti” alle donne ad indossare il burqa), che mettono in serio pericolo la nostra sicurezza, impediscono l’integrazione e incentivano la nascita di società parallele governate dalla Legge islamica (Sharia). Inoltre, ciò rappresenterebbe una grave ingerenza di un governo straniero.

Le domande al Consiglio di Stato

1)    Quante moschee, centri islamici e associazioni islamiche vengono finanziate in Ticino dal governo turco e da fondazioni ad esso legate? 

2)    Quali altri governi esteri finanziano in Ticino moschee, centri islamici e associazioni islamiche?

3)    Come valuta il Governo il finanziamento estero di moschee e centri islamici?

4)    Il Governo intende adoperarsi affinché vengano vietati in Ticino finanziamenti esteri alle moschee, agli imam e alle organizzazioni islamiche?

5)    Quanti sono in Ticino gli imam (e i loro collaboratori) che sono dipendenti pubblici turchi, i cui stipendi vengono pagati dal Dipartimento per gli affari religiosi del governo turco o da enti ad esso collegati?

6)    Quanti sono in Ticino gli imam (e i loro collaboratori) d’importazione, giunti in Svizzera per conto del governo turco o di associazioni o fondazioni ad esso collegate.

7)    Il Governo non ritiene opportuno imporre l’obbligo agli imam di esprimersi, nelle prediche e nelle manifestazioni religiose, esclusivamente in lingua italiana o in un'altra lingua nazionale, al fine di permettere un miglior controllo riguardo all’ordine pubblico?

8)    Il Governo ha intenzione di compiere ispezioni e verifiche nelle moschee e nei centri islamici, al fine di accertare che gli imam aderiscano ai valori fondanti del nostro paese e alle leggi che lo reggono (tra cui la Legge sulla dissimulazione del volto negli spazi pubblici) e che non compiano attività di propaganda fondamentalista?

*Deputato Lega

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