Il gruppo leghista in Gran Consiglio scrive al Governo ("in ricordo delle lotte del Nano e di Pantani") dopo che l'azienda ha annunciato perdite per 46 milioni di franchi: "È il risultato degli scellerati investimenti all'estero fatti dalla vecchia dirigenza"
LUGANO – Una lettera al Consiglio di Stato "in ricordo delle lotte di Giuliano Bignasca e Rodolfo Pantani". Una lettera con una richiesta molto chiara: via Roberto Pronini (direttore) e Claudio Nauer (coondirettore) dai vertici dirigenziali dell'AET. A firmare la missiva il gruppo in Gran Consiglio della Lega dei ticinesi.
La richiesta di dimissioni, naturalmente, fa seguito all'ultimo bilancio presentato dall'azienda elettrica negli scorsi giorni. Un bilancio che segna una perdita di 46 milioni di franchi. Secondo i deputati leghisti questo è da imputare da un lato, citiamo dalla lettera al Governo, "alla crisi del mercato energetico a livello internazionale ha portato alla diminuzione dell'utile operativo; dall'altro alle scellerate politiche di investimento all'estero (Albania, Grecia, Italia, Francia, Germania..) hanno portato AET a dover ammortizzare delle perdite straordinarie".
Tutta colpa, secondo la Lega, "della vecchia dirigenza" rappresentata da Pronini e Nauer. Di seguito pubblichiamo per esteso la lettera inviata al Consiglio di Stato.
Signor Presidente,
Signori Consiglieri di Stato,
purtroppo l'AET sta vivendo un periodo difficile per due ragioni. Da un lato la crisi del mercato energetico a livello internazionale ha portato alla diminuzione dell'utile operativo; dall'altra le scellerate politiche di investimento all'estero (Albania, Grecia, Italia, Francia, Germania..) hanno portato AET a dover ammortizzare delle perdite straordinarie per un totale di 125 milioni negli scorsi anni e ora di 46 milioni nel 2015. Dati confermati nella conferenza stampa dello scorso martedì.
Questi scellerati investimenti all'estero sono stati denunciati dalla Lega e dal Mattino già da quasi dieci anni. Questo mentre la vecchia dirigenza AET ha fatto finta di nulla cercando in tutti i modi di nascondere queste perdite. Ora i nodi vengono al pettine e nemmeno i media di regime possono continuare a coprire tali perdite con la solita cortina fumogena a difesa dei partiti storici.
Purtroppo a pagarne le conseguenze saranno i dipendenti dell'azienda e le casse del cantone. La dirigenza, invece, rappresentata dal duo dirigenziale Pronini-Nauer continua a godere della propria posizione di privilegio.
È ora che finalmente anche la vecchia dirigenza subisca le conseguenze per gli errori del passato e per gli scellerati investimenti all'estero. L'unica soluzione sono le dimissioni della vecchia dirigenza all’insegna della discontinuità con il passato, così da permettere all'azienda elettrica di tutti i ticinesi di voltare pagina e guardare al futuro liberandosi della zavorra.