BELLINZONA – Un giudice in meno? Non se ne parla neanche! È scontro tra Governo e magistratura sulla manovra di risanamento finanziario. In particolare sulla misura proposta dal Governo che prevede la diminuzione dell’organico dell’Ufficio del giudice dei provvedimenti coercitivi. Ufficio che, come noto, si occupa principalmente di confermare o meno arresti e carcerazioni decisi dai procuratori.
Il Consiglio della Magistratura, come rivelato dalla Regione, ha messo nero su bianco la propria ferma opposizione in una lettera indirizzata al Gran Consiglio, che sta valutando la misura. L'organo di vigilanza, citiamo, ritiene "da un lato, che la misura di riduzione di un magistrato non sia sostenibile per l’Ufficio giudiziario in questione e, d’altro lato, che i motivi evocati dal Consiglio di Stato a sostegno della stessa non siano pertinenti”.
Il presidente del Consiglio della Magistratura Werner Walser (nella foto), firmatario della lettera, mette in evidenza soprattutto la delicatezza del lavoro svolto dai giudici dei provvedimenti coercitivi: “Degradare la tutela della libertà delle persone – che è di rango costituzionale e necessaria, quindi non puramente discrezionale – a una spesa o un costo qualsiasi si risolve in un’operazione – a dir poco – avvilente, per uno Stato che si pretende di diritto”.